DEUTSCHE BANK FA IL PIENO AL SEDEX

Si arricchisce di 18 nuovi Bonus su quattro blue chip l’offerta dell’emittente tedesca sul segmento dei Bonus. Analisi delle variabili e degli scenari di rendimento.

Dallo scorso 8 marzo sono in quotazione al Sedex 18 nuovi Bonus, con e senza Cap, targati Deutsche Bank. Come di consueto l’emittente tedesca, concentrandosi su pochi sottostanti, quattro per quest’ultima emissione, offre agli investitori una vasta gamma di profili di rischio-rendimento atteso ad essi associati. Ne deriva pertanto un ottimo spunto di analisi per mettere in relazione gli effetti della presenza del cap level e i diversi posizionamenti della barriera (80%, 75% e 70% sullo strike iniziale), ovvero il differente orizzonte temporale (tre le scadenze di riferimento, da 12, 18 e 24 mesi), nonché come i sottostanti prescelti producano differenti rendimenti potenziali in relazione alle variabili che li caratterizzano.

Pertanto, abbiamo provveduto a comparare le diverse emissioni ricercandone un filo conduttore per spiegare il mix di fattori che hanno portato alla formazione dei singoli certificati.

ANGOLO DELLO STRUTTURATORE

Al fine di stabilire le effettive dipendenze e sensibilità dei singoli certificati oggetto di analisi, è doveroso far riferimento alla struttura opzionale implicita ad essi riferiti. Infatti, conoscere la componente derivativa sottostante ci permette di individuare a priori non solo le differenti caratteristiche in termini di rendimento potenziale, associate a parità di scadenza e del posizionamento del livello barriera rispetto al livello iniziale, ma altresì la sensibilità del certificato ovvero in che modo le variabili di mercato influenzino la formazione dei prezzi fino alla naturale scadenza.

Detto ciò, L’acquisto di un Bonus Cap Certificate è finanziariamente equivalente alla seguente strategia in opzioni, che comprende:

• Acquisto di un’opzione call con strike price pari a zero

• Acquisto di una barrier option put di tipo down&out, con strike pari al livello bonus e  barriera pari al livello invalidante

• Vendita di un’opzione call con strike pari al livello cap, presente nel portafoglio qualora la struttura sia dotata di un tetto massimo ai rendimenti

Tale struttura, consente di ricevere il bonus di rendimento associato all’opzione esotica knock-out, qualora nel corso della vita del certificato, il sottostante non sia mai sceso al di sotto del livello invalidante ( ove la barriera sia di tipo continuo). E’ proprio tale opzione, che riveste un ruolo fondamentale per la creazione del payoff a scadenza, a presentare una correlazione inversa rispetto ai movimenti della volatilità. Ciò comporta che il certificato risulterà molto sensibile agli scostamenti del livello della skew di volatilità del relativo underlying.

UN MIX DI VALORI

Fatta questa doverosa premessa sulla struttura andiamo ora ad analizzare le emissioni in oggetto, facendo riferimento al tabellone presente in pagina, nonché al grafico che mette in relazione le variabili che contraddistinguono ogni singolo sottostante.

Andando per ordine, come già anticipato, tra le variabili che più influenzano il costo del certificato in fase di strutturazione e che quindi incidono in modo molto significativo sul profilo rischio-rendimento atteso di ogni singola proposta, vi è sicuramente la volatilità; variabile che risulta avere un’alta sensibilità rispetto al costo dell’opzione più significativa nel portafoglio implicito sottostante: la barrier option.

Pertanto salta immediatamente all’occhio come i certificati agganciati al titolo Fiat, il più volatile tra i sottostanti oggetto di questa emissione, siano caratterizzati da un rendimento potenziale decisamente più alto, a parità di altri fattori e caratteristiche (barriera e scadenza),  rispetto alle altre emissioni scritte su altri sottostanti.

Per meglio comprendere le relazioni tra i vari fattori, al grafico del focus delle variabili è stata associata anche la tabella delle sensibilità, in modo da comprendere in che modo le variabili stesse incidano sui prezzi e quindi sul profilo rischio-rendimento atteso dei Bonus Cap oggetto di analisi.

Facendo ora espressamente riferimento alla tabella dei certificati, è possibile ancor più facilmente comprendere tali relazioni, proprio per il fatto che è possibile confrontare i certificati tra loro secondo vari cluster, ovvero pari scadenza, pari posizionamento del livello barriera. Da qui è possibile evidenziare sia il costo opportunità connesso ad ogni singolo sottostante, nonché il costo opportunità di poter puntare a rialzi illimitati dei sottostanti, connesso ad un bonus di rendimento minimo più contenuto.

In ultima analisi è utile valutare l’impatto della presenza del cap ai rendimenti ai fini della formazione delle caratteristiche. Ad esempio, prendendo a riferimento le emissioni legate a Enel, salta all’occhio la differente percentuale di bonus promessa dal Bonus Certificate identificato da codice Isin DE000DX5LAS5 (108,5%), e quella del Bonus Cap avente codice Isin DE000DX5LAY3, che pur presentando le medesime caratteristiche in termini di esposizione al “rischio barriera” e di scadenza, bloccando il rendimento massimo e ponendo un cap, è in grado di offrire un bonus di rendimento del 116%.

A tal proposito giova ricordare come le proposte soggette a un cap riescano a presentare caratteristiche migliorative in termini di bonus o di posizionamento della barriera, in virtù del flusso di cassa in entrata generato dalla vendita dell’opzione call con strike pari al livello del sottostante su cui si intende bloccare la partecipazione della struttura. Andando a prezzare la componente derivativa responsabile del cap ai rendimenti della seconda proposta oggetto di analisi scritta su Enel, si ha che una call venduta con scadenza 3 marzo 2014 con strike pari a 3,422 euro garantisce un flusso in entrata di 0,04 euro rispetto al valore corrente del titolo, utilizzato dall’emittente per portare da 108,5% a 116% il bonus di rendimento per la proposta dove è presente il cap, rispetto al canonico Bonus senza alcun vincolo al rimborso massimo.

Relativamente alle caratteristiche, dettagliatamente illustrate nelle due tabelle, si sottolinea che la barriera è per tutti i certificati di tipo “continua”, ovvero verrà osservata ogni singolo giorno di negoziazione sulla base del prezzo di chiusura (non valida intraday pertanto) dei singoli sottostanti.