ITALIA, SALTO ALL’OSTACOLO

Piazza Affari al test dei minimi dello scorso novembre e volatilità in corsa. Focus sui certificati dotati di barriera a minor probabilità di rottura.

 

Con la chiusura di inizio settimana a 13849,55 punti, il FTSE Mib è ormai andato a riprendersi la prima importante area di supporto data dai minimi della fine di novembre. Come mostrato dal grafico a candela, l’indice si trova ora alle prese con la tenuta dell’area 13830/13900 punti, base di una congestione che ha il suo punto superiore in corrispondenza dei 17053 punti segnati il 28 ottobre scorso e successivamente testati, senza successo di rottura, tra il 16 e 19 marzo. La tenuta dei 13830 punti indice potrebbe dare il via ad un rimbalzo che proietterebbe l’indice sulla mediana del rettangolo, in area 15000 e successivamente 15400 punti. Viceversa, un break al ribasso avrebbe come conseguenza un’ulteriore intensificazione delle vendite con approdo sulla base del rettangolo più esteso, la cui parte superiore coincide con quello più piccolo ma i cui minimi sono rappresentati dall’area 13100/13200, ovvero i minimi dello scorso settembre. Trattandosi di due trading range estesi nel tempo, è da considerare l’ipotesi peggiore, ovvero che una rottura di entrambi produca un ribasso con target pari alla proiezione dell’ampiezza del rettangolo maggiore, ovvero di poco al di sopra dei 9150 punti. C’è da considerare peraltro che la volatilità implicita scontata dalle opzioni scritte sull’indice italico ha seguito un pattern sostanzialmente ribassista a partire dai massimi, in corrispondenza del bottom autunnale. Il profondo ribasso iniziato da marzo ha di nuovo infiammato la volatilità, ma non fino al punto da riportarne i valori sui massimi e lasciando pertanto spazio ad un ulteriore incremento. Con lo stacco dei dividendi ormai alle porte, saprà l’indice italiano affrontare la fisiologica debolezza estiva predetta dall’adagio “Sell in May and Go Away”?

A questo proposito andiamo ad analizzare una selezione di differenti tipologie di certificati scritti sull’indice FTSE Mib, dotati di barrier option e quindi sensibili non solo al sottostante ma anche alla volatilità, caratterizzati da un posizionamento della barriera sotto i 10000 punti, volgendo quindi l’attenzione ad una minimizzazione del rischio d’investimento e delle fluttuazioni di prezzo sacrificando di conseguenza l’upside potenziale.

BONUS E TWIN WIN: LA BARRIERA PIU’ BASSA E’ A 7490 PUNTI

 Tra i certificati con barriera al di sotto dei 10000 punti, i Bonus Cap sono in grado di riconoscere una maggiore protezione in termini di profondità del livello knock out.  L’inserimento di un cap ai rendimenti offre infatti allo strutturatore un margine di manovra più ampio in termini di buffer anche su scadenze relativamente contenute.

Il certificato dal profilo più bearish è il Bonus Cap di BNP Paribas, codice isin NL0009526102, con barriera a 7490,675 punti.  Rilevato uno strike a 14981,35 punti, alla scadenza del 19 settembre2014, inassenza di evento knock out, riconoscerà un rimborso minimo pari a 112 euro. Se il valore a scadenza dovesse essere superiore al livello bonus, pari a 16779,11 punti, il certificato dell’emittente francese replicherà linearmente il rialzo dell’indice sottostante, con un rimborso massimo pari a 180 euro. Esposto ad un prezzo lettera di 96,05 euro, con il FTSE Mib a 13930,51 punti, riconosce un rendimento minimo complessivo del 16,61% contando su un buffer, corretto per i 1480 punti di dividendo che si stima l’indice perderà lungo la durata residua, pari al 39,84%. Profitto superiore a quello derivante dagli stessi dividendi, pari ad un 10,62%. Passando al calcolo delle perdite in caso di rottura, rispetto ad un investimento diretto queste sono piuttosto contenute. In caso di evento knock out, qualora l’indice chiudesse sui correnti 13930,51 punti, il rimborso pari a 92,99 euro, determinerebbe una perdita rispetto all’acquisto sulla lettera di 96,05 euro del 3,19%.

