FARI PUNTATI SUI DIVIDENDI A PIAZZA AFFARI

Sarà una stagione altalenante per le aziende quotate in Borsa Italiana. Dal taglio di Telecom, premiato dal mercato, a quello possibile e temuto di Enel. E i certificati come si comportano in questi casi?

 Fra circa novanta giorni è in programma per la Borsa milanese il D-Day, ovvero l’appuntamento più importante dell’anno con lo stacco dei dividendi delle società quotate. Sin dai primi giorni di gennaio, però, si sono accavallate indiscrezioni e voci di corridoio riguardanti possibili tagli per alcune delle principali società componenti il FTSE Mib. Dal taglio del 25% annunciato dai vertici di Telecom Italia alla cancellazione dell’acconto 2012 per gli azionisti Enel, le reazioni sono state immediate e hanno toccato, in alcuni casi, anche i certificati quotati sul mercato secondario. Vediamo nel dettaglio cosa si prospetta per l’anno in corso per le società le cui azioni sono presenti come sottostanti di almeno un certificato di investimento.

ATLANTIA

 L’ultimo dividendo distribuito è stato di 0,355 euro ad azione, quale acconto sull’esercizio 2012 riconosciuto con ex-date 21 novembre 2011. La prossima data stacco è prevista per il 21 maggio 2012 e verrà distribuito un saldo di 0,39 euro ad azione, come da stime fornite da Bloomberg. Successivamente, con frequenza semestrale e data stacco dell’acconto fissata al 19 novembre 2012, sempre secondo le stime dovrebbe essere rilasciato un acconto pari a 0,37 euro. Utilizzando i dati estrapolati dalle opzioni con scadenza corrispondente, si ha tuttavia che il mercato sta prezzando per il 2012 un ammontare complessivo di dividendi pari a 0,632 euro, inferiore quindi di circa 13 centesimi a quanto previsto. Saranno interessati dallo stacco e dall’eventuale revisione al ribasso delle stime, sei certificati di investimento e in particolare un Discount di BNP Paribas con scadenza luglio 2013 che, proprio da un eventuale riduzione dei dividendi stimati ne trarrebbe beneficio.

BANCO POPOLARE

 Dopo aver distribuito un utile per azione pari a 0,03 euro lo scorso 23 maggio 2011, per il Banco Popolare non è al momento prevista alcuna distribuzione per l’anno in corso. Tanto per le stime fornite da Bloomberg quanto per il mercato rappresentato dalle opzioni, il dividendo 2012 è infatti pari a zero. In quotazione sul Sedex di Borsa Italiana, un solo certificato è interessato dalle previsioni sugli utili da destinare agli azionisti, ovvero un Easy Express di BNP Paribas con scadenza 21 settembre 2012.

BANCA MONTE PASCHI DI SIENA

 Tra gli istituti bancari maggiormente colpiti dalla crisi di liquidità del comparto bancario, Banca Monte Paschi di Siena non ha in previsione la distribuzione di utili per l’esercizio 2012. La conferma ufficiale si otterrà solamente dopo il cda del prossimo 28 marzo ma non sembrano esserci dubbi sul fatto che nessuna influenza sarà esercitata sul pricing dei tre certificati in quotazione, con particolare riferimento ai due in scadenza entro l’anno.

