A CACCIA DI CEDOLE

Se le cedole dei Titoli di Stato non soddisfano più, il nuovo Athena Phoenix di BNP Paribas (isin NL0010610275) potrebbe essere un buon partito.

La tensione sui paesi periferici d’Europa, almeno per quello che riguarda i mercati finanziari, sta progressivamente scemando. E’ evidente sul mercato azionario, con una overperformance dei listini dei Pigs nei confronti delle maggiori borse europee, ma lo è ancor di più sul mercato obbligazionario, dove si è assistito a un repentino calo dei rendimenti sui bond governativi. Protagoniste di questo fenomeno sono soprattutto Italia e Spagna che solo qualche mese fa riuscivano a offrire, ad esempio sui titoli a 5 anni, fino a un punto in più rispetto al 2,6% di questi giorni.

Sicuramente un bene per le economie, ma mal digerito da chi aveva fatto l’abitudine a tassi di interesse decisamente elevati. Si è aperta così la caccia al rendimento e tra chi si è buttato sull’equity e chi sui bond high yield c’è anche chi guarda al segmento dei certificati dove si stanno moltiplicando le emissioni di strumenti che prevedono flussi di cedole corpose, come l’Athena Phoenix di BNP Paribas disponibile in collocamento fino al 27 novembre prossimo e successivamente in quotazione sul Cert-X.

Entrando subito nel merito di questo strumento, il sottostante è formato da un paniere di 7 azioni europee composto da Total, Iberdrola, Orange, Saint-Gobain, BNP Paribas, Banco Santander e Nokia e la durata complessiva dell’investimento è fissata in 4 anni. Con cadenza semestrale sono previste delle date di osservazione dove potrà essere erogata una cedola del 4,6%, ossia del 9,2% su base annua, se tutti i titoli si troveranno a un livello pari o superiore ai rispettivi livelli trigger posti al 70% degli strike. Con anche solo un sottostante al di sotto della soglia attivante si passerà alla data successiva senza che venga erogato il premio, mentre nel caso in cui gli stessi titoli eguaglieranno almeno il livello fissato in fase di emissione il certificato si auto estinguerà rimborsando anche il nominale.

Qualora si giunga alla scadenza del 29 novembre 2017 senza che sia avvenuto il rimborso anticipato, saranno due gli scenari a cui si andrà incontro. Se nessun titolo sarà inferiore al proprio livello barriera verrà riconosciuto il nominale maggiorato dell’ultima cedola mentre in caso contrario, per valori al di sotto di tale soglia, si attiverà la protezione con un rimborso fisso di 700 euro rispetto ai 1000 di nominale.

In conclusione è un certificato che punta a un rendimento che sfiora le due cifre su base annua, riconosciuto semestralmente, potendo sfruttare l’adozione di ben sette titoli sottostanti inseriti in un basket “worst of”, che se da una parte permette di rinforzare l’entità del coupon dall’altra espone maggiormente al rischio di mancata verifica della condizione per il suo riconoscimento. La correlazione tra i titoli, appartenenti a tre aree geografiche ( Francia, Spagna e Finlandia) ma soprattutto a diversi settori industriali ( bancario per BNP Paribas e Santander, energetico per Total e Iberdrola, edilizio per Saint Gobain, telefonico per Orange e Nokia) risulta medio bassa, con il colosso finlandese finito nelle mani di Microsoft che si sgancia totalmente dal resto del gruppo.