A SPASSO PER L’EUROPA

 

Ultime speranze per i mercati europei per ridurre il passivo da inizio anno. FTSE Mib maglia nera tra i principali listini.

 Nonostante il brillante recupero dell’ultima settimana, il bilancio da inizio anno raffigura tuttavia un panorama a tinte rosso fuoco per l’indice di Piazza Affari, tra i peggiori a livello europeo. In termini di performance, il 22% lasciato sul terreno dal FTSE Mib vale alla piazza milanese il quartultimo posto nella classifica delle variazioni dei principali listini europei a partire dal 31 dicembre 2010, davanti solo al Prague Stock Exchange Index (-27,65%), all’Austrian Traded ATX (-35,21%) e all’Athex Composite Share Price, l’indice della borsa di Atene( -51,49%). Poco più su, con un calo del 16 %, incontriamo il Cac40 parigino e il paneuropeo Eurostoxx 50 mentre a sorpresa, per pochi decimi di punto, l’Ibex madrileno precede il Dax di Francoforte con un saldo negativo del 12,25%. Scorrendo la classifica verso la parità, si difendono lo SMI di Zurigo (-10%) e il FTSE 100 londinese (-5,79%). Come si può immaginare, non c’è traccia di piazze europee tra gli indici con il segno verde a livello globale, tra i quali svetta il Venezuela Stock Market con un progresso di ben 75 punti percentuali.

 Il nostro viaggio in giro per l’Europa parte proprio dall’analisi delle performance registrate in questo 2011 deludente.

UP&UP di Banca Aletti sullo SMI

 Anche se il mercato svizzero rappresenta per antonomasia il rifugio dei capitali, anche l’indice Swiss Market sembra aver legato le sue sorti a quelle della crisi europea. A questo proposito, pensato per gli investitori che, pur volendo puntare su un recupero dell’indice, vogliano proteggersi dalle flessioni, è il certificato Up&Up di Aletti con scadenza 31 agosto 2015.  Il rimborso finale del certificato rifletterà la performance assoluta dell’indice rispetto al valore iniziale rilevato a 5528,52 punti. In caso di ribasso del sottostante, il ribaltamento è tuttavia condizionato alla tenuta, lungo tutto la durata residua del certificato, di un livello barriera posto a 3593,54 punti.  Guardando al pricing, dati i correnti 5780,65 punti , si osserva come ad un rialzo dell’indice del 4,56%, il certificato continui a scambiare sotto la pari ad un prezzo lettera di 95,55 euro. Benché il pricing sia rallentato dalla lunga durata residua del titolo in un’ottica cassettista, il mancato evento barriera, riconoscerebbe un rendimento minimo del 4,65%. Per un valore finale pari a quello corrente il rendimento complessivo si attesterebbe invece al 9,43%. La quotazione sotto la pari permette inoltre di ammortizzare le perdite in caso di evento knock out. In seguito alla rottura, si osserverebbe una perdita rispetto all’acquisto ai valori correnti per valori dell’indice pari o inferiori a 5283,501 punti, pari ad un ribasso dai corsi attuali dell’8,62%.

Bonus Cap di BNP Paribas su Cac40

Anche se nelle ultime settimanela Franciasembra aver assunto sempre più il ruolo di nuova osservata speciale, l’indice Cac40 tentenna ma non crolla, così come invece era accaduto sia al FTSE Mib che all’Ibex. In un’ottica di proseguimento della lateralità dell’indice francese, un’opportunità di breve termine è fornita dal Bonus Cap di BNP Paribas con scadenza 21 dicembre 2012. Atale data, se l’indice d’oltralpe non avrà mai toccato la soglia invalidante posta a 1883,73 punti, il certificato rimborserà 112,5 euro. Nel caso invece di rottura in uno dei giorni di negoziazione, il Bonus perderà la sua componente opzionale, riconoscendo a scadenza un rimborso pari alla performance del sottostante rispetto allo strike, rilevato a 3139,55 punti. In ogni caso, il rimborso massimo non sarà mai superiore a 112,5 euro, ovvero non sarà riconosciuto un ulteriore rendimento per fixing dell’indice superiori a 3531,99 punti. Rispetto ai valori iniziali, il Cac40 si mostra in rialzo del 2,55% a quota 3219,73 punti, così come il certificato che, seppur scambiato sopra la pari, a 101,65 euro, lascia spazio a poco più di un anno dalla scadenza ad un upside del 10,67%. Guardando infine ai dividendi proiettati, pari al 4,74%, il margine dalla barriera, tenuto conto del loro stacco è pari al 38,58%, mentre l’investimento diretto nel sottostante determina un rendimento superiore a quello nel certificato, qualora l’indice registrasse dai valori correnti un rialzo del 5,93%.

