CJ905: Dopo il lungo rally, torna la parola “protezione”
Una selezione dei migliori certificati a barriera 40% con Airbag analizzati per rendimento, distanza dalla barriera e perdita minore sotto barriera.
Dopo oltre un biennio di rialzi quasi ininterrotti sui principali listini, i mercati sembrano oggi attraversare una fase di riflessione più che di vera inversione. Il quadro macroeconomico resta nel complesso solido, ma la combinazione di tassi d’interesse ancora elevati, crescita in rallentamento e incognite geopolitiche sta riportando sul tavolo il tema della gestione del rischio.
A fronte di una volatilità che torna lentamente ad affacciarsi e in concomitanza dell’avvio della stagione delle trimestrali – che potrebbe rilevarsi più incerta rispetto ai trend recenti – gli investitori iniziano a domandarsi se non sia giunto il momento di mettere in sicurezza parte dei profitti e riequilibrare i portafogli con strumenti più difensivi. L’atteggiamento dei mercati, infatti, resta sospeso tra la speranza di un soft landing e il timore che le tensioni commerciali e politiche, dagli USA-Cina ai nuovi equilibri europei, possano riaccendere ondate di avversione al rischio. È un sentiment che hanno gli investitori, ma anche l’Industria che proprio nell’ultimo trimestre ha decisamente cambiato la tendenza delle emissioni andando sempre più nella direzione di alzare la protezione dei prodotti.
Dalla crescita alla difesa: un cambio di passo graduale
Il sentiment generale rimane costruttivo, ma più selettivo. Dopo i rally di settori come tecnologia, lusso e finanziari, molti analisti intravedono ora un mercato più laterale, con margini di crescita compressi e valutazioni già tirate in diverse aree.
In questo scenario, il classico “buy & hold” azionario puro può rivelarsi vulnerabile. Il tema della protezione del capitale torna quindi al centro del discorso d’investimento, sia per chi vuole preservare i guadagni accumulati, sia per chi intende entrare ora su mercati che, pur interessanti, non offrono più gli stessi margini di sicurezza del 2023-2024.
Il ritorno dei certificati difensivi
All’interno di questo contesto, il mondo dei certificati d’investimento si conferma un terreno particolarmente fertile per costruire strategie di protezione attiva. Negli ultimi mesi, l’interesse si è progressivamente spostato verso strutture a barriera profonda, capaci di offrire una maggiore resilienza anche in caso di correzioni di mercato.
I cosiddetti Low Barrier, con barriere sul capitale intorno al 40%, rappresentano oggi una risposta concreta al bisogno di stabilità e di rendimento potenziale in un contesto di incertezza prolungata. Questi strumenti permettono infatti di mantenere un’esposizione azionaria indiretta, ma con un margine di protezione più ampio rispetto ai classici Cash Collect tradizionali che normalmente sono usciti fino ad oggi prevalentemente con barriere capitale nell’intorno del 50%.
Quando la barriera non basta: l’effetto Airbag
L’evoluzione naturale della logica difensiva è data dalla combinazione tra barriera profonda e meccanismo Airbag, capace di attenuare ulteriormente le perdite anche in caso di rottura della barriera. In una fase in cui la volatilità resta compressa ma potenzialmente esplosiva, il vantaggio di avere una struttura che riduce l’impatto negativo di eventuali ribassi diventa una scelta di buon senso più che una scommessa tattica. Soprattutto perché abbiamo riscontrato come il connubio tra barriera profonda e Airbag abbia reso più resilienti i prezzi del certificato anche nel mark-to-market durate fasi anche fortemente ribassiste, come già accaduto in passato con basket con worst of i titoli Stellantis o STM.
La nostra selezione
Con il ricorso alla ricerca avanzata del CEDLAB abbiamo analizzato il mercato dei certificati con barriera 40%, anche per avere alcune statistiche dell’orientamento dell’industria. Nel primo semestre del 2025 sono stati emessi un totale di 87 certificati con barriera 40% con solo 9 di questi dotati anche di opzione Airbag. Di questi Airbag nessuno aveva il Low Strike al 40% ed erano tutti scritti su basket di titoli volatili o decorrelati tra loro. Da luglio ad oggi invece, le emissioni di barriera 40% sono state di 119 nuovi prodotti con barriera 40% di cui ben 35 con Airbag. Un dato importante che ci fa capire come gli emittenti stiano scegliendo sempre con più frequenza la barriera profonda per offrire agli investitori soluzioni più resilienti.
Rispetto ai certificati attualmente in quotazione, abbiamo selezionato 7 proposte ritenute più interessanti secondo caratteristiche di rischio-rendimento, rispettando anche la diversificazione per emittente.
