LA LOCOMOTIVA D’EUROPA ACCUSA IL COLPO

Brusca frenata per l’indice Dax. La Germania, di colpo, si sente un po’ più europea

A una settimana dal salvataggio dell’UE, approvato grazie al fattivo coinvolgimento di Parigi e Berlino, i mercati finanziari del Vecchio Continente sono ancora sull’orlo del collasso e non riescono a risollevarsi, anche a causa del downgrade che per la prima volta nella storia, ha colpito gli Stati Uniti. Tra gli indici sorprendentemente più pesanti a livello europeo, il Dax ha vissuto dei veri e propri attimi di terrore nel corso della seduta di martedì, precipitando in calo del 7% ad un minimo di 5502,63 punti. Per quanti si fossero rifugiati in un’isola deserta negli ultimi quindici giorni, una simile quotazione apparirà poco verosimile: osservando infatti un semplice grafico dell’indice Dax si può notare come questo sia stato capace di impermeabilizzarsi nel corso degli ultimi diciotto mesi, ovvero di continuare a crescere, in scia agli Stati Uniti, anziché allinearsi al ribasso seguendo gli Stati membri dell’Unione Europea. Ed invece, a dispetto di una forza relativa a dir poco straordinaria, anche la locomotiva tedesca ha dovuto prendere coscienza del fatto che è in gioco la sopravvivenza del progetto Europa, ritrovandosi di colpo invischiata nelle sabbie mobili. Dai 7382,80 punti del 26 luglio scorso ai 5502,63 punti del 9 agosto, la variazione percentuale negativa è stata superiore al 25%: nello stesso arco di tempo, l’Eurostoxx 50, finora sottoperformante, è passato da un massimo di 2759,87 punti ad un minimo, segnato sempre in intraday del 9 agosto, di 2167,71 punti, perdendo quindi il 21,46%; stesso identico ribasso, infine, per l’indice FTSE Mib, sceso dai 19216 punti del 26 luglio ai 15132 punti di martedì. In questo contesto, che ha visto l’indice Dax sottoperformare tutti gli altri listini del Vecchio Continente, si è registrato sul segmento dei certificati il primo evento barriera per un Bonus Cap firmato BNP Paribas. Ma per una barriera che è saltata, ci sono ancora diverse opportunità tutte da seguire per chi intende sfruttare la flessibilità dei certificati. Una selezione di certificati legati all’indice tedesco è il filo conduttore di quest’ultimo Approfondimento che precede la pausa estiva.

I REVERSE BONUS HANNO SPICCATO IL VOLO

Strutturati per permettere di trarre il massimo beneficio dal ribasso del sottostante, quattro differenti Reverse Bonus, con e senza Cap, di Deutsche Bank hanno spiccato letteralmente il volo nelle ultime sedute. Tutti scritti sull’indice Dax con strike 7371,2 punti ed emessi il 24 febbraio scorso, i quattro certificati si differenziano per la scadenza, per il posizionamento del livello barriera e bonus e per la presenza o meno del Cap; tutti, hanno però in comune la caratteristica di essere stati pensati per sfruttare appieno un’eventuale fase correttiva della locomotiva tedesca, tornata ad un passo dai massimi storici proprio mentre il resto d’Europa faceva fatica a tenersi a debita distanza dai minimi. Vedendoli nel dettaglio, due certificati sono dei classici Reverse Bonus senza Cap. Il primo, identificato da codice Isin DE000DE5CK91,  rimborserà alla scadenza del 31 agosto 2012 il nominale maggiorato di un bonus del 5% se non sarà mai stato quotato dall’indice Dax un livello pari o superiore agli 8845,44 punti della barriera. Approfittando dell’assenza del Cap, per valori inferiori ai 7002,64 punti, potrà inoltre replicare linearmente, in maniera inversa, le variazioni dell’indice apprezzandosi in misura potenzialmente limitata al solo azzeramento dello stesso. Il secondo certificato sprovvisto del Cap, identificato da codice Isin DE000DE5CK83, ha la medesima data di scadenza ma a fronte di una barriera posizionata più in basso, ovvero a 8476,88 punti, offre una prospettiva di rendimento Bonus pari al 14% del nominale. Anche in questo caso, eventuali ribassi del Dax inferiori ai 6339,24 punti, verrebbero replicati inversamente dallo strumento. Proprio tale caratteristica, ha consentito a quest’ultimo certificato di portarsi in quota, superando di slancio sul Sedex di Borsa Italiana i 114 euro corrispondenti al Bonus, e attestarsi al di sopra dei 120 euro. Lievemente più contenuto è stato invece il balzo del primo Reverse Bonus, fermatosi a ridosso dei 118 euro. Particolarmente interessante, in virtù del Bonus di 114 euro, è il secondo Reverse Bonus in ottica di trading o di copertura di posizioni lunghe sull’indice tedesco. Infatti, sfruttando il valore di mercato pressoché allineato al fair value, lo strumento è attualmente da vedere come un Benchmark Short con protezione condizionata pari al 95% del capitale fino al livello di 8476,88 punti. In altre parole, ciò significa che chi ritenesse ancora probabile un proseguimento della fase correttiva dell’indice tedesco, avrebbe nel Reverse Bonus identificato da codice Isin DE000DE5CK83 uno strumento in grado di apprezzarsi ( dai 120 euro di quotazione) dell’1% per ogni punto percentuale perso dal Dax ( dai 5920 punti) e di deprezzarsi fino ad un massimo del 5% in caso di eventuale rialzo non superiore al 43%.

