LA CARICA DEI 105

Hanno fatto il loro debutto in massa nell’ultima settimana rimpolpando l’offerta di Bonus quotati al Sedex. Protagonisti Unicredit e BNP Paribas e con la volatilità che torna in agguato, spazio alle barriere valide solo a scadenza

Complice la scadenza di 90 emissioni a cavallo tra la fine e inizio anno e il risveglio della volatilità, dopo molti mesi di sostanziale appiattimento sui minimi, dallo scorso 29 gennaio il Sedex di Borsa Italiana ha fatto il pieno di novità all’interno del segmento dei certificati Bonus. Ben 105 i certificati che Unicredit e BNP Paribas hanno proposto per la quotazione, con il chiaro intento di fornire agli investitori una gamma completa di strike e sottostanti su cui poter contare per la diversificazione azionaria del portafoglio e per creare l’asimmetria dei payoff che proprio le opzioni a barriera, che contraddistinguono la tipologia Bonus, riescono a fornire. Affianco ai sempreverdi Bonus e Bonus Cap con barriera continua, ovvero osservata anche in intraday durante tutta la durata, si è sviluppato un trend sempre più crescente di emissioni caratterizzate da una barriera valida solo a scadenza ( definita europea, o discreta a scadenza, o ancora terminale), che proprio per la maggiore difensività meglio si adattano a un contesto di mercato potenzialmente più volatile. Sono 25 i Top Bonus scritti su singole azioni che Unicredit ha quotato in Borsa Italiana dal 29 gennaio, a cui se ne sono aggiunti 2 legati all’andamento di due indici azionari, mentre dall’emittente francese BNP Paribas sono in procinto di essere quotati sempre al Sedex 14 Easy Express, tutti legati ad azioni italiane e internazionali. Top Bonus e Easy Express, due nomi commerciali diversi che identificano la stessa tipologia di prodotto e il medesimo funzionamento, sebbene poi all’atto pratico delle differenze siano riscontrabili nella modalità di proposizione del meccanismo Bonus. Prima di analizzarne le caratteristiche, vogliamo ricordare che a differenza dei certificati con barriera continua, quelli a barriera terminale presentano un costo in fase di strutturazione sensibilmente più elevato e ciò si spiega intuitivamente con il carattere più protettivo. E’ sufficiente infatti considerare che in virtù dell’osservazione esclusivamente alla data di valutazione finale, il sottostante dei Bonus così costruiti può anche scendere al di sotto del livello barriera durante l’arco di vita del prodotto senza che venga invalidata la struttura opzionale accessoria alla semplice “call strike zero” che ha il compito di replicare l’andamento del sottostante stesso in caso di rottura. Da ciò ne consegue che per effetto della minore probabilità di rottura della barriera e di un evento rimandato solo alla scadenza, tali certificati proprio per il maggiore costo in fase di costruzione risultano tendenzialmente più avari, in termini di rendimento potenziale o di posizionamento della barriera, rispetto agli altri. Per contro la volatilità dei certificati a barriera terminale risulta più contenuta, ovvero la reattività ai movimenti del sottostante, e ciò consente di gestire con maggiore semplicità l’esposizione anche in contesti di mercato più nervosi.