ENEL

 E’ stato al centro della scena nell’ultimo periodo, dopo che il consiglio di amministrazione ha comunicato che non verrà messo in pagamento per il 2012 il consueto acconto che abitualmente è distribuito nel mese di novembre, il titolo Enel. Confermato il saldo del dividendo 2011 per 0,16 euro ad azione, con data stacco per il 18 giugno 2012 e data di pagamento al 21 giugno, la società ha riportato risultati preliminari per il 2011 leggermente superiori alle attese. I ricavi si sono attestati a 79,5 miliardi di euro rispetto ai 78,8 attesi mentre il debito netto è risultato pari a 44,6 miliardi, sostanzialmente in linea con le stime. La decisione di non voler mettere in pagamento l’abituale acconto sull’esercizio2012 haalimentato le perplessità degli analisti su un possibile taglio del dividendo per l’anno in corso. Dopo l’annuncio, la stima sul dividendo per azione è infatti passata per la gran parte delle case d’affari da 0,25 a0,22 euro. Evidente è stato l’impatto sulle opzioni quotate con scadenza dicembre, per le quali si è registrato un immediato azzeramento del valore implicito dei dividendi che normalmente avrebbero dovuto influire sul pricing nel mese di novembre. La doccia fredda che ha colpito gli azionisti, per i quali tuttavia il mancato acconto non implica necessariamente un taglio del dividend yield, ha prodotto al contrario un effetto positivo sui certificati di investimento con scadenza compresa tra luglio 2012 e giugno 2013 che a seguito della violazione della barriera sono ormai equiparati a dei semplici benchmark sul sottostante. In particolare, il mancato stacco dell’acconto, precedentemente stimato in 0,10 euro ad azione, ha fatto lievitare seppur di poco il prezzo di un Bonus Cap di Macquarie, identificato da codice Isin DE000MQ2TZU6, con scadenza fissata per l’11 gennaio 2013. Analizzando le quotazioni dello strumento e del suo sottostante in diversi momenti dell’ultimo mese, si nota come la notizia della mancata distribuzione dell’acconto abbia influito positivamente sul valore della struttura opzionale, ridotta a seguito della rottura della barriera, avvenuta in data 22 settembre2011, inuna semplice combinazione di una call con strike pari a zero e una short call con strike pari a 4,7 euro. Più in dettaglio, si nota come in data 20 gennaio, ossia prima che venisse comunicato il mancato acconto, il certificato fosse quotato ad un prezzo di 60,40 euro in denaro a fronte di un prezzo dell’azione sottostante pari a 3,064 euro. La quotazione del certificato rifletteva in tale momento il valore spot di Enel decurtato dei 0,26 euro da staccare entro la scadenza. Una seconda fotografia dei prezzi, scattata in data 29 febbraio, ha evidenziato come a fronte di un ribasso dello 0,52% per il titolo Enel, scambiato a 3,048 euro, sia corrisposta una quotazione in denaro del certificato pari a 61,40 euro, ossia l’1,66% in più. Sebbene la presenza del Cap all’interno della struttura possa aver influito minimamente sulle variazioni del certificato, riducendo il peso sul valore complessivo per effetto del trascorrere del tempo, risulta evidente anche graficamente l’allargamento dello spread a favore del certificato nel momento in cui le opzioni quotate hanno iniziato a scontare il mancato stacco di novembre 2012.

 

Osservando il grafico che mette a confronto l’andamento del titolo Enel e del Bonus Cap di Macquarie a partire dal 1 dicembre 2011, si nota come le due linee, quella arancio che corrisponde al certificato e quella bianca che disegna il movimento dell’azione, siano perfettamente sovrapposte fino alla data del 26 gennaio scorso, giorno in cui evidentemente dalle opzioni si sono avuti i primi segnali del rischio di taglio del dividendo. A partire da quel momento, la linea colore arancio si è posizionata al di sopra di quella dell’azione, raggiungendo un punto massimo di spread pari al 3,46% in data 10 febbraio 2012. Tale grafico conferma quindi quanto sia opportuno tenere sotto osservazione i “nuovi Benchmark” su single stocks e il calendario dei cda delle varie società quotate.

ENI

 La crisi globale non ha per il momento toccato i titoli del settore petrolifero, favoriti dal costante rialzo del prezzo del petrolio. Eni, dopo aver distribuito a settembre 2011 l’acconto sull’esercizio 2011 per 0,52 euro ad azione, ha fissato al 21 maggio 2012 la data di stacco del saldo per altri 52 centesimi per azione. Tanto le previsioni fornite da Bloomberg quanto i dividendi impliciti nelle opzioni quotate confermano anche per il 2012/2013 il dividendo complessivo di 1,04 euro ad azione. Eventuali annunci di revisioni al ribasso interesseranno da vicino i 40 certificati quotati che hanno per sottostante il titolo del Cane a sei Zampe.

FIAT

 Nonostante i buoni dati di bilancio relativi all’anno 2011, secondo i quali il gruppo torinese ha riportato ricavi pari a 59,56 miliardi di euro, in aumento del 66% rispetto al 2010, il cda di Fiat ha comunicato che non è previsto alcun dividendo per i possessori di azioni ordinarie nel corso del 2012. L’assenza di dividendo non ha colto di sorpresa il mercato, che già si attendeva anche da quanto indicato dalle opzioni corrispondenti, che i cordoni del Lingotto rimanessero chiusi per gli azionisti ordinari.

