BANKS BATTE TUTTI

Ultime trimestrali in arrivo e per il Vecchio Continente è tempo di bilanci. Un’analisi settoriale per scoprire chi ha corso di più e su cosa conviene puntare per il 2013.

 

Sono oltre l’87% le società che all’interno dello Stoxx 600, l’indice europeo di 600 società di piccola media e larga capitalizzazione, hanno già comunicato al mercato le proprie trimestrali e rispetto ai tre mesi precedenti il bilancio mostra una crescita media delle vendite, pari al 2,77%, e degli utili, in rialzo del 20,59%, un risultato che ha sorpreso anche gli analisti. Ad osservare il maggior differenziale tra i valori stimati e i dati ottenuti , le società appartenenti al settore telecomunicazioni ( 11,68%), Oil&Gas (9,44%) e  Utilities (7,89%).  Il segmento finanziario, pur segnalando risultati maggiori delle attese, migliora le stime solamente dell’1,40%. Correzione al ribasso preventiva delle stime o operazioni straordinarie? Dati alla mano il giudizio sembrerebbe pendere per quest’ultima opzione. Delle società che hanno riportato utili nell’ultimo trimestre superiori alle stime e che non hanno incrementato i prestiti a lungo termine, a nessuna è attribuibile una crescita per gestione operativa. Tutte hanno infatti adottato o misure di buyback azionario, grazie agli scambi a basso prezzo della prima metà dell’estate, oppure hanno tagliato il costo del personale agevolati da un eccesso di offerta sul mercato del lavoro.

Lasciando la parola ai mercati finanziari, mettiamo a confronto la performance degli indici settoriali con il benchmark di riferimento negli ultimi tre mesi. Prendiamo come base l’Eurostoxx 50, l’indice delle prime 50 blue chip dell’area Euro. Nelle ultime 12 settimane, ruolo da protagonista per il settore bancario anche se la parabola discendente segnala una graduale perdita di forza relativa rispetto all’indice di riferimento. Stessa dinamica, seppur più contenuta, per il settore assicurativo, sotto la lente per via dei disastri naturali Oltreoceano.  Fanalino di coda per l’Eurostoxx Telecommunications, che, dopo aver  bucato i minimi del 2009, continua a perdere forza relativa nei confronti del benchmark. Bollettino negativo anche per Eurostoxx Utilities e Automotive mentre l’Oil&Gas, dopo una  partenza sprint rispetto all’indice di riferimento ha perso sia momentum che forza relativa. In merito a quest’ultimo è utile osservare come la sua quotazione goda di una certa stagionalità durante l’anno dovuta all’incremento della domanda di prodotti energetici nel periodo invernale. Il grafico stagionale mostra infatti come in sei anni su nove, la performance dal primo dicembre al 30 aprile sia stata positiva, con un rendimento compreso tra il 5 e il 17% circa.  Nel panorama dei certificati d’investimento sono disponibili 17 strumenti scritti sull’indice Eurostoxx Oil&Gas, di cui un Open End targato Unicredit volto alla replica lineare del sottostante. Scambiato sul Cert-X con codice Isin DE000HV77634, il Benchmark si caratterizza per l’assenza di una scadenza naturale.

EUROSTOXX BANKS

Entrando nel dettaglio degli indici più caldi dell’ultimo trimestre, l’Eurostoxx Banks, grazie alle misure di politica monetaria della Banca Centrale Europea nel trimestre giugno-settembre ha messo a segno una performance del 30,76%.  I nuovi segnali di pericolo provenienti dalla penisola ellenica e la rischiosità del mercato del credito hanno tuttavia spinto l’indice da metà settembre all’interno di un trading range che trova come supporto la soglia dei 100 punti, recuperati a inizio mese, mentre il tetto si pone intorno ai 112 punti, abbandonati a metà ottobre.  Dato il quadro tecnico, da tenere a monitor in ottica di breve periodo il Bonus Cap di BNP Paribas identificato da codice Isin NL0010069118. Rilevato uno strike a 108,6 punti e fissata la barriera al rispettivo 75%, equivalente a 81,45 punti, qualora entro la scadenza del prossimo 21 dicembre il sottostante non avrà mai toccato la soglia invalidante, il certificato rimborserà il nominale di 100 euro maggiorato di un premio pari al 3,5%. In caso contrario replicherà linearmente la performance del sottostante rispetto al livello strike, fermo un cap al rimborso di 103,5 euro.  Esposto in lettera a 101,25 euro, a fronte di un margine della barriera pari al 21,6%, il Bonus Cap riconosce un upside del 2,22%, ovvero del 25,8% su base annua.

