PETROLIO TRA ECONOMIA E POLITICA

Ci sono molti modi di combattere un guerra e quello scelto dai governanti e dai governatori delle Banche centrali fa ricorso all’uso di armi non convenzionali e a manovre di politica monetaria che riconducono al principio del mors tua vita mea. A poco servono le dichiarazioni di incoraggiamento del Fondo Monetario o quelle di solidarietà degli Stati Uniti se poi, per tenere a galla l’economia a stelle e strisce, non si esita ad appesantire il fardello sulle spalle della fragile Europa, nella quale la Cancelliera di ferro fa la parte della buona madre di famiglia andando in visita ad Atene dopo che ai greci, di certo non esenti da colpe e responsabilità, sono state imposte soffocanti misure di austerità in nome di un virtuosismo di facciata. In questo scenario di battaglia a suon di dollari, c’è chi  continua a lavorare nell’ombra sul prezzo del petrolio, giustificando con il “collo di bottiglia” dell’oleodotto di Cushing, in Oklahoma, l’allargamento inusitato dello spread tra il Brent europeo e il WTI americano. Nelle ultime sedute il differenziale tra i due ha raggiunto livelli mai toccati prima, una situazione che operativamente potrebbe suggerire l’apertura di una posizione in spread, come descritto nell’Approfondimento interamente dedicato all’oro nero. Tra le novità della settimana, il Certificate Journal ha analizzato per voi la nuova serie di certificati a capitale protetto condizionato con leva emessi da BNP Paribas su blue chip italiane, con un occhio di riguardo a quello su Intesa San Paolo, e un inedito, per Banca IMI, Fast Bonus su Generali con premio annuale dell’8,8%. Per finire, mentre BNP Paribas ha lanciato il collocamento del primo certificato di investimento su Facebook, nuove regole in termini di quotazione sono state introdotte per l’ammissione al MOT delle emissioni obbligazionarie.