STRATEGIE IN OPZIONI: BEAR SPREAD

Certificati e strategie in opzioni, a volte molto più di un connubio vincente

 

Nelle pagine del Punto Tecnico hanno trovato spazio fino ad oggi le analisi delle strutture opzionali implicite ai certificati di investimento. Più nello specifico, infatti, ricordiamo che il payoff asimmetrico rispetto all’investimento lineare nel sottostante (benchmark), viene creato dall’emittente proprio attraverso una strategia in opzioni, con la strutturazione di un portafoglio successivamente cartolarizzato in quote e venduto sul mercato che rende quindi accessibile tali strategie complesse anche all’investitore privato.

A partire da questa settimana, con l’obiettivo di fornire una panoramica delle diverse figure realizzabili mediante l’inserimento congiunto delle opzioni in un portafoglio, inizieremo un percorso che ci porterà alla conoscenza di quelle più trattate sul mercato, utilizzando dati reali e osservando i vari risultati. Le strategie non saranno altro che combinazioni di call e put, in posizione di acquisto o vendita, con uguale o diverso strike, aventi stessa scadenza oppure no. Insomma come si potrà constatare, le opportunità sono infinite.

Visto anche il quadro di mercato che sembra aver delineato il raggiungimento di target di breve termine, con un alleggerimento dei corsi a consolidamento del trend ascendente di medio periodo, e venuto meno il divieto di short-selling, inizieremo questa settimana con la presentazione di una strategia ribassista, utile anche in ottica di copertura del rischio di mercato di un portafoglio azionario.

SPREAD AL RIBASSO

Per prendere una posizione ribassista, tradizionalmente, è possibile utilizzare le seguenti tecniche:

  • Vendita di un future (vendita del sottostante con profitti e perdite illimitate)
  • Acquisto di una put ( guadagno illimitato e perdita pari al premio pagato)
  • Vendita di una call ( guadagno massimo pari al premio incassato e perdita illimitata)

E poi possibile mettere in atto delle strategie in spread al ribasso, che consentano una migliore gestione dell’esposizione sul sottostante. Tra queste, come prima figura, si procederà a costruire un Bear Spread, con l’aspettativa che il prezzo del nostro sottostante scenda. E’ possibile strutturare tale strategia comprando una put in the money e vendendo contestualmente una put out of the money con stessa scadenza. Analogamente il medesimo payoff può essere riprodotto utilizzando le call come opzione base, ovvero vendendo una call ITM e comprando una OTM con stessa scadenza. Per comodità, decidiamo di utilizzare la strategia con le opzioni put, di cui nella tabella presente in pagina si mostrano i prezzi delle di tutte le put scadenza marzo2012 afronte di un corrente valore pari a 16221 punti dell’indice FTSE Mib. Realizzeremo la nostra strategia con l’acquisto di una put con strike16.500 a520 punti e la vendita di una put sempre su marzo con uno strike pari a15.500 a 134 punti. Come è possibile vedere dal grafico di payoff, la strategia entra in guadagno sotto quota 16120 punti. Al di sopra di questo livello la perdita massima realizzabile è pari a 965 euro. Analogamente, il massimo guadagno è pari a 1535 euro. La scelta degli strike di esercizio incide ovviamente molto sul profilo rischio-rendimento atteso, nonché sull’ammontare totale di debito cui l’investitore si espone, anche in ottica di mantenimento del margine. Questo perché più è alto lo strike della put venduta e maggiore è il flusso in entrata, derivante dal premio incassato; tuttavia minore è il profitto massimo realizzabile. Si tenga presente come, se avessimo scelto una short put  strike 16.000, il premio incassato sarebbe stato pari a 675 euro, ma il profitto massimo sarebbe sceso a 625 euro, pari esattamente alla massima perdita conseguibile (-625 euro). In conclusione, vero è che se l’indice fosse sceso di molto avremmo goduto di un maggiore profitto generato dall’acquisto di una semplice put ma la perdita massima realizzabile sarebbe stata più alta pari a -1300. Questo fa crescere il rischio della nostra strategia. Grazie allo spreads al ribasso abbiamo limitato i guadagni ma contenuto le perdite.