Athena Floating Plus, atto secondo

Il matrimonio tra i certificati e l’Euribor si rafforza con una nuova emissione  firmata BNP Paribas

Come anticipato nel CJ 216 dello scorso 16 febbraio, il connubio tra l’Euribor e i certificati si sta rafforzando sempre più da quando i tassi di interesse sono stati messi sotto attenta osservazione dalla BCE. La decisione annunciata la scorsa settimana, di innalzare i tassi di interesse di un quarto di punto per fronteggiare i rischi di inflazione, ha peraltro solamente sancito quanto già da diverso tempo era stato anticipato dalla curva forward dell’Euribor e ciò che gli investitori in obbligazioni a tasso fisso e variabile avevano già avuto modo di toccare con mano.  In previsione di ulteriori scossoni di politica monetaria entro la fine di quest’anno, BNP Paribas si appresta a rilanciare nuovamente la struttura finanziaria adottata per l’emissione del primo Athena Floating Plus, che proprio sul CJ 216 vi abbiamo presentato per la prima volta. Il nuovo certificato, identificato da codice Isin NL0009756402 e sottoscrivibile fino al 16 maggio prossimo, presenta le medesime caratteristiche del precedente ed è tecnicamente scritto su due sottostanti, l’Eurostoxx 50 da una parte e l’Euribor 12 mesi dall’altra. Il ruolo del sottostante azionario è quello di fare da arbitro, dal momento che proprio al suo andamento è subordinato il rimborso anticipato, il pagamento della cedola periodica e, nel caso in cui si arrivi alla scadenza, il rimborso del nominale. Il tasso interbancario, al contrario, ha il solo ruolo di parametro di indicizzazione del rendimento. Più in particolare, la nuova emissione di BNP Paribas prevede una durata di 4 anni ma con cadenza annuale offre l’opportunità del rimborso anticipato qualora l’Eurostoxx 50 segni in una delle tre date di rilevazioni annuali, un valore almeno pari o superiore allo strike che verrà fissato il prossimo 16 maggio. In caso di esito positivo di almeno una delle tre rilevazioni, il premio che accompagnerà il rimborso del nominale sarà pari al valore più alto tra un floor del 3% e il livello del tasso interbancario a 12 mesi maggiorato di uno spread del 2%. Ipotizzando una rilevazione ai livelli correnti, il premio sarebbe quindi pari al 4,083%, in virtù della quotazione dell’Euribor al 2,083% ( rilevata in avvio di settimana ). Nelle stesse date, qualora l’indice non facesse segnare il livello richiesto per l’estinzione, si avrebbe comunque diritto all’incasso del premio, alla sola condizione di una rilevazione del sottostante azionario non inferiore a 1000 punti. Considerando che tale soglia rappresenta un livello che l’Eurostoxx 50 non vede da gennaio 1993 e soprattutto un valore inferiore ai minimi di marzo 2009 di oltre 800 punti, il rendimento cedolare annuo non sembrerebbe in discussione. Appurato che il pagamento della cedola variabile con floor al 3% potrebbe verificarsi nei primi tre anni di vita del prodotto, vediamo a questo punto cosa accadrebbe se si arrivasse alla scadenza. Alla data di valutazione finale del 18 maggio 2015, un valore dell’indice azionario almeno pari o superiore alla barriera che verrà posta al 60% dello strike, determinerà il rimborso del nominale maggiorato della percentuale più elevata tra il floor del 3% e l’Euribor 12 mesi più lo spread; diversamente, il parametro di indicizzazione variabile scomparirà per lasciare il posto alla replica della performance dell’indice azionario sottostante, secondo le regole che caratterizzano tutti i certificati con barriera. Più semplicemente, un valore finale dell’Eurostoxx 50 negativo di poco meno di 40 punti percentuali dallo strike proteggerà il nominale e il pagamento del premio finale, viceversa un suo valore inferiore alla barriera produrrà il rimborso del nominale diminuito dell’effettiva perdita subita dal sottostante azionario.