GENERALI DIETRO LA COLLINA

La soglia dei 13 euro assomiglia sempre più ad un ermo colle per Generali Assicurazioni. Quali opportunità sul Leone di Trieste?

Il prelievo forzoso dai ricchi conti correnti ciprioti crea un pericoloso precedente e gli investitori cominciano a tirare le reti del settore del credito europeo. Si alza così  l’asticella dello spread sui titoli di stato periferici mentre si perfeziona il quarto bailout dalla nascita dell’Unione Europea. I tassi continuano a rimanere bassi in tutta l’area per facilitare la trasmissione di liquidità e la Commissione Europea, come riportato dall’ultima consultazione su iniziative di policy ( il Green Paper), nell’ intento di diversificare i propri finanziamenti si  auspica di alleggerire in modo sostanziale il ricorso alle banche bussando alla porta dei grandi istituti assicurativi del Vecchio Continente.

Tra i settori più esposti al debito Sovereign e agli interventi di politica monetaria, quello assicurativo è tuttavia sempre stato posto in secondo piano all’interno di una realtà bancocentrica che ha fatto dei primari istituti di credito il bersaglio preferito. Se la speculazione che continua a mantenere bollenti le quotazioni dei principali titoli bancari non ha mai lanciato una controffensiva diretta al sistema assicurativo sui listini azionari, come riporta l’ultimo Report degli analisti di Bloomberg interpellati per lo scenario del segmento Vita nell’anno in corso, numerose sono le sfide alle quali dovranno sottoporsi i principali istituti assicurativi come Allianz, Axa ela triestina Generali Assicurazioni.I continui aiuti da parte della BCE per mantenere bassi i tassi d’interesse minano infatti alla redditività di lungo termine su cui si basa la gestione dei portafogli assicurativi. L’implementazione di Basilea III e di Solvency II risulterà poi in un inasprimento dei coefficienti richiesti per il rafforzamento del patrimonio che sottoporrà, assieme al ruolo di principali investitori in titoli di stato, ad una cauta gestione del proprio asset.

La dèbacle sulle azioni assicurative dell’area Euro a seguito dell’incertezza relativa alle elezioni italiane e al caso Cipro è stata infatti sintomatica del crescente peso del rischio paese.  La ripida correzione si è manifestata all’indomani del forte recupero messo a segno dal settore dal giugno dello scorso anno, portando il trend medio a sovraperformare lo STOXX 600, per il contribuito sostanziale del salvataggio greco. Il ribasso ha tuttavia consumato buona parte dell’apprezzamento di inizio anno, facendo scivolare Generali Assicurazioni al penultimo posto dell’indice settoriale europeo, con un saldo da inizio anno pari al -11,35%  ed un ribasso complessivo dagli exit poll elettorali italiani pari al 3,73%.

Il leone triestino a partire dal2010 haincrementato la propria esposizione in titoli di Stato, scaricando da un lato l’esposizione su Germania e Portogallo ed aumentando dall’altra quella in titoli spagnoli,francesi e italiani, principale mercato di riferimento del colosso assicurativo. Un rischio paese scontato anche dal contratto di Credit Default Swap di Generali pari a 305,540 punti, di gran lunga superiore ai 186,330 di Axa o 104,635 bp di Allianz.

Dopo il poderoso recupero dai minimi dello scorso maggio a quota 8,215 euro fino ai 14,56 di gennaio, la comunicazione dei dati relativi al quarto trimestre2012 haspinto definitivamente il titolo assicurativo al di sotto della soglia dei 13 euro. La svalutazione di alcune partecipazioni tra cui quella in Telecom sono costate a Generali una chiusura in rosso con una perdita netta complessiva di 1,04 miliardi di euro. Il risultato operativo è tuttavia cresciuto del 12% grazie al segmento Non Vita, che continua a pesare meno del 50% all’interno del business del colosso triestino. Anche se il solvency ratio, ovvero la capacità di assorbire le perdite è cresciuta rispetto al trimestre precedente, nell’ultimo mese è in aumento il numero degli analisti che consiglia l’uscita dal titolo. Il consensus medio rimane tuttavia neutrale con target price a un anno pari a  13,53 euro.

Previsioni di lateralità e turbolenze sul Leone alato, a quali opportunità lasciano spazio lungo il panorama dei certificati?

