IL BONUS BANCOPOSTA HA FATTO STRIKE

Rilevato un prezzo d’esercizio sui minimi assoluti di Enel, il Bonus BancoPosta di RBS riconosce un upside minimo del 10% a/a in assenza di evento barriera a fronte di una perdita massima del 7,5% a/a.

 

Lo stock picking basato sul dividend yield, tra le strategie preferite da gestori e investitori nelle fasi meno direzionali, si può rivelare molto rischioso quando sui mercati imperversa la negatività e la voglia di svendere anche le migliori azioni. Tra i casi più emblematici di titoli ad elevato dividend yield, che non sono stati in grado di mantenere le promesse di solidità scaturite dalla ricca cedola annua, c’è quello di Enel, il colosso energetico che ha sempre avuto un posto di diritto nei portafogli del Belpaese ma che nell’ultimo periodo è stato il caso più eclatante di specchietto per le allodole. Il suo dividend yield, per effetto dei 16 centesimi annui da distribuire agli azionisti, è oggi superiore al 6%, ma questo perché nonostante il taglio dei dividendi annunciato nei mesi scorsi, è il titolo ad essere crollato ai minimi storici, perdendo oltre il 40% nell’ultimo anno. In particolare la virata negativa intrapresa dai mercati dall’ultima decina di marzo ha contribuito ad affondare maggiormente il titolo che ha così rotto in maniera netta i minimi assoluti dello scorso novembre. Ma questo è stato solo il risultato di una debolezza che sul titolo energetico, ma anche sull’intero comparto utilities, già s’intravedeva all’inizio dell’anno e che si è accentuata nel momento in cui ha preso corpo il mal digerito taglio della politica dei dividendi.

 

In un’ottica di medio lungo periodo, per chi fosse disposto a rinunciare ai dividendi in cambio di una protezione parziale incondizionata alle perdite, l’Energy Enel Bonus BancoPosta di RBS, a breve in quotazione sul Sedex di Borsa Italiana, rappresenta un’interessante opportunità d’investimento per il particolare payoff a scadenza, fissata al 13 aprile 2016. Infatti, la struttura ibrida tra certificato a capitale protetto e Bonus di cui è dotato, consentirà di ottenere tra quattro anni un rimborso minimo di 140 euro se Enel non avrà mai rilevato un livello di chiusura al di sotto della barriera, posta al 70% dello strike. Determinato un valore iniziale a 2,503 euro, come media tra il prezzo di chiusura del 10 e dell’11 aprile, la soglia invalidante è pertanto pari a 1,7521 euro. Ipotizzando un andamento positivo del titolo, per un valore finale superiore ai 3,5042 euro corrispondenti al livello Bonus, il certificato riconoscerà inoltre la maggior performance del sottostante senza alcun limite di rendimento. L’evento barriera determinerà invece la perdita dell’opzione Bonus e la trasformazione del certificato in un Equity Protection con protezione del 70% del nominale. Per un acquisto a 100 euro, è quindi già possibile individuare il livello di perdita massima, pari a un 7,5% su base annua, e quello di rendimento minimo, pari al 10% sempre su base annua, superiore al dividend yield stimato sui prezzi correnti.

Un elemento di potenziale interesse di questo certificato è poi il timing di emissione, che arriva proprio sui minimi storici del titolo. Infatti, dopo aver rotto quelli dello scorso novembre, Enel ha continuato la sua discesa, supportata dall’inversione di tendenza dei mercati. Non a caso, se la precedente discesa composta dell’utility aveva di fatto raffreddato la volatilità implicita delle relative opzioni, l’ultimo affondo ha gettato le  basi per una nuova fiammata. La volatilità relativamente alta e la quotazione ai minimi storici sono quindi le condizioni di partenza del Bonus, e in questo contesto non è infondato ipotizzare una possibile tenuta della struttura del certificato, soprattutto alla luce di un ulteriore margine di discesa del 30% dato dalla barriera.

Valutando invece un’esposizione diretta sul titolo, data l’attuale congiuntura negativa che caratterizza in particolare le piazze europee, ci si fa carico della possibilità che i minimi non siano stati ancora visti. A favore del certificato depone però la protezione del capitale che entra in funzione qualora la barriera non resista all’urto consentendo quindi di conoscere il drawdown massimo al momento dell’acquisto e facilitare la gestione del rischio di un portafoglio. Tra gli ultimi elementi da considerare, date le condizioni in cui versa il titolo, è che il certificato si caratterizza per un delta all’emissione, minore di uno. In altre parole, alle condizioni iniziali, l’eventuale recupero del sottostante, non sarebbe seguito da un proporzionale apprezzamento del valore del certificato, anche se il relativo rimborso teorico è pari a 140 euro. Vega e Theta, ovvero volatilità e durata residua, incidono infatti negativamente sullo strutturato. Più il valore è alto  più il fair value del Bonus ne è penalizzato.