UN MIX TRA INFLATION LINKED E TASSO FISSO

Focus sulle InflationLlinked targate Barclays dotate di floor ai rendimenti

 

L’inflazione, punto inamovibile dello statuto della BCE fino a quando le circostanze e la crisi globale hanno costretto il board ad attuare delle politiche monetarie volte a sostenere l’economia reale, rappresenta oggi una delle variabili maggiormente aleatorie e di difficile stima. Se da un lato le manovre straordinarie, LTRO prima e OMT poi, con cui una notevole mole di denaro è stata collocata di fatto sui mercati, prevedono una sterilizzazione integrale della liquidità al fine di bloccare la crescita dell’inflazione, dall’altro l’aumento dell’IVA in tutta l’area Euro e gli elevati prezzi dei generi alimentari a causa della grave siccità della scorsa estate, potrebbero causare un’impennata delle stime del costo del denaro. Il tutto si inserisce poi in un contesto generale dove, è bene ricordarlo, i prezzi dell’energia sono saldamente sostenuti dagli effetti della seconda tornata di allentamento quantitativo della Federal Reserve.

In questo scenario sembra naturale attendersi un’inflazione al di sopra del target del 2% nell’Eurozona anche nel corso nel 2013, così come Oltreoceano, dove l’impegno della FED è stato ancor più massiccio.   Guardando alle aspettative d’inflazione, nonostante i tassi di crescita non presentino ancora marcati incrementi, è pur vero che facendo riferimento alle obbligazioni a tasso fisso, cresciute molto nell’ultimo trimestre, le Inflation Linked rappresentano il genere di obbligazione in grado di garantire rendimenti addizionali  e di offrire diversificazione grazie al potenziale rialzista in caso di scenari inflattivi.

 Pertanto, il tema della protezione del potere d’acquisto, sempre caro agli investitori di medio-lungo termine, non può che tornare d’attualità. In tal senso, risulta essere vasto il panorama di Inflation Linked targate Barclays, a disposizione di coloro che vogliano avere accesso ai correnti rendimenti di mercato con un potenziale di ulteriore crescita in un contesto di inflazione superiore alle attese.

Tutti i bond sono caratterizzati da un’indicizzazione fissa per il breve periodo, tale da offrire rendimenti superiori alla media di mercato, e da una successiva variabilità dei rendimenti legati all’andamento dell’Eurozone HICP Ex-Tobacco Index, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo esclusa la componente tabacco relativo ai 17 paesi dell’area euro. Come è possibile notare dalle tabelle, ogni obbligazione si contraddistingue per una struttura differente in termini di indicizzazione. Ad oggi sono tre le proposte, quelle con scadenza più lunga, che prevedono un floor ai rendimenti minimi, nel caso in cui la copertura sull’inflazione non dovesse rivelarsi utile. Diversamente le altre obbligazioni, con scadenza più ravvicinata (2014), consentono di sfruttare in maniera più che proporzionale, data la partecipazione in leva, un eventuale forte apprezzamento dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo europei.

In relazione alla tipologia e alle caratteristiche di un investimento su obbligazioni Inflation Linked, solitamente contraddistinto da un orizzonte temporale di medio-lungo termine, guardiamo in particolar modo alla Scudo Fisso 6% Inflazione ( Isin IT0006710880 ) che, grazie alla sua struttura, garantisce discreti ritorni minimi anche nel caso in cui i timori inflattivi non dovessero concretizzarsi.

Entrando nel dettaglio, l’obbligazione riconosce al possessore cedole annuali posticipate che, per le prime tre date di pagamento ovvero fino al 7 gennaio 2013, sono pari al 6% mentre in seguito, a partire dal 7 gennaio 2014 e fino alla scadenza fissata per il 7 gennaio 2025, saranno pari all’inflazione europea più uno spread dello 0,2%, dove per inflazione europea si intende la variazione percentuale tra l’indice HICP Ex Tobacco relativo a 15 mesi prima la successiva data di pagamento delle cedole variabili e quello relativo a 27 mesi prima. Inoltre, caratteristica peculiare del bond, oggi assolutamente non trascurabile, è la presenza di un floor al 3%, che garantisce un rendimento minimo alla componente variabile anche qualora i timori di una fiammata inflattiva si rivelino infondati.

Pertanto, la presenza del floor ai rendimenti rende questa obbligazione uno strumento non riducibile a un semplice investimento di difesa del potere d’acquisto ma un bond in grado di offrire rendimenti non disprezzabili anche qualora l’inflazione dovesse rimanere sui correnti livelli. Come di consueto, si è provveduto ad effettuare un’ipotesi di rendimento potenziale, tenuto conto dei correnti 100,6 euro esposti in lettera al MOT di Borsa Italiana. Ebbene, in base alle attuali stime circa l’evoluzione futura dell’inflazione europea, la variazione annuale compreso lo spread di rendimento aggiuntivo (0,20%) previsto dalla Scudo Fisso 6% Inflazione, solo alla data di scadenza risultano superiori al floor del 3% e pertanto ad oggi tale obbligazioni consente appieno di sfruttare il floor presente nella struttura assimilandosi di fatto, soprattutto nei riguardi dell’esposizione al rischio tassi, ad una classica struttura a tasso fisso capace in ogni caso di garantire un ritorno annuo del 3,02% lordo, superiore di circa 23 punti base ad una analoga tasso fisso del medesimo emittente con stessa maturity.