Già segnalati nel Certificate Journal 292 dello scorso settembre, i Fast Bonus gemelli targati ING Bank (XS0672414876) e Royal Bank Of Scotland (GB00B6HZ0F48 ), fallito il rimborso anticipato alla prima data autocallable, per via della struttura difensiva che li contraddistingue rimangono ancora tra i più validi strumenti scritti su Generali Assicurazioni.  Guardandone al funzionamento, prendiamo a riferimento il certificato di ING Bank in quanto, a parità di condizioni, continua ad offrire il maggior upside a fronte del medesimo grado di rischio sostenuto. Rilevato uno strike a 11,94 euro il 30 settembre 2011 e fissata la barriera a 5,97 euro, equivalente al 50% del valore iniziale, riconoscerà alla scadenza del 23 settembre 2015 un importo aggiuntivo di 408 euro ogni 1000 di nominale se il prezzo di chiusura di Generali non sarà inferiore alla barriera. Il certificato prevede tuttavia due finestre per l’estinzione anticipata del nominale maggiorato di un coupon a memoria di 102 euro. Pertanto alla prossima rilevazione fissata per il 23  settembre, sarà necessario che il sottostante non si trovi a un valore inferiore a quello iniziale per ottenere il rimborso di 1204 euro. Si passerà altrimenti all’appuntamento successivo  fissato per il 2014, oppure alla scadenza, dove sarà necessario che il sottostante non scenda al di sotto dei 5,97 euro di soglia knock out per il rimborso complessivo a 1408 euro. Nella mattinata del 25 marzo, a fronte di un valore spot del titolo assicurativo pari a 12,37 euro, il certificato è esposto in lettera a 1153,3 euro, lasciando spazio ad un rendimento complessivo pari al 4,4% con un buffer sul trigger di 1,89 punti percentuali al netto dei 20 centesimi di perdita attesa dovuta allo stacco del dividendo.  Qualora anche per il secondo appuntamento con il rimborso anticipato venisse a mancare la condizione invalidante, in virtù del ricco premio crescente  sulle date intermedie  e la profonda barriera valida unicamente a scadenza, la flessione subita dal certificato dovuta all’estinzione senza valore dell’opzione autocallable sarà contenuta, come osservato dalle quotazioni del prodotto all’indomani del mancato rimborso lo scorso settembre.

IPOTESI DI COPERTURA

Se tuttavia si volessero allargare le probabilità di ottenere un rendimento positivo, si segnala il Reverse Bonus Cap di BNP Paribas (NL0010069860), come strumento di copertura all’interno di una combinazione di portafoglio con il Fast Bonus prima descritto. Il certificato dell’emittente francese infatti, scadendo il prossimo 20 settembre, in concomitanza con la data di rilevazione del Fast Bonus, si presta allo scopo di difendere l’upside in caso di ribasso. Più in particolare, se il prezzo di chiusura di Generali Assicurazioni non avrà mai oltrepassato la soglia dei 15,29 euro, il Reverse Bonus Cap si estinguerà con un importo pari a 107 euro per certificato. In caso contrario si aggancerà con replica inversa alla performance del sottostante, fermo un rimborso massimo pari a 107 euro.

Passando al portafoglio, osserviamo lo scenario sull’ipotesi di una combinazione che assegna il 70% del peso al Fast Bonus e il restante 30% al Reverse Bonus Cap di BNP Paribas,  rapporto ritenuto ottimale in base alle simulazioni effettuate.  Tenuto conto di un valore iniziale del portafoglio pari a 100000 euro e di un prezzo lettera pari a 102,65 euro per il Reverse e di 1153,35 per il Bonus, la combinazione permette di ottenere un risultato positivo all’interno di un intervallo di variazione di Generali da un -10% a un +23,6%. In caso di rottura della barriera up del Reverse Bonus, la perdita dovuta all’allineamento alla replica short del sottostante sarà mitigato dal profitto generato dall’estinzione anticipata del Fast Bonus. Per valori inferiori all’intervallo invece si otterrà un profitto certo dal Reverse Bonus Cap mentre il mancato evento autocallable determinerà una flessione del fair value del certificato di ING Bank che si tradurrà sì in una perdita in conto capitale, ma solo virtuale tenuto conto del profilo di rimborso alla scadenza legato alla tenuta della barriera.