GENERALI SOTTO ATTACCO

Generali, dopo aver rotto i minimi di marzo 2009, non accenna a ripartire.  Il Bonus Cap di Société Générale con barriera sotto i 7,5 euro, per puntare a un rendimento superiore al 20%.

Risultato operativo di 3,9 miliardi di euro e utile netto di 865 milioni di euro. Questi i numeri del 2011 di Generali Assicurazioni, il cui board ha annunciato un piano di crescita dei dividendi per i soci azionisti, in attesa della comunicazione al mercato, prevista nel pomeriggio del prossimo 11 maggio, dei conti del primo trimestre 2012. Un vero e proprio leone, il colosso assicurativo di Trieste, su cui puntano anche gli analisti interpellati da Bloomberg, con un giudizio di medio termine tra il neutral e il buy. Eppure sui book sembra esistere solo il tasto “sell”. Infatti, dopo un crollo repentino dai massimi annuali toccati lo scorso 16 marzo a quota 13,46 euro, il titolo non solo è sceso al di sotto dei 10 euro per azione, ma ha rotto anche il supporto a 9,90 euro di marzo 2009, andando a segnare un minimo a 9,535 euro. Una débacle, quella del Leone di Trieste, specchio della performance dell’indice di Piazza Affari. La correlazione con il FTSE Mib è infatti superiore allo 0,80 mentre quella con il benchmark del comparto assicurativo europeo, l’Eurostoxx Insurance è inferiore a 0,50. La motivazione risiede nell’esposizione di Generali al debito sovrano italiano, sul quale, dopo una breve pausa d’inizio anno, si sono riaccesi i timori di un inasprimento della crisi di liquidità. La correzione di Generali di oltre il 27% degli ultimi due mesi ha pertanto sbaragliato tutti i supporti lasciati sulla strada, creando le basi per una caduta libera nonostante i fondamentali indichino una certa solidità aziendale.

Un interessante strumento per sfruttare la debolezza di breve, in un’ottica di successivo recupero o quantomeno di allentamento della pressione in vendita, è il Bonus Cap di Société Générale in scadenza il prossimo 28 dicembre. Entrando nei dettagli della semplice struttura, rilevato uno strike a 12,42 euro, se lungo la durata residua il titolo non avrà mai registrato un valore di chiusura inferiore a 7,452 euro, pari al 60% dello strike, il Bonus Cap dell’emittente francese rimborserà alla scadenza un importo fisso pari a 119 euro per certificato. Se invece la barriera sarà stata violata, la struttura opzionale aggiuntiva si estinguerà automaticamente senza valore lasciando in vita unicamente la componente benchmark, cosicché lo strutturato replicherà linearmente la performance del sottostante decurtata dei dividendi stimati lungo la durata residua. In virtù dei 9,73 euro di quotazione di Generali, tenendo conto dello stacco di un dividendo pari a 20 centesimi il prossimo 21 maggio, il margine dalla barriera risulta essere del 21,80%. Un cuscinetto piuttosto contenuto, come segnala il 44,6% di probabilità di rottura calcolata tramite l’indicatore CED|Probability.  D’altra parte, data la forte correlazione con l’indice FTSE Mib, è difficile tracciare un confine tra speculazione e concreti timori di svalutazione. In ogni caso, rispetto ai 97,80 euro a cui il Bonus Cap dell’emittente francese è esposto in lettera, la tenuta della soglia knock out riconoscerebbe un rendimento complessivo del 21,68%, pari a un 33,21% su base annuale, in virtù della durata residua di circa sette mesi. In caso di evento knock out, va inoltre detto che, la perdita delle opzioni aggiuntive, per le quali sul prezzo lettera si paga un premio complessivo di 19,45 euro rispetto alla componente lineare, determinerebbe una perdita superiore a quella effettivamente subita dal sottostante. Passando infine all’operatività prima della naturale scadenza, il certificato permette di migliorare la performance dell’azione all’interno di un margine di variazione contenuto, in virtù della presenza del cap in caso di rialzo, e dall’aumento di probabilità di evento barriera in caso di ribasso. Sarà tuttavia possibile godere di tale beneficio non nell’immediato, in quanto la durata residua esercita ancora un peso rilevante sulla struttura.