E’ uscito il Certificate Journal n.545

web_300x350

Attesa da mesi da analisti e investitori, la correzione sui listini americani è arrivata con tutto il suo carico di volatilità. Come era normale che fosse, non si sta trattando di una discesa composta bensì di un’alternanza di rapide prese di profitto anche sostanziose e altrettanto rapidi rimbalzi, il tutto nel nome degli algoritmi che ormai dettano più della metà degli scambi azionari mondiali. Si è detto di tutto sul cosiddetto flash crash di Wall Street di qualche giorno fa, tranne che è “normale” che se per mesi non dai mai modo alle quotazioni di prendere fiato, alla prima occasione di storno si finisca con il registrare dei picchi estremi di discesa causati dalle vendite automatiche. L’effetto molla, che peraltro è quello che alimenta i maggiori rialzi di Borsa, potrebbe durare ancora per qualche giorno per poi lasciare posto a un trend di fondo che è tutt’altro che compromesso.

Nonostante i punti persi in questi giorni dagli indici a stelle e strisce, le quotazioni sono ancora prossime ai valori dello scorso dicembre, livelli dai quali già si auspicava un arrivo della correzione. In Europa, peraltro, tranne qualche scivolone prontamente rientrato, il ritorno della volatilità non ha causato finora particolari danni se non quelli di aver allontanato molte quotazioni dai massimi. Sul fronte dei certificati questo si traduce in maggiori margini di rendimento per quei prodotti che già da diverse settimane erano diventati prodotti più da “vendere” che da “acquistare”.

Tra questi si segnalano sia il Certificato della Settimana, ossia un Phoenix Memory sul titolo ENI, che in scia al quasi 10% perso dal Cane a sei zampe è sceso a prezzi tali da rendere plausibile un rendimento potenziale annuo superiore all’8,5% con barriera ancora lontana, sia i nuovi Double Cash Collect di BNP Paribas, che approfittando della struttura a doppia cedola ( su barriera e livello autocallable) e una quotazione ben sotto la pari, sono in grado oggi di rendere allettanti anche le proposte legate agli indici azionari oltre che quelle sui singoli titoli ( rendimenti potenziali a doppia cifra si osservano su molti sottostanti). Le due analisi di questa settimana sono solo la punta dell’iceberg di un contesto tornato promettente e maggiormente allineato a quei rapporti tra rischio e rendimento che solo pochi giorni fa, con gli indici sui massimi, sembravano destinati a far prevalere nettamente la componente del rischio.

 

Se vuoi continuare a leggere l’articolo vai sul CJ n.545