LA CORSA DEI BENI RIFUGIO

Non solo oro, ma anche franco svizzero

L’andamento erratico dei mercati sembra di fatto aver completamente messo in discussione tutta quella serie di meccanismi, economico-finanziari, sui quali si poggiava. Soltanto negli ultimi sei anni, il mondo finanziario è stato completamente stravolto: dal fallimento di una delle più grandi banche americane, alla crisi dei debiti sovrani, con i rendimenti del mercato obbligazionario dei Titoli di Stato addirittura superiori a quelli offerti dai titoli societari. Non per ultimo la messa in discussione della tripla A degli Stati Uniti, con il debito USA a breve termine che, in letteratura finanziaria, rappresenta da sempre il benchmark per il risk-free.

Come accade da sempre, è però nei momenti di maggior bufera che l’attenzione si sposta inevitabilmente sui beni rifugio. Propriamente definiti come asset anticiclici, in grado quindi di apprezzarsi o mantenere intatto il proprio valore anche in contesti di forte instabilità economica, essi svolgono un ruolo fondamentale all’interno della gestione di portafoglio. Se il bene rifugio per antonomasia resta ovviamente l’oro, un altro asset fortemente decorrelato si è dimostrato il franco svizzero, che poggia la propria forza sui fondamentali del Paese elvetico che vede, tra l’altro, un rapporto debito/Pil al 47%.

Mettendo a confronto graficamente oro e franco svizzero, si nota chiaramente il trend ascendente che ha contraddistinto i prezzi dei due asset, con una correlazione molto elevata nel corso dell’ultimo anno.


La delicata situazione in cui versa l’economia globale sembrerebbe non porre ostacoli al forte rialzo dei due beni rifugio, per cui mai come ora per entrambi i sottostanti sembrerebbe valere il famoso detto: Follow the trend o, meglio ancora, Trend is your friend. Tuttavia, è doveroso guardare ai loro fondamentali.

In particolare, in un contesto che vede il dollaro americano gravato da una forte incertezza e l’euro inaspettatamente forte nonostante i PIIGS, la moneta elvetica è divenuta la valuta rifugio per eccellenza. Ciò ha senza dubbio influito sulla sua sopravvalutazione dal momento che, seguendo l’approccio della parità dei poteri d’acquisto (PPP: Purchasing Power Parity), risulta essere una tra le più care.

Eseguendo infatti un raffronto tra le varie divise contro l’euro, come è possibile notare dalla tabella, la stima eseguita attraverso la metodologia PPP indica ad esempio un valore del cambio Eur/Chf pari a 1,37 contro i correnti 1,1165, quindi con una sovra-stima del 18,65%.

FOLLOW THE TREND

Tra i certificati di investimento capaci di trarre beneficio da un ulteriore rafforzamento della divisa svizzera troviamo il Valuta Plus targato RBS ( Isin NL0009654631 ). I tassi prossimi allo zero, hanno di fatto trasformato tale prodotto in un semplice benchmark a replica inversa del tasso di cambio Eur/Chf. Del tutto particolare è la storia di tale prodotto: arrivato al Sedex nel dicembre 2010 con un fixing del cambio sottostante pari a 1,3176, livello poi mai più valicato, lo strumento ha saputo egregiamente sfruttare tutto il down trend che ha portato i corsi del cambio fino in area 1,1.

Di conseguenza a fronte dei 101,15 euro di primo prezzo sul Sedex, il prodotto è oggi acquistabile a 121,45 euro, con un saldo positivo dall’emissione di circa il 20%.

ATTENZIONE AI FONDAMENTALI

Più nutrita risulta essere l’offerta per quel che concerne i certificati in grado di apprezzarsi in un scenario di indebolimento del franco svizzero.

Il fixing sui massimi di periodo del cambio Eur/Chf ha penalizzato fin da subito l’Equity Protection Quanto firmato Banca IMI ( Isin IT0004643984 ). Gli attuali 1,1165 del cambio, a fronte di uno strike iniziale pari a 1,37, hanno infatti spinto a 87,7 euro i prezzi del certificato. Il prezzo sotto la pari rende tuttavia molto interessante lo strumento, capace di generare un rendimento minimo del 4,13% annuo, tenuto conto della protezione dell’intero nominale a scadenza, prevista per il 29 ottobre 2014,  e di vederlo incrementare ulteriormente qualora a scadenza i corsi del cambio sottostante siano al di sopra del livello iniziale.

Un’altra interessante proposta è il Digital Quanto, ( Isin XS0620575489 ) sempre firmato Banca IMI e quotato al Cert-X di EuroTLX. La struttura prevede la protezione dell’intero nominale a scadenza, prevista per il 2 giugno 2014, e cedole annue del 4,4% vincolate alla tenuta del livello 1,21522 del tasso di cambio Eur/Chf nelle varie date di osservazione a cadenza annuale.

Sebbene non sia disponibile un prezzo lettera, facendo fede alla quotazione di 842,88 euro esposta dal Market Maker in denaro, il rendimento offerto a scadenza può variare dal 6,27%, nel caso della sola protezione dell’intero nominale, fino all’11,62% nello scenario in cui si verifichino tutte le condizioni idonee per l’erogazione delle cedole annue del 4,4%.