BARRIERA A 3688 PUNTI PER L’ATHENA RELAX

Ha ritracciato di circa 10 punti percentuali, complice lo stacco cedola incondizionato di fine luglio, scendendo al di sotto dei 94 euro, uno dei certificati più interessanti che BNP Paribas mette a disposizione per investire sull’indice tedesco. Si tratta di un Athena Relax (Isin NL0009497874), caratterizzato da un’opzione di rimborso anticipato e da una barriera discreta a scadenza posta ad un livello ancora distante dai 5920 punti raggiunti in avvio di settimana. Entrando nel dettaglio, il certificato si contraddistingue per uno strike posto a 6147,97 punti e per un livello invalidante, valido esclusivamente alla scadenza prevista per il 30 luglio 2013, posto a 3688,78 punti. Nei giorni scorsi, come detto, il certificato ha staccato una cedola, incondizionata, pari a 4 euro e a questo punto è proiettato verso la data di rilevazione utile per il rimborso anticipato, prevista per il 30 luglio 2012. Se in tale occasione l’indice sarà almeno pari al livello iniziale, il certificato rimborserà il nominale maggiorato di un coupon di 8 euro. Considerati gli attuali 94,50 euro a cui lo strumento è quotato sul Sedex di Borsa Italiana, il rendimento complessivo potrà ammontare al 14,28% e per far sì che possa essere riconosciuto sarà sufficiente un recupero dell’indice Dax di appena il 3,85%. Qualora non dovessero verificarsi le condizioni idonee per il rimborso anticipato, si giungerà alla naturale scadenza dove varranno le medesime condizioni in termini di payoff. Ovvero qualora il livello iniziale sia rispettato, all’investitore verranno rimborsati 116 euro, diversamente se il Dax sarà ad un livello compreso tra la barriera e lo strike iniziale, l’importo di liquidazione sarà pari all’intero nominale; infine, solo nel caso in cui l’indice si attesti al di sotto dei 3688,78 punti, in calo del 40% rispetto allo strike, il rimborso sarà vincolato all’effettiva performance registrata dallo stesso. Allo stato attuale, considerando lo scenario di estrema volatilità che imperversa sui mercati finanziari, poter disporre di un prodotto che prevede l’osservazione della barriera solamente alla scadenza è un fattore di estrema utilità in ottica di contenimento del rischio. Se poi, questa, è posta al 40% circa dai valori correnti, gli elementi che giocano a favore dell’Athena Relax aumentano e rendono l’emissione tra le più flessibili tra tutte quelle in circolazione.

DELFINO O SFINGE?