STRUTTURE AUTOCALLABLE: BARRIERE VALIDE SOLO A SCADENZA

 Caratterizzati dalla presenza di opzioni digitali, tali da estinguere automaticamente il certificato prima della scadenza naturale con un premio rispetto al nominale fissato all’emissione, gli Express compensano l’implicito cap ai rendimenti con l’osservazione unicamente a scadenza della barriera. In termini di operatività, il vantaggio è dato dalla minore esposizione alla volatilità del sottostante nel durante, e quindi una minore penalizzazione del pricing dello strutturato in caso di nuovo aumento della volatilità.  Facendo perno su una barriera discreta a 7914,025 punti, il Fast Bonus di ING Bank, associa ad una struttura autocallable nel durante, quella Bonus a scadenza. Se entro la scadenza del 29 gennaio 2016, tenuto conto di una perdita attesa sull’indice di 1965 punti in virtù dello stacco dei dividendi, il FTSE Mib non avrà perso il 33,86%  rispetto ai correnti 13930,51 punti, il rimborso a 1320 determinerà rispetto ai correnti 936,6 euro a cui è esposto in lettera, un rendimento complessivo del 40,94%. Lungo la durata residua invece, il certificato potrà essere rimborsato anticipatamente, con un premio a memoria dell’8%, se in almeno una delle quattro finestre di uscita annuali il sottostante avrà un prezzo di chiusura non inferiore allo strike posto a 15828,05 punti. La prima rilevazione, prevista per il 24 gennaio 2013, pagherà in caso di condizione soddisfatta 1080 euro. In questo caso il profitto sul certificato pari al 15,31% sarebbe di poco inferiore a quello sull’investimento diretto, pari alla somma dei dividendi percepiti e del recupero da parte dell’indice del valore strike, per un rendimento complessivo del 16,48%.

FOCUS OPERATIVITA’: SCOMMESSA SUL RIMBALZO DI BREVE

 Dedicato a chi ritiene che il FTSE Mib possa mettere a segno un rimbalzo, più o meno duraturo, nel brevissimo termine il Bonus di Banca Aletti scritto sul FTSE Mib in scadenza il 16 novembre 2012, se affiancato ad una copertura sull’indice, offre un interessante spunto operativo. Con barriera continua a 12897,95 punti, pari al 55% dello strike rilevato a 23450,82 punti, il certificato in assenza di evento knock out rimborserà 109 euro per valori dell’indice pari o inferiori a 25561,39 punti. La rottura della barriera determinerà invece un rimborso equivalente alla replica lineare della performance del sottostante a partire dallo strike. In virtù di una perdita attesa dovuta ai dividendi pari a circa 460 punti, basta davvero molto poco affinché la soglia knock out venga virtualmente rotta. Tale pericolo è riflesso dal prezzo del certificato, attualmente in quotazione a 60,95 euro. Tuttavia, data la breve scadenza e la lontananza dallo strike, basterebbe un rimbalzo prima della rottura della barriera per amplificare le performance dell’indice e permettere al certificato di apprezzarsi significativamente. Per comprendere i motivi che potrebbero rendere valida la scommessa, si tenga conto che un rialzo del 10% del FTSE Mib determinerebbe un apprezzamento del Bonus di oltre il 25%. Viceversa, un ribasso del 10% produrrebbe una perdita del 15%. In virtù di tale considerazione e premesso che al momento sul piatto della bilancia pesa molto di più la probabilità di rottura che quella di un significativo rimbalzo, un eventuale trade con copertura lineare darebbe modo di contenere le perdite al 5,76% e di puntare a un guadagno minimo del 15% in caso di effettivo rimbalzo dell’indice. Per strutturare l’operazione è sufficiente calcolare il numero di certificati che si intende acquistare e moltiplicarne la quantità per il multiplo del certificato, pari a 0,004264. Ipotizzando di voler acquistare, a titolo di esempio, 235 certificati, sarà necessario vendere un Mini Future sul FTSE Mib, ovvero andare corti di 1 euro a punto.