Abbiamo assegnato poi dei rating (da una a cinque stelle) sulla base di dividendo, volatilità e correlazione che ci aiutano a misurare l’impatto sulla struttura di queste tre dinamiche chiave. Oltre alla tabella con le caratteristiche, sono pubblicate in pagina che altre due tabelle che ordinano gli stessi certificati per rendimento, distanza per la barriera e anche per perdita minore sotto barriera. In questo modo, fermo restando la protezione garantita dalla struttura, ogni investitore potrà scegliere la soluzione che consente di massimizzare la propria view, esigenza di rendimento target o protezione maggiore.
Iniziamo con l’analisi dei singoli prodotti partendo dal Phoenix Memory Step Down (Isin XS3080057121) emesso da BNP Paribas agganciato ai titoli del settore bancario con Banca MPS, Commerzbank, Barclays e Banco BPM. Certificato con barriera 40% e trigger al 50% per i premi (1,02% mensile con memoria) e step down (primo autocall già a novembre con trigger 95%). È il certificato a maggior rendimento (14,05% annualizzato) di quelli oggetto di approfondimento, a fronte di un buffer del 54%. Arrivando alle valutazioni, abbiamo attribuito una stella sul fronte dei dividendi (essendo i titoli bancari ad elevato dividendo, MPS in primis), due stelle per la volatilità e quattro stelle sul fronte della correlazione (elevata, essendo il basket settoriale).
Secondo certificato sotto analisi è il Cash Collect Airbag Step Down (Isin DE000VH4F7H6) firmato Vontobel. La proposta si lega ai titoli Banca MPS, Banco BPM, Commerzbank e Raffeisen Bank. Proposta che va a rendere potenzialmente il 13,4% annuo (grazie ad una cedola mensile dell’1,1% e alla struttura fast) a fronte di una barriera posizionata al 40%, di un trigger premio al 50% e di un Low Strike al 60% dei fixing iniziali. Giudizio su dividendi, volatilità e correlazione identico al certificato precedente in ragione di un basket per tre quarti identico.
Proseguiamo con una terza proposta ancora sul settore bancario: un Phoenix Memory Step Down (Isin XS2817278182) firmato BNP Paribas che lega le sue sorti ai titoli Banca MPS, Unicredit, Banco BPM e Intesa Sanpaolo. Certificato che si distingue per la barriera posta al 40% e per trigger cedola al 50% di importo pari a 0,96% mensile con struttura fast per l’autocallable. Analisi di scenario che evidenzia un rendimento target del 12,46% con un buffer sulla barriera del 54% sul worst of.
Chiudendo il cerchio sul settore, andiamo a vedere il Phoenix Memory firmato Goldman Sachs (Isin JE00BS6BGT33) agganciato ai titoli Unicredit, Banca MPS, Deutsche Bank e Intesa Sanpaolo. Per questa proposta la barriera è al 40%, trigger premio al 50% e cedola mensile pari allo 0,9%. Rendimento annuo del 10,86% con un buffer barriera del 57%.
Passiamo ora in rassegna un altro certificato firmato Vontobel, il gemello della serie 40/60 visto in precedenza ma agganciato al settore tech (Isin DE000VH19H08), con la presenza dei titoli Meta, Nvidia, Tesla e AMD nel basket worst of. Andiamo per gradi: rendimento potenziale del 10,55% annuo, soglia di dolore a -49,7% rispetto all’attuale worst of (Meta) con cedola mensile dello 0,9%. Cambiano i giudizi nei confronti delle variabili: i dividendi sostanzialmente nulli per questi titoli portano a cinque le stelle per questa voce, volatilità identica al settore bancario e una correlazione leggermente più alta.
È il certificato targato Leonteq (CH1453365798) quello con buffer barriera più elevato, con un valore che supera leggermente il 60%. Basket composto dai titoli Saipem, Unicredit, Stellantis e Kering tutti positivi da strike con prezzo leggermente sotto la pari. Barriera 40% con Airbag e cedola mensile dello 0,833%. Leva presente sia sul fronte dei dividendi, anche se in misura più contenuta rispetto ad un basket bancario puro, che sul fronte della correlazione.
Chiudiamo il quadro con l’ultima proposta che in realtà è la più resiliente di questa selezione. La cui analisi trova già ampio spazio nella rubrica del Certificato della Settimana pubblicata sul Certificate Journal. Stiamo parlando dell’ormai collaudata serie di Fixed Cash Collect Airbag Step Down (Isin IT0006771197) firmata Marex che andando a sfruttare la dinamica della decorrelazione e di una volatilità più alta in media, facendo ricorso a Tesla, Intel, Commerzbank e Stellantis, è riuscita a strutturare il primo certificato Airbag 40% a cedole fisse incondizionate. Rendimento target attuale dell’8,93% annuo e breakeven point a -78%.
E’ possibile scaricare la tabella al seguente link https://www.certificatiederivati.it/public/download/CEDLIVE17OTT25_BARRIERA_40_AGGIORNATO.xlsx mentre la CedLIVE dedicata a questa analisi è disponibile alla visione sul canale youtube CedLAB Academy raggiungibile al link https://www.youtube.com/live/lMeQKh3VXvM?si=ZADnBXaPCDYuJgjM