FIAT INDUSTRIAL

 Si è riunito il 22 febbraio scorso, confermando la distribuzione di un dividendo pari a 0,185 euro per ogni azione ordinaria, il consiglio di amministrazione di Fiat Industrial. Il dividendo, la cui data di stacco è prevista per il 23 aprile 2012, interessa da vicino 4 certificati quotati in Borsa Italiana. Particolare attenzione va rivolta al Bonus Cap di Unicredit con scadenza 4 novembre 2012, quotato alla stregua di un Benchmark per effetto della violazione della barriera già avvenuta ( codice Isin DE000HV8F4K3).

GENERALI ASSICURAZIONI

 I risultati relativi all’esercizio 2011 verranno resi noti dal consiglio di amministrazione di Generali il prossimo 20 marzo, giorno in cui verrà anche ufficializzato l’ammontare del dividendo che verrà riconosciuto con data stacco 21 maggio 2012. L’entità del dividendo dovrebbe essere di 0,35 euro ad azione, sebbene dalle opzioni quotate risulti una stima implicita pari a 0,32 euro. Una corposa crescita del dividendo, pari al 13% circa, sembra essere proiettata per il 2013, anno in cui anche dalle opzioni, oltre che dalle stime Bloomberg, risulta che il dividendo potrebbe essere superiore ai 52 centesimi ad azione. Sono ben 36 i certificati che vedono come sottostante il titolo del Leone di Trieste, pertanto si consiglia di prestare attenzione ai prossimi annunci sia per ciò che riguarda l’integrità del buffer sulla barriera per quelli che ancora presentano la struttura opzionale intatta, sia per quelli ormai trasformati in semplici Benchmark.

INTESA SANPAOLO

 Aumenta l’incertezza attorno al dividendo 2012 di Intesa Sanpaolo. Sebbene le stime presentino una probabilità di stacco di 7 centesimi ad azione, in lieve ribasso dai 0,075 euro distribuiti a maggio 2011, dalle opzioni corrispondenti e dalla maggioranza degli analisti, sembra che il dividendo possa fermarsi al di sotto dei 6 centesimi ad azione ( 0,054 euro secondo le opzioni). La data di stacco è in ogni caso fissata al 21 maggio 2012 e l’appuntamento con il cda è in calendario per il 15 marzo prossimo. Sono 59 i certificati, in buona parte quotati alla stregua di un Benchmark, che potranno essere toccati da un’eventuale revisione al ribasso del dividendo 2012.

MEDIOBANCA

 Sarà comunicato solamente il 21 settembre2012, inoccasione del cda già in calendario, il dividendo che Mediobanca pagherà agli azionisti per l’esercizio 2012. Secondo le stime fornite da Bloomberg potrebbe crescere a 0,23 euro, dai 0,17 pagati a novembre 2011, il dividendo 2012; stima non confermata tuttavia dalle opzioni quotate, che riportano per la scadenza di dicembre 2012 un dividendo implicito di 0,19 euro. Sarà utile seguire quale sarà l’evoluzione in ottica di determinazione del pricing di tre dei sei certificati attualmente in circolazione, ovvero per quelli che dopo la data di stacco saranno ancora in quotazione.

TELECOM ITALIA

 La conferma alle indiscrezioni che circolavano già da diverse settimane è arrivata venerdì scorso, quando al termine del cda i vertici di Telecom Italia hanno annunciato di aver tagliato del 25%, da 0,058 euro a 0,0435 euro, il dividendo 2012 da riconoscere agli azionisti il prossimo 21 maggio. La notizia è stata accolta positivamente dal mercato, che ha premiato il titolo facendolo apprezzare di oltre 7 punti percentuali. Il taglio del dividendo, qualora fossero stati presenti in quotazione certificati con barriera violata, avrebbe dunque favorito doppiamente gli investitori in certificati.

UNICREDIT

 Dopo aver concluso con successo l’aumento di capitale con cui ha aperto l’anno, i vertici di Unicredit hanno confermato che non verrà distribuito alcun dividendo nel corso dell’anno 2012. Un ritorno al dividendo, almeno stando a quanto prezzato dalle opzioni, potrebbe esserci a partire dal 2013, con una proiezione di 0,15 euro ad azione. Sono 45 i certificati quotati su Sedex e Borsa Italiana che potrebbero essere interessati da un eventuale ritorno al dividendo per l’esercizio 2012.