IDEE DAL CEDLAB

Da inizio anno son 239 certificati entrati in quotazione, +300% rispetto al 2013

Se i dati di Acepi relativi all’ultimo trimestre 2013 hanno fotografato il trend di crescita del primario dei certificati, i primi due mesi del nuovo anno hanno confermato che l’interesse c’è ed è in aumento anche sul mercato secondario. Tra gennaio e febbraio sono stati infatti collocati un totale di 62 Isin contro i 54 dello stesso periodo del 2013, in crescita del 23%, ma il vero boom si registra nelle nuove quotazioni. Rispetto ai 79 certificati dello scorso anno, di cui 47 approdati direttamente in quotazione saltando la fase di collocamento, ad oggi sono ben 239 gli strumenti ammessi alla negoziazione sul Sedex o Cert-X, il 300% in più, di cui 187 emissioni dirette. Ma non sono solo questi i segnali di un mercato che punta ad essere maturo, c’è anche il crescente impegno da parte degli emittenti a migliorare i propri siti internet sempre più ricchi di informazioni o l’interesse manifestato dai professionisti, Promotori Finanziari, Consulenti e Private Banking che richiedono la formazione sui certificati. In questo contesto il CedLAB, che si avvale dell’esperienza acquisita da Certificati e Derivati, è uno strumento di analisi indispensabile che conta al suo interno tutti gli oltre 1700 strumenti quotati sul mercato italiano e mostra a colpo d’occhio nelle tabelle della sua Home Page una ricca selezione dei migliori strumenti divisi per tipologia. Tra queste la Next Valuation Date, un calendario dei certificati che potranno essere rimborsati nelle settimane a venire grazie all’opzione autocallable, la tipologia di prodotto a cui appartiene il certificato che è stato oggetto delle ultime segnalazioni.

24-02-2014 Alto rendimento in tre mesi

Ha la prima data di osservazione intermedia fissata per il 21 maggio prossimo il Phoenix che nell’ultima settimana ha subito un inatteso quanto brusco scivolone che ha reso la quotazione appetibile. In particolare, è stato segnalato che in questa occasione se tutti i titoli sottostanti si troveranno ad un livello almeno pari al livello strike si attiverà il rimborso anticipato di un totale di 766,65 euro. Entrando più nel dettaglio, per soddisfare l’opzione autocallable, Telecom Italia dovrà trovarsi a un livello di almeno 0,687 euro, Rio Tinto a 3261 Gbp, Intesa Sanpaolo a 1,79 euro e infine Fiat a 5,855 euro. Al momento della segnalazione il certificato veniva esposto a un prezzo in lettera di 708,45 euro lasciando spazio a un rendimento dell’8,48%, il 35,08% annuo, se Rio Tinto, al momento il titolo più vicino al limite dello strike, dai 3600 Gbp non avesse perso più del 10,43%.