UNO SGUARDO VERSO IL NORD

Tra la forza relativa dell’euro e le svalutazioni competitive, si mettono in luce le divise floride

In un mercato sostanzialmente privo di particolari spunti sul fronte obbligazionario, sono pochi i temi che operativamente tengono banco. Se da un lato la corsa del tasso fisso ha spiazzato molti investitori, di contro i rimborsi al di sotto delle attese delle tranche dei due programmi LTRO, hanno nuovamente spento il tenue rialzo del tasso Euribor, facendo perdere nuovamente appeal alle proposte a tasso variabile, già caratterizzate da un rendimento nel breve termine estremamente basso.

In termini di gestione di portafoglio, l’attuale fase di mercato induce pertanto a guardare con estremo interesse alle proposte in divisa estera, utili anche in termini di diversificazione dal rischio “sistemico” legato all’area Euro. Attenzione però a generalizzare. Se da un lato le proposte più attraenti sotto il profilo del rendimento, sono legate alle valute emergenti, che di contro incorporano un maggiore  “rischio Paese” con un’altrettanta elevata volatilità dei tassi di cambio sottostanti, dall’altra le svalutazioni competitive adottate dalle principali Banche Centrali mondiali potrebbero favorire uno scenario di apprezzamento della divisa unica.

Pertanto mai come oggi un attento studio delle emissioni proposte sul comparto valutario si rende utile per non incorrere nell’errore di sbagliare cavallo. Tra tutte, le valute “floride” rappresentano oggi un valido compromesso di diversificazione, con le economie interne che viaggiano ormai da diversi anni a ritmo superiore rispetto all’Eurozona con un rischio implicito molto più contenuto.

Andando per ordine, la corona norvegese è stata l’unica divisa che non ha approfittato della crisi dell’euro nell’ultimo bimestre. L’attuale livello di 7,57 corone per euro, seppure in contrazione dai massimi di 7,58 del 20 marzo, è infatti superiore di circa due punti percentuali ai livelli di inizio gennaio e risulta perfettamente in linea con le previsioni degli analisti, che vedono il cross attestarsi in area 7,40 per il secondo semestre 2013 prima di flettere tra 7,35 e 7,30 entro il primo trimestre 2014. Indicazioni dissimili da quelle rappresentate dalla curva forward, che vede entro l’anno un rialzo a circa 7,55 corone.

Rimanendo sulle valute cosiddette “floride”, uno scenario di sostanziale stabilità si attende anche per il rapporto di cambio tra l’euro e la corona svedese, da poco risollevatasi dai minimi dell’anno a ridosso di quota 8,18. Secondo quanto prospettato dagli analisti, mediamente concordi con le aspettative della curva dei tassi a termine, il cross Eur/Sek dovrebbe attestarsi tra le attuali 8,37 e 8,52 corone svedesi per euro fino alla prima parte del 2014.

A chiudere il trittico di corone nordiche, quella danese non ha evidenziato particolari movimenti nei confronti dell’euro, anche per la banda di oscillazione del 2,25% ammessa dal tasso di cambio fissato a 7,46 corone per euro. Tale banda, la più ristretta tra tutte le valute aderenti al Trattato di Mastricht o che successivamente hanno aderito agli Accordi europei AEC II, consente alla corona danese di essere considerata a tutti gli effetti un bene rifugio, anche per l’intervento delle Banche centrali prestabilito a seguito di un’eventuale uscita dal range prefissato.

Operativamente, l’attuale scenario di forte incertezza sull’Eurozona, ha spinto i principali analisti a suggerire anche per il 2014 una diversificazione valutaria dall’Euro nell’ordine del 35%, sottopesando però le valute high yield. Rimanendo in Europa, pertanto, le divise floride rappresentano una valida idea operativa, anche guardando all’attuale situazione dei tassi di riferimento sopra menzionati.

L’ampia gamma di obbligazioni in valuta emesse da RBS Plc, offre tre proposte agganciate alle divise menzionate. Si tratta della RBS Corona norvegese ( Isin XS0762845393 ), RBS Corona svedese ( Isin XS0762845120 ), ed infine la RBS Corona danese ( Isin XS0762850393 ), tutte con scadenza prevista per il 23 luglio 2015.

Prima di scendere nel dettaglio delle proposte, è bene ricordare come un qualunque investimento in valuta scoperta esponga l’investitore anche al rischio di un deprezzamento della divisa estera rispetto alla valuta domestica (l’euro). Pertanto essendo sia le cedole che il rimborso alla scadenza parametrati in divisa estera, un eventuale andamento avverso del tasso di cambio sottostante, potrebbe addirittura compromettere la protezione del capitale nominale a scadenza.

Si comprende quindi come l’evoluzione dei tassi di cambio sottostanti rivesta un ruolo chiave nella riuscita dell’investimento, potendo di fatto influenzare anche in maniera significativa lo yield to maturity di ogni singola proposta. Guardando alla tabella presente in pagina, le migliori opportunità vengono ad oggi offerte dalla RBS Corona Norvegese. In virtù delle correnti 98,5 corone esposte al MOT di Borsa Italiana, visto il facciale del 3,3% distribuito su base annua, a parità di tasso di cambio contro l’euro, il bond è capace di garantire potenzialmente il 3,996% lordo su base annua.