EUROSTOXX TELECOMMUNICATIONS

Competitività aggressiva, regolazioni internazionali e l’avvento di smartphone e delle “app” continuano ad erodere il potere d’acquisto delle big del settore.  Un tasso di crescita sulle vendite inferiore a quello atteso dal mercato a dispetto del risultato sugli utili giustifica il proseguimento dell’intonazione negativa sull’indice. Con l’esposizione sui mercati emergenti a fare da unico driver alle aspettative di crescita del settore, il consensus indica per la fine del 2012 un tasso atteso di crescita delle vendite non superiore all’1%. L’indice registra da inizio anno un ribasso del 24,09%, chiudendo così il  terzo anno consecutivo in negativo. Il mercato delle opzioni vede in ribasso anche le stime sui dividendi, caratterizzati finora da un importo corposo ( 10,08% quello degli ultimi 12 mesi), portando il tasso atteso al 6,44%. Dato il quadro, da tenere sotto osservazione tra le 8 proposte disponibili sul mercato dei certificati è l’Athena Scudo di BNP Paribas identificato da codice Isin NL0009805589. Quotato sul Sedex di Borsa Italiana, il certificato scadrà il 30 giugno 2014 e a tale data rimborserà un importo pari ai 100 euro nominali al verificarsi di almeno una di due condizioni: se l’indice tra il 2 luglio 2012 e il 30 giugno 2014 avrà quotato anche per un solo giorno ad un valore pari o superiore ai 375,87 punti, indipendentemente dal suo livello a scadenza; se l’indice, non avendo soddisfatto la prima condizione, sarà a un valore non inferiore ai 187,935 punti della barriera e non superiore allo strike iniziale posto a 375,87 punti. Diversamente, un livello inferiore alla barriera produrrà un rimborso commisurato alla performance dell’Eurostoxx Telecom mentre un livello superiore ai 375,87 punti farà scattare il rimborso a premio nella misura di 123,25 euro ( the best scenario). Dotato di un’opzione autocallable residua, alla data del 1 luglio 2013 il certificato potrà inoltre essere rimborsato anticipatamente liquidando 115,50 euro se l’indice sarà a un valore pari o superiore allo strike iniziale, ma in virtù dei 236 punti attuali sarebbe necessario un rialzo del 60% per permettere la verifica di tale evento. Più alla portata appare lo scenario di rimborso del nominale, realizzabile se l’indice riuscirà a non perdere più del 20% dai valori attuali alla scadenza. In tal caso, dagli 80 euro a cui il certificato è quotato dal market maker si otterrà un rendimento del 25%.

Si segnala inoltre il Bonus Cap di Unicredit in scadenza il prossimo 7 dicembre, codice Isin DE000HV8F5W5, new entry del portafoglio CED|Moderato. Rilevato uno strike a 321,75 punti e fissata la barriera al 70%, ovvero a 225,225 punti, rimborserà alla data finale un importo minimo di 115 euro ogni 100 di nominale qualora il sottostante non abbia mai toccato la soglia invalidante. In quest’ultimo caso infatti la perdita dell’opzione bonus determinerà un allineamento con la performance effettiva del sottostante: ad esempio, un ipotetico valore finale dell’indice pari ai 236 punti correnti, produrrà un rimborso pari a 73,35 euro. Il certificato si caratterizza infine per un livello Cap spostato rispetto al livello Bonus, a 130 euro di rimborso massimo, corrispondenti ad un livello dell’indice pari a 418,28 punti.  Con una performance a un anno del +7,50% a fronte di un ribasso del 23,31% dell’indice lungo lo stesso periodo, il market maker si è guadagnato la maglia nera nella rubrica Il Borsino della settimana per via di un anomalo e repentino allargamento dello spread, non presente al momento dell’ingresso dello strumento all’interno del portafoglio.

EUROSTOXX UTILITIES

Quadro di lungo periodo moderatamente positivo per il settore dei servizi pubblici. La caduta di 12,36 punti percentuali anno su anno, ha tuttavia portato l’indice a testare lo scorso primo giugno  un nuovo minimo giornaliero a 204,66 punti. Il multiplo corrente P/E a 12,06 risulta tuttavia il valore più alto degli ultimi quattro anni a fronte di una redditività sui minimi lungo il medesimo arco temporale. Se una ristrutturazione degli impianti del settore e una minor volatilità del comparto prodotti energetici potrà dar nuova linfa al settore, l’intonazione di breve rimane lateral ribassista anche se, secondo le stime degli analisti il dividendo dovrebbe rimanere stabile intorno al 7,4% su base annua. Cinque sono i certificati d’investimento disponibili sul mercato italiano. Accomunati da facoltà long, si dividono in due Bonus Cap, di cui uno in scadenza il prossimo 7 dicembre, in due certificati a capitale protetto con durata minima pari a due anni ed infine un Open End, ovvero un certificato benchmark senza scadenza, scambiato a differenza degli altri quattro sul Cert-X di EuroTLX.

 SU COSA PUNTARE?

Uno scenario macroeconomico incerto e una debolezza economica globale hanno lasciato tracce su tutti i settori dell’economia dell’area euro. Guardando tuttavia alle prospettive di lungo periodo, le stime degli analisti indicano l’industria finanziaria, che ad oggi pesa per oltre un quarto sull’indice Eurostoxx 50,  come la prima in termini di crescita attesa, con un tasso medio dell’11,50%. Le stime oscillano tuttavia da un 5,8% ad un 43%, a conferma della notevole esposizione al sentiment di mercato di cui soffre il settore. Al secondo posto invece troviamo l’industria Healt Care, notoriamente più difensiva in termini finanziari. A riprova di ciò nelle ultime 52 settimane le quotazioni degli asset appartenenti al settore hanno registrato la minor volatilità effettiva, seguiti a ruota dai titoli appartenenti al segmento Beni di Consumo. Quest’ultimo peraltro occupa il terzo gradino del podio in termini di crescita di lungo periodo secondo il consensus di mercato. Fanalino di coda della classifica il comparto Telecommunications, l’unico settore per il quale gli analisti prevedono nel lungo periodo una contrazione nell’ordine dell’1,57%.