Bce farà lo stopper anche nel 2018, le elezioni non spaventano i Btp

Va in archivio un anno decisamente ricco di soddisfazioni per chi ha deciso di puntare con decisione sulle asset class rischiose, a partire dall’azionario. La crescita economica mondiale ha sorpreso in positivo, quella l’area euro – Italia compresa – ancora di più. Le prospettive per il prossimo anno a livello economico sono ancora rosee e in Europa non mancherà il supporto della Bce. Inevitabilmente il QE non può durare in eterno e Mario Draghi non può far altro che approcciare nel modo più soft possibile l’uscita dalle misure straordinarie di stimolo monetario. Con l’arrivo del nuovo anno partirà così la rimodulazione del quantitative easing (QE) della Bce. L’istituto centrale europeo renderà effettiva la decisione di ridurre l’ammontare degli acquisti di asset: il programma passerà dagli attuali 60 mld a 30 miliardi di acquisti mensili e si protrarrà almeno fino a settembre 2018.

Sul mercato i rendimenti dei titoli di Stato, sia core che periferici, stanno progressivamente prezzando l’avvicinarsi della fine del QE con il rendimento del Bund decennale risalito nelle ultime sedute in area 0,40% e il Btp decennale all’1,9%, seguendo in parte il rialzo oltreoceano dei rendimenti dei Treasury sui massimi a 9 mesi. Il sostegno della Bce all’obbligazionario europeo rimarrà comunque molto forte considerando anche l’attività di reinvestimento delle cedole e dei rimborsi. Nonostante la riduzione del 50% degli acquisti mensili, il controvalore totale reale si ridurrà decisamente di meno considerando che il prossimo anno sono previsti rimborsi per un totale di 137 miliardi di euro di cui il 78% ovvero 106 mld frutto dei rimborsi dei Titoli di Stato europei. Per chi è alla ricerca di rendimento l’opzione dei Btp e in generale dei governativi europei ad alto rendimento potrebbe quindi rimanere una valida scelta proprio in virtù del supporto della BCE.

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