Tra i certificati che meno hanno risentito della violenta accelerazione ribassista dell’indice Dax si deve segnalare il Dolphin di UBS, a capitale interamente protetto ma soprattutto caratterizzato da una struttura “a gabbia” che ne limita in maniera visibile la reattività, sia in caso di rialzo che di ribasso del sottostante. Il certificato, è stato emesso il 30 luglio 2010 al valore nominale di 1000 euro e si è proposto come una valida alternativa per coloro che avevano intenzione di investire sul mercato azionario tedesco senza correre alcun rischio di perdita. Il Dolphin Certificates è infatti un certificato a capitale interamente protetto, che alla scadenza del 23 luglio 2013 rimborserà un ammontare minimo di 1000 euro se il livello finale dell’indice Dax sarà inferiore ai 6166,34 punti rilevati in fase di emissione. In caso di rilevazione superiore a tale livello, l’intera performance positiva verrà riconosciuta ai possessori ma solo se il rialzo non si sarà mai spinto fino ad un Cap massimo del 25%, più propriamente definibile come barriera. Il suo ruolo, dato il posizionamento eccezionalmente al rialzo anziché al ribasso come avviene normalmente, è pertanto quello di bloccare e azzerare, in caso di violazione, la partecipazione al rialzo dell’indice garantendo però nel contempo un “rebate”, ossia un premio di consolazione del 5%, qualora l’evento si verifichi. Più dettagliatamente, se nel corso dei tre anni l’indice avrà quotato anche per una sola volta ad un livello pari o superiore ai 7707,93 punti della barriera, alla scadenza verrà liquidato un importo pari al nominale maggiorato del “rebate” del 5%, a prescindere dal livello a cui si troverà l’indice alla data di valutazione finale. Se invece l’indice non avrà mai quotato ad un livello pari o superiore alla barriera, l’importo di esercizio sarà pari al nominale maggiorato dell’effettivo rialzo realizzato dall’indice o il solo nominale, come già evidenziato, se questo si troverà in territorio negativo. Le caratteristiche peculiari del certificato di UBS sono quindi la protezione totale del capitale a scadenza e la partecipazione integrale al rialzo, ma solo fino alla barriera del 125%; oltre tale soglia, il premio di consolazione del 5% permette di non tornare a casa a mani vuote.

Ciò che colpisce, ma non stupisce, dell’andamento del Dolphin in questo primo anno di quotazione è l’immobilità della quotazione di mercato. Consultando la scheda analitica messa a disposizione da Borsa Italiana si può leggere come il prezzo minimo sia stato quotato il 2 febbraio 2011 a 980,75 euro e quello massimo, il 3 agosto scorso a 991,15 euro. Tuttavia, dall’emissione avvenuta il 30 luglio dello scorso anno, l’indice tedesco è stato in grado di raggiungere per ben tre volte la soglia dei 7400/7500 punti, ad un passo dalla barriera posta a 7707,93 punti e in rialzo di oltre il 20% dallo strike iniziale, prima di affondare al di sotto dei 6000 punti proprio nelle ultime ore.  A conti fatti, mentre il Dax è andato su e giù di oltre 20 punti percentuali il Dolphin è rimasto insensibile alle sue scorribande fermandosi poco al di sotto del nominale protetto. Ma a dispetto di quello che potrebbe apparire come un inspiegabile comportamento, il Dolphin non ha fatto altro che riflettere lo scenario più probabile nei momenti in cui il sottostante era ad un soffio dai 7707,93 punti, ovvero l’evento barriera. E’ infatti necessario sottolineare che un simile evento avrebbe fatto perdere allo strumento la partecipazione al rialzo del sottostante e avrebbe dato luogo al pagamento di un rebate del 5% come premio di consolazione . In altri termini, se il Dax non avesse arrestato la propria corsa, sebbene lo abbia fatto con la consueta esasperazione dei movimenti, sarebbe stato molto probabile un rimborso alla scadenza pari ai 1000 euro nominali maggiorati del 5%. Da qui si comprende il motivo per cui in prossimità dei massimi dell’indice Dax il certificato non abbia potuto spingersi al rialzo e come, al contrario, sia riuscito a registrare i massimi ora che la barriera si è allontanata.

CADE LA PRIMA BARRIERA

Tra le vittime dell’ondata ribassista che ha colpito e affondato l’indice Dax, si segnala un Bonus Cap di BNP Paribas emesso lo scorso mese di febbraio. Il certificato, che avrebbe rimborsato nominale e Bonus del 6% alla scadenza del 20 dicembre prossimo, è caduto l’8 agosto, a sei mesi esatti dalla data di emissione, per effetto della perdita da parte dell’indice tedesco dei 6151,52 punti, il livello a cui era posizionata la barriera. A seguito dell’evento barriera, ritenuto improbabile solo fino a due settimane fa in virtù della straordinaria forza relativa dimostrata dalla piazza di Francoforte, il certificato si è quindi tramutato in un semplice clone del sottostante: ciò implica che fino alla scadenza, il suo valore sarà pari alla quotazione dell’indice Dax moltiplicata per il multiplo fisso 0,013655, ricavato dividendo i 100 euro nominali per lo strike fissato in emissione a 7323,24 punti. Inevitabile è stata la brusca caduta del prezzo di mercato dello strumento, quotato sul Sedex di Borsa Italiana. Scambiato al di sopra dei 100 euro fino al 26 luglio scorso, il certificato ha toccato nella giornata di martedì un minimodi poco inferiore agli 80 euro.