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 TOP BONUS IN PILLOLE

L’offerta che Unicredit ha collocato sul mercato si compone, come detto, di 27 nuovi Top Bonus con scadenze comprese tra il 20 giugno 2014 – per un certificato scritto su Telecom Italia che riconoscerà un importo premio dell’11% in aggiunta al nominale se alla scadenza il valore dell’azione non sarà inferiore alla barriera posta a 0,7542 euro – e il 18 dicembre 2015 delle due emissioni legate agli indici azionari FTSE Mib e Eurostoxx 50. I sottostanti selezionati sono appartenenti a differenti settori industriali e come si può osservare dalla tabella che evidenzia i rendimenti assoluti e annualizzati, calcolati a partire dai prezzi rilevati al Sedex in data 4 febbraio, non vi è al momento un particolare settore che ha risentito più degli altri della correzione del mercato. Particolarmente interessante, in virtù della breve durata residua e del rendimento annualizzato del 30,89%, è proprio il certificato scritto su Telecom Italia, identificato da codice Isin DE000HV8A7W6, che per effetto di una volatilità implicita legata all’azione pari al 47,08%, è in grado di prospettare un adeguato profilo di rischio rendimento. Penalizzato dall’Aumento di Capitale annunciato in avvio della scorsa ottava, il Banco Popolare ha lasciato sul terreno il 25% dai valori di strike del Top Bonus identificato da codice Isin DE000HV8A7C8 e la distanza che intercorre tra i 1,20 euro attuali e 1,4355 euro della barriera, sebbene l’osservazione venga effettuata solo alla scadenza del 5 dicembre 2014, costringe il prezzo sul Sedex ad allinearsi quasi perfettamente alla componente lineare ( da qui la considerazione che ai valori attuali il certificato potrebbe essere utilizzato in sostituzione dell’investimento diretto sull’azione sapendo che un eventuale recupero del 20% dai valori correnti e quindi della barriera, amplificherebbe il rendimento a scadenza al 42,50%). Da seguire, per chi volesse indirizzarsi sui due indici, il Top Bonus su Eurostoxx 50, identificato da codice Isin DE000HV8A7O3, che alla scadenza del 18 dicembre 2015 liquiderà un importo fisso e massimo di 112 euro a condizione che l’indice si trovi a un valore non inferiore ai 2522,46 punti della barriera. In virtù dei 97,2 euro a cui è quotato dal market maker in ask, il rendimento potenziale è pari al 15,23% , ovvero l’8,74% su base annua, a fronte di un buffer del 16,31% che tuttavia si riduce se si tiene conto del 3,94% di dividend yield del sottostante. Analogo rendimento per il certificato scritto sul FTSE Mib, avente codice Isin DE000HV8A711, che alla medesima scadenza rimborserà 114 euro a patto che il livello dell’indice non sia inferiore ai 15996,6 punti, distanti dai 19418 punti correnti oltre 17 punti percentuali. Quotato al Sedex 97,8 euro, il certificato prospetta un upside del 16,56%.

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EASY EXPRESS PER STRATEGIE RECOVERY

Presentano il medesimo funzionamento, prevedendo il riconoscimento di un premio alla scadenza in caso di rilevazione del sottostante almeno pari o superiore alla barriera e la replica lineare delle performance negative in caso di rilevazione inferiore, gli Easy Express che BNP Paribas quoterà sul mercato entro la fine di questa settimana. A differenza dei Top Bonus, tuttavia, questi fissano l’importo Express in corrispondenza dei 100 euro e pertanto quantificano il rendimento in virtù di un prezzo di emissione sotto la pari, che rende materialmente e psicologicamente più agevole un eventuale switch da posizioni in perdita. La quotazione avverrà con un prezzo di emissione compreso tra i 73 euro dell’Easy Express scritto sul titolo STMicroelectronics – Isin NL0010399515 – che alla scadenza del 17 giugno 2016 riconoscerà il rimborso di 100 euro, e pertanto un rendimento del 37%, pari al 15,41% su base annua, a patto che il titolo non si trovi al di sotto dei 5,78265 euro della barriera, e gli 83 euro dell’emissione legata all’andamento del titolo Generali – Isin NL0010399481 – per il cui rimborso a premio con un upside del 20,48% ( 8,53% a/a) sarà sufficiente una rilevazione non inferiore ai 15,2475 euro della barriera. Come si potrà osservare dalla tabella, tutte le barriere dei nuovi Easy Express sono fissate al 95% dei rispettivi strike, ad una distanza cioè del 5% dai valori a cui sono stati rilevati i livelli iniziali dei vari sottostanti e ciò con lo scopo di incrementare il bottino in caso di incasso del premio a scadenza e consentire più agevolmente la ricostruzione del capitale intaccato da eventuali perdite. Da seguire, per il trend ancora improntato al rialzo e per la bassa volatilità implicita, l’unico Easy Express scritto su un titolo internazionale – peraltro non soggetto all’applicazione della Tobin Tax “light” che agisce sui certificati – quello identificato da codice Isin NL0010399556  che BNP Paribas ha strutturato sul titolo tedesco BMW. Alla scadenza il rimborso di 100 euro genererà una plusvalenza, interamente compensabile con eventuali minusvalenze ( questo vale per tutti i redditi generati dai certificati), pari al 25%, ovvero al 10,42% a/a, a condizione che non venga rilevato alla scadenza un valore del titolo automotive inferiore ai 76,437 euro della barriera.