PROTETTI DALLO SCONTO

Lo sconto come cuscinetto di protezione. Focus sui quattro nuovi Discount targati Deutsche Bank

 

In un contesto di mercato tornato improvvisamente volatile, la gestione dei rischi nell’ambito dell’ottimizzazione del rendimento di portafoglio, assume ancor più peso specifico. Incertezza sugli scenari futuri ed elevata correlazione tra diversi comparti di mercato, han tolto gran parte delle armi a disposizione degli investitori per gestire in maniera ottimale il rischio di mercato. La varietà di strumenti racchiusi all’interno del segmento dei certificati di investimento rende accessibili anche all’investitore privato strategie generalmente riservate alla clientela istituzionale vista l’onerosità della costruzione fai da te.

Tra le strutture che più si adattano ad uno scenario lateral-ribassista come quello prospettato dall’intonazione dei listini nelle ultime sedute, si segnala l’ultima emissione di Discount Certificate targata Deutsche Bank scritta sui due indici maggiormente nell’occhio del ciclone. Due strumenti sono infatti dedicati all’italico FTSE Mib, attanagliato dalle sorti di Eurolandia mentre i restanti guardano al Nikkei 225, tornato nuovamente molto volatile in scia al drastico cambio di strategie dei policy maker nipponici.

In linea con le finalità di tale rubrica, affianchiamo all’operatività una parte di didattica e successivamente, compreso il funzionamento del prodotto, scenderemo nel dettaglio della struttura opzionale implicita tramite la quale l’emittente riesce materialmente a creare il caratteristico sconto che caratterizza il prezzo di emissione rispetto al valore nominale del Discount.

L’ANGOLO DELLA DIDATTICA

I Discount Certificates  consentono di prendere posizione  in maniera implicita sull’attività sottostante a un valore teorico iniziale inferiore a quello fissato all’emissione.  Il differenziale tra i due valori rappresenta tuttavia il massimo margine di apprezzamento conseguibile dalla strategia in virtù del posizionamento di un tetto al rimborso teorico, ovvero il Cap level, in concomitanza dello strike del certificato.  Alla scadenza pertanto, è possibile ipotizzare due soli distinti scenari:

  • Qualora il prezzo di riferimento del sottostante nel giorno di valutazione finale (la data di scadenza o il giorno precedente la data di scadenza) sia uguale o maggiore al Cap, l’investitore percepirà un importo fisso calcolato moltiplicando il prezzo massimo per il multiplo, come da formula seguente:

Rimborso = Cap x multiplo

  • Qualora invece alla scadenza il prezzo del titolo sia inferiore o uguale al Cap level, la posizione verrà regolata mediante il versamento del prezzo di riferimento moltiplicato per il multiplo.  In altri termini l’investitore percepirà un rimborso pari a:

Rimborso = Prezzo di riferimento finale x multiplo

L’ANGOLO DELLO STRUTTURATORE

Il profilo di investimento insito in tale tipologia di strumento è finanziariamente equivalente  ad una strategia “Covered Call”. Se in quest’ultimo caso si assume un’esposizione diretta sul sottostante e la simultanea vendita di un’opzione call plain vanilla con strike pari al livello Cap, il certificato, pur mantenendo la stessa gamba corta, prevede l’acquisto di un’ opzione call plain vanilla con strike pari a zero scritta sull’asset . Ne consegue come il premio ricevuto per la vendita dell’opzione, nonché i dividendi scontati dalla call strike zero, consentano di ridurre il costo d’ingresso di un’esposizione diretta sul sottostante.

Viste le caratteristiche implicite anche in termini di struttura, guardiamo con un occhio maggiormente operativo ai nuovi quattro prodotti, con scadenza prevista a giugno e dicembre 2014. Rispetto ai relativi strike/cap, pari a 17900 per il FTSE Mib e a 15000 per il Nikkei 225, le quattro proposte sono arrivate al Sedex con i sottostanti in flessione rispettivamente del 9,72% e dell’11,22%. Nonostante questo, grazie alla loro peculiare struttura, sulla scadenza di giugno 2014 il Discount agganciato al FTSE Mib, registra uno sconto sul rimborso teorico a scadenza del 6,71% che sale al 9,30% sulla scadenza di fine 2014. Le proposte sul Nikkei 225 invece presentano uno sconto del 5,19% sulla scadenza più ravvicinata e del 6,32% su quella di dicembre 2014. Il tetto al rimborso massimo conseguibile fissato a 100 euro, implica tuttavia un rendimento massimo secco rispettivamente del 10,7% e del 13,6% sulle due scadenze per l’indice italico e, analogamente, dell’8,34% e del 10,13% per i due certificati agganciati al Nikkei 225. Tale analisi risulta molto importante qualora i due indici dovessero mettere a segno una performance complessiva a doppia cifra, scenario in cui la presenza del cap level penalizza sicuramente l’investimento in questo specifico strumento.

Guardiamo infine alla componente dividendi. Secondo le ultime stime di Bloomberg, ammonterebbero a 625 punti i dividendi del FTSE Mib sulla scadenza di giugno 2014, equivalente ad una perdita attesa di circa il 3,86%, mentre salgono a quota 870 punti per la scadenza di dicembre 2014, ovvero il 5,38% complessivo. Sicuramente meno onerosa la posizione sul Nikkei 225, dove la rinuncia ai dividendi costa implicitamente l’1,65% sulla scadenza ad un anno, e il 2,422% su quella ad un anno e mezzo. Discrepanza che si rispecchia adeguatamente sui correnti e differenti livelli di sconto che i prezzi dei certificates riflettono.

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