E’ uscito il Certificate Journal n. 539

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Ammalianti come le sirene, le valute emergenti sono tra gli asset preferiti dagli investitori europei. Il metodo più utilizzato per investire su di esse è ancora quello delle obbligazioni in valuta ma la peculiarità offerta dai certificati, capaci da un lato di offrire rendimenti in linea con le alte cedole dei bond e dall’altro di garantire protezione del capitale anche a fronte di importanti svalutazioni delle singole divise, ha sovvertito le statistiche nell’ultimo triennio facendo balzare la quota di certificati nei portafogli. Un gradimento crescente di tali strutture che tuttavia non sta ripagando gli investitori come si sperava, a causa del forte deprezzamento di valute come la lira turca ma anche di una asimmetria di riferimento del cambio preso in esame.

Già due settimane fa abbiamo parlato di forward e di come questi stiano incidendo in maniere determinante sul prezzo dei certificati ma questa settimana facciamo un ulteriore passo in avanti mettendo sotto la lente le singole emissioni al fine di valutare la coerenza dei prezzi sul secondario e le prospettive di rendimento, o ulteriore perdita, sulla base dei forward presi in esame. L’accurato studio condotto sui prezzi ha restituito dei risultanti importanti, che dovrebbero indicare la via ai possessori e agli aspiranti investitori evidenziando quali certificati siano ad oggi sopravvalutati e quali invece siano in grado di resistere anche alle previsioni più funeste dei forward.

E’ quotato in dollari americani ma può essere acquistato in euro attraverso un nuovo certificato Tracker quotato da Vontobel un indice inedito e assai promettente che raggruppa 15 tra le principali società a livello globale impegnate nella produzione e commercializzazione delle batterie al litio, presenti ormai ovunque nelle nostre vite tecnologicamente sempre più evolute e per questo meritevoli anche di un posto nei portafogli. All’analisi del certificato emesso dalla svizzera Vontobel è dedicato il Certificato della settimana.

 

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