Italian Certificate Awards 2019, I VINCITORI

La XIII° edizione degli Italian Certificate Awards ha premiato Banca IMI come migliore emittente e BNP Paribas per il certificato dell’anno e per il premio alla comunicazione. Di Banca Generali è l’exploit dell’anno

Nell’anno dei massimi per i listini azionari, un numero sempre maggiore di banche emittenti, reti di distribuzione e consulenti ha scelto di puntare sul mercato dei certificati, approfittando dei benefici offerti dalla flessibilità, capacità di diversificazione ed efficienza fiscale. L’affermazione dei certificati come strumento di raccolta ha alimentato la crescita dei numeri sul primario, con oltre 13 miliardi di euro collocati a fine settembre dalle sole banche emittenti associate ad ACEPI e un’ulteriore importante quota non fotografata dai dati, e ha richiamato sul segmento nomi di rilievo del panorama delle reti di consulenza come Fideuram, Fineco, IW Bank, Credem e Banca Generali, affianco ad altre già da tempo consolidate.

Proprio la rete private guidata dall’AD Mossa si è resa protagonista di un vero e proprio exploit che le è valso il primo gradino del podio nella speciale graduatoria dedicata alla distribuzione dei certificati nella tredicesima edizione degli Italian Certificate Awards, organizzati da Triboo e Certificati e Derivati sotto il cappello del Certificate Journal. L’arrivo di Melania D’Angelo alla guida del progetto Certificates Hub ha messo il turbo alla raccolta dei consulenti Banca Generali, con un progresso di oltre il 200% anno su anno e un’architettura di distribuzione che è passata dal mono emittente a un panel sempre più nutrito di banche.

Nonostante i numeri straordinari con cui Intesa Private si è presentata allo sprint finale, il testimone delle reti di distribuzione private è quindi passato nelle mani della banca triestina. E’ invece andato alla rete bancaria di Intesa – Banca dei Territori il premio speciale per la distribuzione delle reti bancarie mentre tra i Broker online il voto del pubblico e della giuria ha visto prevalere WeBank sulla sempre agguerrita Fineco. Sempre più stimolante è stato il confronto tra i certificati in nomination nelle diverse categorie. Il Certificato dell’Anno è andato a BNP Paribas, con un Athena Double Relax Bell su due titoli azionari che ha conquistato la giuria per l’opzione lock in sul rimborso anticipato, la stessa opzione che ha permesso a Mediobanca di piazzare il suo Lock In su Intesa Sanpaolo sul terzo gradino del podio della categoria dedicata alla capacità di innovazione, vinta anche quest’anno da Natixis con un inedito Phoenix Memory che ha avuto il merito di consentire la piena compensazione delle minusvalenze 2015 anche a chi è soggetto all’interpretazione sulla fiscalità dei coupon che prevede la rettifica del prezzo fiscale di carico. Per la categoria “a partecipazione”, netta affermazione di un Tracker di Leonteq su un indice composto da una selezione di azioni svizzere, balzato in pochi mesi di oltre il 32% mentre in quella dei certificati a capitale protetto è stata Goldman Sachs a prevalere sui competitor con un Butterfly legato all’indice S&P500. Société Générale, seconda classificata per l’innovazione con un Express Glider, ha ottenuto il favore della giuria nella categoria “yield enhancement” con un Cash Collect Plus sulla lira turca mentre Vontobel ha sfruttato al meglio il rialzo dell’indice FTSE Mib con un Leva 7x che ha conquistato il primo premio a leva. Suo anche il certificato dell’anno salito sul terzo gradino del podio, un Tracker sulla Belt&Road. All’indice FTSE Mib è legato anche l’Autocallable Twin Win con cui Deutsche Bank si è aggiudicata il primo posto della graduatoria dei certificati a capitale protetto condizionato mentre a Banca IMI è stato assegnato il maggiore riconoscimento di emittente dell’anno, davanti a BNP Paribas e Unicredit.

Ricordando che i premi sono stati assegnati dalla giuria popolare che ha votato sul sito www.italiancertificateawards.it e da una giuria tecnica, vediamo ora nel dettaglio i vincitori nelle 12 categorie di premio.