SUL CRUDE OIL WTI CON L’OPZIONE BONUS

BNP Paribas lancia in collocamento un inedito Bonus Plus sul petrolio con due cedole incondizionate al 5%. La variabile cambio potrà incidere sul risultato finale.

I Bonus Plus si differenziano dai classici Bonus perché prevedono che il rendimento venga distribuito senza alcuna condizione nel corso della vita dello strumento, lasciando alla scadenza che l’aleatorietà interessi solamente la restituzione del nominale investito. Considerati un ibrido tra le obbligazioni a tasso fisso e i certificati con protezione condizionata del capitale, i Bonus Plus sono stati proposti nell’ultimo anno su diversi sottostanti azionari. Mai, prima d’ora, erano però stati agganciati all’andamento di una materia prima, perlopiù esposta in una valuta diversa dall’euro. A tenere a battesimo la prima emissione legata al petrolio, è stata in questi giorni BNP Paribas, con il lancio sul mercato primario di un Bonus Plus sul WTI Light Crude Oil, ossia il petrolio americano, che dal confronto con il Brent europeo è risultato finora meno performante.

Sottoscrivibile fino al 23 aprile, il certificato presenta una durata di due anni, al termine dei quali restituirà i 100 dollari di nominale a patto che il Crude Oil WTI non abbia perso più del 40% dai valori che verranno fissati in sede di emissione. Viceversa, rimborserà i 100 dollari diminuiti dell’effettiva performance negativa del petrolio, calcolata a partire dai valori di strike. Per quanto riguarda il rendimento, questo verrà distribuito in due annualità, sotto forma di cedola incondizionata pari al 5% lordo del nominale. Trattandosi di un certificato non protetto dal rischio cambio, sia il flusso cedolare che il rimborso del nominale dovranno essere convertiti al tasso di cambio euro dollaro del momento, con possibili conseguenze positive o negative sulla loro entità. Più in particolare, ipotizzando che il rapporto di cambio registri un decremento, passando dagli attuali1,31 a 1,25, l’importo della cedola pari a 5 dollari aumenterebbe da 3,81 a 4 euro. Viceversa, un livello di cambio in aumento, comporterebbe un accredito in euro inferiore.

In conclusione, il rendimento al netto della componente cambio sarà del 10% semplice, per effetto della distribuzione incondizionata di due cedole annue del 5%. Un eventuale extrarendimento potrà derivare dall’andamento favorevole del cambio. Per quanto riguarda il rimborso del nominale, questo sarà invece subordinato al mancato raggiungimento da parte del Crude Oil WTI di un livello inferiore a quello di partenza di oltre il 40%. Ipotizzando una determinazione dello strike sugli attuali 103 dollari, la barriera verrebbe posta a circa 62 dollari, un livello toccato dall’oro nero per l’ultima volta a luglio 2009.