FED a un bivio, mentre la BCE non potrà più temporeggiare

banca centrale europea

Le turbolenze che hanno attraversato i mercati fino a settimana scorsa sembra essere
già archiviate con Wall Street che ha già dimezzato le perdite che aveva accumulato
nell’ultimo mese in scia all’attesa di una frenata della Federal Reserve sul fronte stretta
tassi. Sono forti le attese in vista del meeting Fed di settimana prossima, che fi no a
pochi giorni fa era considerato all’unanimità quello che avrebbe sancito la fi ne del QE3.
Ora le carte sembrano essersi rimescolate e la stessa Fed per bocca di Bullard (presidente Fed di St. Louis) ha aperto a un possibile rinvio della fine del QE che negli ultimi  10 mesi è sceso progressivamente da 85 a soli 15 miliardi di dollari mensili.

La banca  centrale statunitense potrebbe quindi considerare di ritardare la fi ne del suo programma  di acquisto di obbligazioni per arrestare il calo delle aspettative di infl azione.
Lo stesso Bullard ha comunque riaffermato che “i fondamentali economici statunitensi
rimangono forti e le turbolenze di mercato riflettono principalmente le più deboli prospettive per l’Europa”.

Le turbolenze evidenziate dai mercati nelle scorse giornate hanno fatto emergere anche l’ipotesi, al momento decisamente remota, che la Federal Reserve faccia una vera e propria “inversione a U” e valuti la possibilità di avviare un QE4, ovvero il quarto round di quantitative easing dal crack Lehman Brothers. Più concreta invece la possibilità che la Fed posticipi la fine del QE3 o torni ad aumentare lp’ammontare degli acquisti, con conseguente rinvio nel tempo il primo rialzo dei tassi di interesse, se l’outlook sull’infl azione si deteriorerà ulteriormente in virtù dell’effetto calo prezzi petrolio.

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