Con maggio arriveranno le vendite sui mercati?

I mercati si sono affacciati sul quinto mese dell’anno con gli indici azionari tornati a flirtare con i massimi di periodo. Ad aprile Wall Street si è piano piano riportata sui nuovi massimi dal 2008. Il rallentamento dell’economia Usa nei primi 3 mesi del 2011 non ha sorpreso i mercati che comunque rimangono positivi sulle prospettive per l’economia a stelle e strisce nonostante i possibili problemi che potrebbero derivare dal persistere delle pressioni inflattive. Da inizio anno lo S&P 500 vanta un saldo positivo dell’8 per cento, così come l’indice Dax tedesco. La volatilità sui mercati si mantiene a livelli estremamente bassi nonostante in questi mesi non siano mancate turbative quali la crisi in Medio Oriente, quella del debito sovrano nei Paesi periferici europei, il terremoto in Giappone e l’outlook negativo di S&P sul debito Usa. La stagione delle trimestrali non ha deluso le attese e le quotazioni attuali non appaiono tirate.

L’arrivo di maggio inevitabilmente fa balzare alla mente il vecchio adagio “sell in may and go away” che consiglia di alleggerire il portafoglio in vista dei mesi estivi per poi riposizionarsi in autunno. Negli ultimi 2 anni la tendenza è stata confermata a metà. Lo scorso anno maggio ha segnato effettivamente un’inversione di tendenza sui mercati complice soprattutto l’aggravarsi della crisi del debito nell’eurozona con saldo negativo del 5% circa per lo S&P 500 da maggio a settembre; tornando invece indietro al 2009, i 5 mesi a cavallo dell’estate sono stati molto fecondi per l’azionario che stava cavalcando la prima fase di ripresa dal mercato Orso durato fino al marzo 2009.

Dal canto suo Piazza Affari mantiene il suo ruolo di apripista confermandosi la migliore tra le principali Borse europee in questo 2011. A Milano lo scorso mese la parola d’ordine è stata ricapitalizzazione con tutte le big del credito, ad eccezione di Unicredit, che hanno risposto al sollecito di Bankitalia a raccogliere capitali freschi per presentarsi al meglio alle nuove sfide imposte da Basilea 3. “Le voci sulla ristrutturazione del debito greco, il fisiologico rallentamento della produzione industriale e, per quanto riguarda l’Italia, l’anomala concentrazione di aumenti di capitale delle banche a giugno/luglio – spiegano gli analisti di Equita – porta a ritenere che il mercato azionario potrebbe prendersi una pausa”. I fondamentali restano comunque solidi grazie alla crescita degli utili ed a multipli ragionevoli, ma secondo la sim milanese il mercato potrebbe non avere la forza per fare nuovi massimi, visto che gli investitori dovranno sottoscrivere circa 10 miliardi di euro di nuove azioni emesse dalle banche.