 

Athena Relax di BNP Paribas sul Dax

 Se a iniettare fiducia nel sistema europeo rimanela Germania, investire sul Dax significa scommettere su una soluzione positiva della crisi di debito. Nel panorama dei certificati, ciò che si avvicina più a tale prospettiva è rappresentata dalla categoria dei certificati a rimborso anticipato che associano alla possibilità di un rapido smobilizzo dell’investimento, una protezione, seppur condizionata, del capitale a scadenza. Scritto sull’indice teutonico, l’Athena Relax di BNP Paribas, prevede prima della scadenza del 30 luglio 2013, una rilevazione intermedia, fissata ad un anno d’anticipo, il 30 luglio 2012. Se a questa data il sottostante sarà pari o superiore allo strike, rilevato a 6147,97 punti, il certificato rimborserà 108 euro. Il mancato evento trigger porterà l’Athena direttamente a scadenza, dove un valore finale del Dax superiore al trigger iniziale determinerà un rimborso pari a 116 euro. In caso di mancato raggiungimento della soglia è comunque prevista la protezione del nominale di 100 euro, fino a 3688,78 punti, sotto i quali il certificato replicherà la performance del sottostante  dal valore iniziale. Alla corrente quotazione di 97,73 euro, sarà quindi possibile ottenere un rendimento positivo in entrambe le scadenze. Basterà poi un rialzo di meno dell’1% per ottenere già alla prima data di rilevazione il rimborso anticipato, con un rendimento dell’11%.

Twin Win di Banca IMI su Eurostoxx 50

 In mancanza di direzionalità sull’indice europeo, le cui sorti sono ancora incerte, tra i certificati scritti sull’Eurostoxx 50 che beneficiano di entrambi i movimenti del sottostante, il Twin Win di Banca IMI è quello che offre il miglior profilo rischio rendimento. Rilevato uno strike a 2898,36 punti, il rimborso alla scadenza fissata per il 29 giugno 2013 rifletterà la performance assoluta dell’indice dal valore iniziale. Tuttavia, in caso di downside, il ribaltamento della variazione negativa è condizionato alla tenuta della barriera posta a 1594,08 punti indice, valida in continua. La sua rottura determina infatti la perdita della possibilità di ottenere un rimborso sopra la pari in caso di chiusura dell’indice al di sotto dello strike.  Tuttavia, benché la quotazione corrente del sottostante sia pari a 2385,76 punti, in ribasso del 17,69% dal valore iniziale, il certificato scambia anch’esso in ribasso di circa il 17%, a 82,85 euro, seppur il buffer dalla barriera, pari al 33%, rappresenti un discreto margine. A tali condizioni, sotto l’ipotesi di assenza di evento knock out, il rendimento minimo è pari al 20,7%, mentre se l’indice dovesse chiudere ai livelli correnti sarebbe del 42,05%. In caso invece di rottura della soglia invalidante, si registrerebbe una perdita per valori inferiori a 2401,31 euro.

Twin & Go di Deutsche Bank su FTSE Mib

 L’indice italiano ha abituato gli investitori a forti scossoni nel giro di poche sedute di negoziazione, nonché ad una forte esposizione ad ogni accadimento di mercato. Così come suggerito per l’investimento sull’indice paneuropeo, anche per il FTSE Mib una delle opportunità più interessanti è fornita da un certificato a doppia direzione, con tuttavia un ulteriore elemento di protezione ,dato da una barriera valida unicamente a scadenza. Il Twin&Go di Deutsche Bank, dopo aver disatteso le due finestre di rimborso anticipato fissate all’emissione, è proiettato direttamente a scadenza prevista per il 16 novembre 2012. A questa data, quale sia la direzione dell’indice, il certificato rimborserà un importo pari alla performance assoluta dell’indice rispetto al valore iniziale, rilevato a 23381,18 punti. Qualora il sottostante mostrasse un valore finale pari o inferiore alla barriera, posta a 14028,71 punti, il Twin&Go sarà liquidato con un importo pari alla variazione complessiva dell’indice rispetto al valore iniziale. Guardando ai valori di quotazione, con un FTSE Mib in ribasso rispetto all’indice del 31,46%, con un teorico a scadenza di 131,46 euro il certificato scambia a 93,05 euro. Ne deriva come, per valori di chiusura compresi tra lo strike e il valore corrente, il rendimento minimo sarà comunque pari al 7,47%. L’eventuale rottura a scadenza della barriera, determinerà invece una perdita minima del 35,52%.