CALENDAR SPREAD

Lo spread di calendario offre margini di profitto in caso di neutralità del sottostante

Torna puntuale l’appuntamento del Punto Tecnico con le strategie in opzioni. Questa settimana analizzeremo lo spread di calendario o calendar spread, costruito attraverso la combinazione di due opzioni dello stesso tipo, con stesso strike (o simile) ma con scadenza differente, e per il quale è necessario vendere anche l’opzione con scadenza più lontana quando l’opzione più a breve va in scadenza. Nello specifico, lo spread di calendario si costruisce vendendo una call con strike “A” e comprando una call con stesso strike “A” ma con scadenza più lunga. E’ possibile assumere come regola che più l’opzione è lontana più in genere è cara e infatti, come vedremo nell’esempio, la strategia richiederà un investimento iniziale.

Mettendo in atto tale strategia, l’obiettivo è quello di sfruttare il maggiore time decay delle opzioni con scadenza più vicina. Si ricorda infatti che il premio delle opzioni può essere suddiviso in due componenti: valore intrinseco, ovvero il guadagno realizzabile esercitando l’opzione immediatamente, e il valore temporale, che riflette la probabilità di un’opzione di guadagnare valore e scadere così in the money.

Le opzioni più sensibili al time decay, cioè quelle che perdono più valore con il passare del tempo, sono quelle at the money. Per attuare una strategia calendar spread, lo strike viene quindi scelto in modo tale che a scadenza dell’opzione più breve il sottostante sia il più vicino possibile allo strike.

Guardando al profilo di payoff di questa strategia, è possibile affermare che la veste grafica è molto simile a quella dello spread a farfalla, che abbiamo già avuto modo di analizzare nelle pagine di questa rubrica. L’investitore trarrà profitto dallo spread di calendario se alla scadenza dell’opzione più breve il prezzo del sottostante sarà prossimo al suo strike. Più nel dettaglio, considerando gli strike at the money dell’opzione call per le due scadenze diverse, l’investitore che vende la scadenza più vicina e  compra quella più lontana trae vantaggio da un mercato laterale, stazionario nel breve periodo e più volatile nel lungo.

LA STRATEGIA

Fatte queste premesse, in virtù dei corsi correnti del FTSE Mib, e considerando il costo delle opzioni presenti sul mercato, cerchiamo di strutturare una strategia con l’obiettivo da un lato di massimizzare il rapporto tra la massima perdita conseguibile e il massimo profitto potenziale,  e dall’altro di coprire l’esposizione alle perdite in caso di ulteriori ribassi del sottostante.

Con tali obiettivi, la scelta è ricaduta su due strike leggermente differenti e in modo particolare su una long call strike 14.500 punti con scadenza giugno 2012 e su una short call scadenza maggio 2012 con strike 14.250 punti. Con il sottostante a quota 14.271 punti, il costo totale della strategia risulta essere piuttosto basso (90 euro) e, a fronte di ciò, il massimo profitto è pari a 847,64 euro e la perdita massima pari a 715 euro, che si verifica solo in caso di un forte rialzo del sottostante, con le perdite limitate al minimo in caso di una prosecuzione del trend ribassista dell’indice italico.

Guardando ai costi delle due opzioni, come già affermato, appare chiaro come l’incasso per la vendita della call a breve scadenza sia sufficiente a coprire quasi interamente la spesa per la call con scadenza giugno, in quanto si è agito sugli strike leggermente differenti per ridurre considerevolmente sia il costo di strutturazione, con la vendita di un’opzione ATM e il contestuale acquisto di una call con scadenza più lunga leggermente OTM, sia l’esposizione alle perdite per la parte sinistra del grafico.

Facendo riferimento al profilo di rimborso, si nota come qualora l’indice alla data di scadenza della prima opzione si trovi vicino ad area 14.250 punti, la strategia restituirà il massimo guadagno conseguibile (847,64 euro). In tale scenario, infatti, l’opzione venduta scadrà priva di valore (valore intrinseco nullo, valore temporale nullo), mentre il valore temporale dell’opzione acquistata che scadrà successivamente, avrà raggiunto il massimo possibile.

Diversamente, per comprendere il profilo di payoff di uno spread di calendario è necessario fare delle ipotesi. Se alla scadenza più breve, in questo caso maggio, il  sottostante indice sarà a un livello più basso rispetto allo strike (14.250 punti), l’opzione in  scadenza non avrà alcun valore e la call a lunga scadenza avrà un valore prossimo allo zero. Ciò genererà per l’investitore una perdita di poco inferiore al costo dello spread, per via della discrepanza tra i due strike appositamente scelta proprio per limitare l’esposizione a perdite in caso di ribassi dell’indice, con il punto di pareggio in area 12.800 punti.

Analogamente se l’indice dovesse muoversi al rialzo, muovendo oltre area 15.000 punti, l’investitore si troverà in una posizione fortemente esposta a perdite, ovvero con la posizione corta sulla call che scadrà fortemente ATM.

Come visto, la scelta degli strike incide in maniera significativa sulla gestione dei profit & loss totali. Pertanto è possibile agire sugli stessi in modo da sbilanciare il calendar spread, che nasce come strategia neutrale, in base alle proprie aspettative.

Spread di calendario neutrali

La scelta di uno strike pari al valore dell’indice prende il nome di spread di calendario neutrale. Si assume cioè una posizione neutra rispetto al sottostante credendo nella sua immobilità.

Spread di calendario al rialzo

Se si sceglie un prezzo d’esercizio più alto per le due call e si realizza uno spread di calendario volto a un’aspettativa moderatamente rialzista sul sottostante.

Spread di calendario al ribasso

Scegliendo uno strike pari a 14.000/13.750 quando l’indice si trova a quota 14.300 si crea uno spread al ribasso.

Spread di calendario mediante put

L’investitore che voglia realizzare uno spread di calendario mediante put comprerà una put con scadenza lunga, e venderà una put a breve scadenza.

Spread inversi di calendario

Il trader che voglia realizzare uno spread inverso acquisterà l’opzione a breve e venderà quella con scadenza più alta. Attenzione perché lo spread genera un profitto se il giorno della scadenza dell’opzione a breve, il sottostante si trova parecchio distante dallo strike al di sopra o al di sotto ma comporta una perdita significativa se si trova a ridosso.