È uscito il Certificate Journal n.816

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Il segmento dei certificati di investimento conferma il suo trend di crescita anche nel terzo trimestre del 2023, come attestato dai numeri pubblicati da Acepi: quando manca ancora un quarto alla fine del 2023, i volumi sul mercato primario hanno infatti segnato un nuovo record annuale, con i 17,785 miliardi di euro di collocato, che sono già andati oltre il precedente primato dei 17,165 miliardi di euro realizzati nel 2019. Più marcata e lineare la crescita degli strumenti quotati su SeDeX e Cert-X: dalle 1.293 nuove emissioni del 2016, il numero è cresciuto di anno in anno per arrivare ai 4.907 del 2022 e oggi, quando mancano poco meno di due mesi alla fine del 2023, siamo già a quota 4.700. Ai ritmi di emissione che stiamo osservando nel corso degli ultimi mesi è molto probabile che si arrivi e si superi la soglia dei 5000 nuovi certificati, con il totale dei certificati di investimento negoziati sul mercato italiano che dovrebbe così superare le 10.000 unità.
Alla base di questa crescita c’è la maggiore consapevolezza di Consulenti, Private Banker e investitori che i certificati di investimento possono aiutare ad ottimizzare i portafogli di investimento con un’ampia diversificazione sia sotto il profilo delle strutture che dei sottostanti. Una delle principali virtù di questi strumenti è l’asimmetria del profilo di rischio e rendimento, ovvero la capacità di restituire un profitto anche in scenari negativi. Diverse sono le soluzioni proposte dagli emittenti che rispondono alle esigenze degli investitori e non è raro il ricorso ad opzioni aggiuntive che vanno ad arricchire le strutture classiche. Tra queste la “One Star” che ha fatto storia con un certificato capace di salvare gli investitori dal clamoroso crac di Wirecard e che oggi accompagna una serie di nuovi certificati che abbiamo analizzato per voi.
L’opzione Callable o Softcallable è invece tra quelle che nel 2023 hanno attirato di più l’attenzione degli investitori: la possibilità da parte dell’emittente di gestire in autonomia l’eventuale richiamo anticipato prima della naturale scadenza del prodotto si traduce, infatti, in caratteristiche più accattivanti, ovvero in rendimenti più alti o barriere più difensive. Un nuovo Phoenix Memory Callable di Barclays, che presenta la particolarità di un prezzo di emissione sotto la pari, ci ha dato modo di approfondire il plus dato da questa opzione con un rendimento potenziale del 13,2% a fronte di una barriera posta al 60% dei livelli iniziali per un basket di titoli composto Eni, Unicredit, Enel ed Intesa Sanpaolo.

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