ITALIA BATTE GERMANIA E FRANCIA SUL PIL, MA SU FUTURO PESA SPETTRO REFERENDUM

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3-2 ai supplementari. Con il sorprendente 0,3% del Pil nel terzo trimestre, per la prima volta dal lontano 2005 l’economia italiana fa meglio su base trimestrale sia di Germania e Francia (entrambe ferme a +0,2% t/t).

Niente di spettacolare, sia chiaro, ma quanto basta per esultare nel breve senza però dimenticare le prossime ardue sfi de. In primo luogo il prossimo referendum costituzionale del 4 dicembre con tutte le possibili implicazioni che potrebbe portare sul fronte politico e sui mercati. Il risveglio della crescita, abbinato all’ok (condizionato) di Bruxelles alla manovra 2017, potrebbe offrire un’importante sponda al premier Renzi in vista del referendum contribuendo a spostare gli elettori verso un sì nel referendum, la soluzione che sarebbe di gran lunga più gradita ai mercati. Incognita referendum che nelle ultime giornate si è fatta sempre più pressante sulle banche di Piazza Affari già alle prese con intricate matasse da sciogliere quali Mps e Unicredit.

Non va dimenticato che le indicazioni leggermente sopra le attese arrivate dal Pil permettono all’Italia di registrare una crescita in linea con l’intera area euro per quanto riguarda il confronto con il secondo trimestre, ma è decisamente inferiore per quanto riguarda la crescita rispetto allo stesso trimestre del 2015, che nell’area euro è stata dell’1,6% contro il +0,9% dell’Italia. Guardando indietro, l’economia italiana è cresciuta solamente dell’1,6% negli ultimi due anni e mezzo, a fronte di un recupero dell’Eurozona che nello stesso periodo ha superato il 5%.

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