MERCATI GUARDANO OLTRE LA BREXIT, RISCHI POLITICI OLTREOCEANO

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A poco più di un mese dall’appuntamento con le urne, i cittadini britannici appaiono sempre più propensi a schierarsi per una posizione conservativa ed evitare il salto nel buio di un’uscita dall’Unione Europea che almeno nel breve-medio termine porterebbe delle ricadute negative sull’economia d’oltremanica.

Il rischio Brexit appare quindi decisamente meno concreto rispetto a solo poche settimane fa; l’ultimo sondaggio di ORB per il Telegraph vede un’ampia maggioranza a favore della permanenza nell’UE con un vantaggio di ben 15 punti rispetto all’8% precedenti. Riscontri che hanno messo le ali alla sterlina e in generale sopito i timori delle ricadute di un voto pro-Brexit sui mercati in generale. L’umore dei listini rimane comunque improntato alla cautela, ancora di più dopo che le minute della Federal Reserve hanno riacceso i fari sula possibilità di un ritocco al rialzo dei tassi di interesse già nel prossimo meeting di giugno.

Diversi membri del Fomc si sono espressi a favore di un rialzo dei tassi di interesse a giugno se la crescita economica nel secondo trimestre dovesse rinforzarsi e l’infl azione andare in direzione del target del 2%. Già prima delle minute della Fed i toni dei discorsi di alcuni esponenti Fed erano stati abbastanza netti con Lockhart (presidente della Fed di Atlanta) e Williams (Fed di San Francisco) entrambi possibilisti su due o più rialzi entro la fine dell’anno. Un chiaro segnale circa la cautela da tenere in vista dei prossimi mesi è la decisione di Goldman Sachs di tagliare il suo giudizio sul mercato azionario globale da qui ai prossimi 12 mesi a “neutrale” ritenendo i titoli azionari troppo cari e poco attraenti almeno fino a quando non si vedrà una crescita convincente degli utili societari.

Anche il guru George Soros ha in parte voltato le spalle all’azionario raddoppiando le scommesse contro l’S&P 500 e ha aumentato le esposizioni “rifugio” sull’oro.

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