Un certificato short a prova di market timing

Arriva al CertX un nuovo Phoenix Memory Reverse targato Leonteq su Tesla e Netflix con cedole dell’1,333% mensili

Gli indici americani sui massimi storici, con lo S&P500 che ha superato per la prima volta nella storia la soglia dei 3.000 punti, inducono sempre più gli investitori alla cautela.

Una delle soluzioni più richieste e ricercate da chi ha già posizioni lunghe in essere sul mercato americano o da chi ama anticipare il trend è quella rappresentata dai certificati di tipo Reverse Phoenix Memory, non dei puri certificati ribassisti quanto piuttosto delle opportunità di guadagno che si concretizzano in uno scenario di rallentamento del rialzo.

Leonteq si è distinta negli ultimi mesi per una serie di proposte Reverse su titoli americani e alcune di queste hanno dato ampie soddisfazioni, riuscendo perfino a centrare l’opzione di rimborso anticipato rispetto alla scadenza naturale prevista, mentre altre sono in netta sofferenza, a causa degli importanti rialzi che alcuni titoli continuano a mettere a segno (si pensi alla AMD che macina rialzi ininterrotti dai 20 dollari a cui sono fissati gli strike di alcune proposte).

L’accoppiata di titoli più utilizzata, in quanto è anche la preferita dagli investitori, è quella composta da Netflix e Tesla. Da una parte, la fiducia in un business model che può portare al raggiungimento di importanti traguardi ma dall’altra anche un profondo scetticismo sulla tenuta delle promesse fin qui fatte. Non è un caso, ad esempio, che per il titolo dell’eclettico Musk siano i dati sulle consegne effettive, ovvero sui ritardi, delle auto elettriche a rappresentare il market mover mentre su Netflix, come mostrato dall’ultima trimestrale, siano i dati sui nuovi clienti, in netto calo rispetto alle attese, a far muovere i prezzi vorticosamente.

Volatili e affascinanti i due titoli sono i sottostanti di un Phoenix Memory Reverse (Isin CH0481327564) quotato dalla svizzera Leonteq. Entrando nel dettaglio, nel basket Netflix è stata inserita con uno strike iniziale pari a 350,62 dollari mentre Tesla ha fissato il fixing di partenza a quota 225,03 dollari. Andando per ordine, le quotazioni di Netflix, uno dei migliori titoli del Nasdaq, hanno sbattuto per ben tre volte sul livello di 386,80 dollari, massimi raggiunti ad ottobre 2018, maggio e luglio 2019. Quest’area si è rilevata una forte resistenza statica che potrebbe proiettare le quotazioni intorno area 340 dollari, qualora non ci siano particolari soprese nell’imminente trimestrale in uscita. Senza considerare che la barriera capitale (fissata al 150% dello strike iniziale) si posizionerebbe a 525,93 dollari, ampiamente oltre i massimi storici di gennaio 2018 a quota 423,206 dollari.

Discorso analogo anche per Tesla, con il titolo del funambolo Elon Musk che è tornato a contatto con la parte bassa del trading range compreso tra area 250 e 388 dollari. Dopo la violazione al ribasso, che ha portato i corsi fino a toccare un minimo a 176,922 dollari, la reazione ha riportato i corsi a ridosso di tale livello che potrebbe ora fungere da nuova resistenza. Insomma anche in questo caso una posizione ribassista potrebbe avere senso.

Attualmente il certificato viene proposto a 954,5 euro in lettera, con l’attuale worst of il titolo Tesla già in rialzo di oltre 12 punti percentuali dallo strike. Il funzionamento del prodotto prevede cedole mensili dell’1,333% (il 15,996% annuo) con trigger del 150% dallo strike. Questo significa che qualora nelle date intermedie nessuno dei due sottostanti segni un +50% dallo strike iniziale, il certificato è in grado di pagare la cedola mensile per altro dotata di effetto memoria. A partire dalla terza rilevazione, ovvero dal 17 settembre in poi, parallelamente alla cedola sarà presente anche l’opzione autocallable attivabile qualora tutti i sottostanti si trovino sotto strike. Interessante anche la scadenza di breve termine prevista per giugno 2020. Un anno solo di vita per un certificato in grado di potare rendimento aggiuntivo al portafoglio. Prezzo sotto la pari che oggi diviene interessante per aumentare, anche se frazionalmente, lo yield a scadenza.