Barclays Scudo cala il tris

Cresce l’appeal delle valute emergenti: 3 bond per puntare su Australia, Messico e Turchia

In ottica di gestione di portafoglio, una percentuale seppur minima di allocation nei mercati emergenti è da considerarsi ormai indispensabile, in quanto capace di apportare diversificazione ma soprattutto decorrelazione. In ambito obbligazionario, i tassi ancora storicamente molto bassi in Europa e Stati Uniti, spingono gli investitori a preferire investimenti in valuta scoperta che permettano di beneficiare degli elevati tassi di interesse propri delle valute high yield.

A differenza del passato però, dove il rischio tasso di cambio metteva in serio pericolo i lauti rendimenti offerti, oggi la crescita solida di queste economie emergenti ha fatto in modo che il forte rafforzamento dell’euro nel medio periodo contro le principali valute, come ad esempio il dollaro statunitense, non abbia trovato alcun riscontro nei rapporti di cambio con le divise di questi Paesi, che proseguono così nel loro trend di rafforzamento e consolidamento, non lontani dai massimi storici.

Per chi fosse quindi alla ricerca di rendimenti obbligazionari sopra la media di mercato, i Paesi emergenti grazie anche all’esposizione valutaria implicita, offrono validi spunti operativi. Tuttavia, è sempre bene tenere conto che il rischio connesso all’investimento in bond emergenti potrebbe risultare gravoso qualora il merito di credito dei Paesi emittenti andasse incontro ad un deciso peggioramento.

Una notizia che farà piacere a quanti fino ad ora avevano pensato di investire parte del proprio patrimonio in obbligazioni dei Paesi in via di sviluppo e che, per via del fatto che in molti casi queste erano riservate solo ad investitori professionali oppure presentavano tagli minimi eccessivi, avevano dovuto rivolgersi ad altri strumenti, è il lancio comunicato da Barclays di 3 nuovi bond in valuta. Disponibili sul segmento MOT di Borsa Italiana dal 19 aprile , le 3 nuove obbligazioni denominate Barclays Scudo Valuta consentono di investire su Australia, Messico e Turchia.

Scendendo nel dettaglio del nuovo filone di emissione, i 3 bond a fronte di un rendimento cedolare distribuito su base semestrale decisamente sopra la media di mercato, espongono l’investitore ai rischi propri di un investimento in valuta scoperta. In particolare, i sottostanti valutari prescelti, sono l’Eur/Aud per la Scudo Valuta Australia 6,25% (Isin IT0006719436), l’Eur/Mxn per la Scudo Valuta Messico 6,70% (Isin IT0006719428) ed infine l’Eur/Try per la Scudo Valuta Turchia 8,50% (Isin IT0006719444).

L’elevata cedola nominale e una maturity pari a 5 anni, rendono le obbligazioni nel complesso poco esposte al rischio tassi implicito in un investimento obbligazionario a tasso fisso. Tralasciando il rischio emittente e il rischio liquidità, tuttavia non da sottovalutare per questa tipologia di strutturati, è possibile affermare che il rischio principale per l’investitore che decida di investire nei bond Barclays Scudo Valuta, risieda proprio nel rischio cambio, in quanto l’ammontare delle cedole e il rimborso a scadenza sono di fatto parametrati in base all’andamento del cambi sottostanti.

Pertanto si comprende come le fluttuazioni delle valute potrebbero incidere in maniera consistente sulle performance finali dell’investimento. Nello specifico, nel caso in cui si assista a una diminuzione del valore delle valute emergenti, ovvero si registri un apprezzamento dei tre cambi valutari sopra citati, i rendimenti in euro delle tre obbligazioni saranno penalizzati. Diversamente, qualora il dollaro australiano, il peso messicano e la lira turca dovessero apprezzarsi rispetto alla moneta unica, con conseguente decremento dei tassi di cambio di riferimento, il ritorno delle obbligazioni targate Barclays aumenterà.

Al fine di fornire un’analisi più accurata della relazione cambio-rendimento, si è provveduto ad effettuare una simulazione volta ad evidenziare la variazione dello yield to maturity in corrispondenza di diverse evoluzioni delle valute sottostanti contro l’euro dei tre Barclays Scudo Valuta, ipotizzando un acquisto al nominale di 100 euro.

Scudo Valuta Australia 6,25%

Qualora nei prossimi 5 anni l’Aussie Dollar australiano dovesse deprezzarsi contro la divisa unica, fino a raggiungere i massimi di periodo posti in area 1,54, il ritorno a scadenza dell’obbligazione scenderebbe da un facciale pari al 6,25%, al 4,51% lordo. Diversamente in uno scenario intermedio, che si contraddistingue da un’oscillazione del cambio dai valori attuali pari a 1,357, di un ±5%, lo yield to maturity sarebbe pari al 6,18% lordo. Infine, nello scenario migliore per l’investitore, caratterizzato da un apprezzamento della valuta australiana nell’ordine del 10%, con l’Eur/Aud al di sotto del supporto storico posto a 1,2972, il rendimento annuo salirebbe al 7,76% lordo.

Scudo Valuta Messico 6,70%

Spostando il focus sul peso messicano e applicando la medesima analisi, i rendimenti prospettati a scadenza in uno scenario di discreto apprezzamento della divisa unica nell’ordine del 10%, scenderebbero al 4,97% lordo. In uno scenario intermedio, invece, che vedrebbe una sostanziale stabilità del cambio intorno ai correnti 16,743, lo yield to maturity sarebbe pari al 6,81% lordo. Analogamente, nello scenario migliore per l’investitore, che vedesse il cambio Eur/Mxn in discesa verso i suoi livelli minimi posti in area 15,5, il ritorno a scadenza salirebbe all’8,66% lordo.

Scudo Valuta Turchia 8,50%

Un discorso a parte vale per la lira turca, l’unica delle valute emergenti finora analizzate a trovarsi a livelli molto distanti dai propri massimi di periodo contro l’euro. Gli attuali 2,18, infatti, sono evidentemente più prossimi ad area 2,3, che rappresenta i massimi a oltre due anni del cambio Eur/Try, che al minimo di 1,90 stabilito ad inizio anno. Sicuramente la più volatile tra le valute analizzate, la lira turca consente di puntare a ritorni potenziali ben più consistenti dell’8,5% prospettato dal bond Barclays. Partendo proprio dal valore di cedola facciale, lo yield to maturity potrebbe variare tra il 7,35% lordo dello scenario negativo, fino al 10,78% dello scenario positivo, tenuto conto di un ipotetico apprezzamento della divisa turca nell’ordine del 10% contro l’euro.