DECENNIO PERDUTO PER PIAZZA AFFARI, GLI EMERGENTI SI FANNO LARGO

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Magre soddisfazioni per chi negli ultimi due-tre decenni ha deciso di rimanere costantemente investito su azioni italiane. Piazza Affari, anche senza considerare i magri ritorni dell’ultimo anno (-19% il saldo 2016 del Ftse Mib), si segnala per una perdurante debolezza relativa rispetto a tutte le altre principali borse mondiali, che ha relegato il listino milanese al 20° posto a livello globale per capitalizzazione (dall’8° posto a cui stazionava a fine 1998).

Pertanto anche il mantra del “guadagno in Borsa in un’ottica di lungo periodo” va a vacillare e il raffronto con i titoli di Stato vede le azioni soccombere. Dai dati presenti nel rapporto “indici e dati” redatto da Mediobanca emerge che dal 1989 a oggi i maggiori titoli azionari soccombono rispetto all’indice Mts Italia Btp (+8,4% annuo). I pochi a difendere il DECENNIO PERDUTO PER PIAZZA AFFARI, GLI EMERGENTI SI FANNO LARGO mondo con 676 miliardi di capitalizzazione (nel 1998 era addirittura all’8° posto), mentre quest’anno è scivolata al 20° posto con 434 miliardi di euro superata da diversi rappresentanti dei paesi emergenti quali Bombay (10° posto), Johannesburg (15° posto), Brasile (17° posto) e Russia (19° posto).

Allargando lo sguardo agli ultimi 20 anni, le maggiori soddisfazioni arrivano dall’investimento nelle mid cap che hanno garantito un rendimento medio annuo dell’8,5% considerando capital gain e dividendi, battendo le azioni risparmio (+8,4% annuo). Le blue chip si sono fermate a +4,4%, mentre magre soddisfazioni dalle small cap (+1,9% annuo). dersi, considerando l’apporto dei dividendi, sono Intesa Sanpaolo (+6,8%), Italcementi (+2,7%) e Mediobanca (+2,2%). Andando ancora più indietro nel tempo, dal 1928 ad oggi il rendimento medio dei titoli è stato del 6,1% (al netto dei dividendi), ma considerando l’inflazione il rendimento passa in negativo del 2,4%.

Solo considerando il reinvestimento dei dividendi sui arriva a un risicato +1% annuo. L’investimento su Piazza Affari non è stato certamente premiante nell’ultimo decennio con il rendimento annuo del listino milanese che risulta negativo del 6,5% dal 2005 a oggi. Impietoso il confronto con le altre Borse, in particolare realtà emergenti quali la borsa indonesiana (+13%), la Borsa di Shanghai (+12%) che sono quelle che hanno dato maggiori soddisfazioni. Molto bene tra i grandi listini il Nasdaq che segna un +9% medio annuo (+153,8% complessivo). Piazza Affari perde così posizioni nella classifica delle maggiori Borse mondiali.

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