CALA IL SIPARIO SUL SUNRISE

Dimenticate semplicità e trasparenza. L’ultima emissione di Commerzbank potrebbe rivelare spiacevoli sorprese.

Il forte nervosismo che caratterizza i listini spinge da tempo gli emittenti a proporre prodotti caratterizzati da sempre maggior trasparenza e semplicità del funzionamento, anche in linea con quanto richiesto da Consob. Una tendenza che premia sul lungo periodo, non solo in termini di risultati ma altresì di fidelizzazione del cliente grazie alla qualità dell’informativa messa a disposizione. Per sua natura, tuttavia, un prodotto strutturato come il certificato, essendo composto da strumenti finanziari complessi quali le opzioni, incorpora un grado di difficoltà che richiede un certo livello di educazione finanziaria e di propensione al rischio. Ma l’ultima emissione di Commerzbank, entrata in quotazione diretta sul segmento Sedex di Borsa Italiana con il nome di Certificate all’interno della categoria Outperformance, sembra voler sovvertire ad ogni tendenza alla semplificazione dell’operatività sul secondario, proponendo una struttura non solo altamente rischiosa ma anche di difficile comprensione per quanto riguarda il suo andamento lungo la durata residua.

Per cominciare facciamo luce sul funzionamento del certificato, identificato da codice Isin DE000CZ36N00. Avente come sottostante l’indice Eurostoxx 50 e fissato uno strike a 2543,28 punti indice, alla scadenza dell’1 settembre 2015 rimborserà un importo pari al valore nominale di 1000 euro moltiplicato per il coefficiente Sunrise. Quest’ultimo è calcolato come il rapporto tra la produttoria delle performance mensili dell’indice a partire da novembre2012 asettembre 2015 e quella delle tre migliori variazioni a un mese rilevate rispettivamente per ciascuno dei tre anni di vita del certificato. Osservando la complessa struttura del payoff, il certificato appartiene alla categoria Capitale Non Protetto dal momento che non vi è posta alcuna garanzia, nemmeno condizionata, di rimborso del nominale e che è potenzialmente possibile ottenere un rimborso pari a 0 euro. A tale proposito sembrerebbe poco chiaro da una superficiale lettura dalla documentazione predisposta se ad essere riconosciuto a scadenza sia il capitale iniziale aggiustato per un ipotetico premio dal valore calcolato secondo il coefficiente Sunrise, analogamente ad un certificato di tipo Benchmark, oppure unicamente l’importo Sunrise su base 1000, ovvero il nominale del certificato. In virtù dell’ask price del market maker a 54,20 euro, la seconda ipotesi sembrerebbe essere la più plausibile. D’altra parte risulta poco chiara la correlazione con il sottostante, rendendo difficile qualsiasi predizione sul valore futuro dello strutturato e quindi del valore del pacchetto opzionale che si va ad acquistare con il certificato. La struttura complessa infatti rende alquanto volatile e aleatorio il valore di un algoritmo che non solo tiene conto di rilevazioni forward looking da qui a tre anni ma anche della volatilità della coda destra della distribuzione, dovendo scontare il prodotto per i tre migliori risultati. Una simulazione di differenti distribuzioni dei rendimenti a scadenza mostra infatti come, a fronte delle medesime variazioni complessive dell’indice, il valore di rimborso a scadenza possa divergere notevolmente. Ipotizzando un rialzo complessivo del 27% dell’Eurostoxx 50 dai valori attuali, con una variazione mensile media dello 0,8% e gli ultimi cinque mesi neutri, il rimborso sarebbe pari a 240 euro. E’ sufficiente tuttavia che l’indice concluda alcune mensilità in negativo lungo l’intera durata, realizzando per contro dei rialzi d’entità maggiore nei mesi restanti, per ottenere, a fronte della stessa performance del sottostante ( ossia il 27% di apprezzamento), un rimborso di soli 53 euro. Partendo da quest’ultima distribuzione infine, riducendo la performance al 20% dal 27%, senza intaccare i tre maggiori rialzi mensili, il rimborso del prodotto dell’emittente tedesca risulterebbe prossimo allo zero.

L’aleatorietà del payoff a scadenza è ben segnalata anche dal market maker.  In data 5 novembre infatti, il bid-ask di 44,20-54,20 euro, con uno spread di circa il 20% conferma il nervosismo che caratterizza il book del certificato sin dal suo ingresso in quotazione, con un primo prezzo di 49,95 euro.