L’ANNO CHE VERRA’

Il 2013 agli sgoccioli sta per passare il testimone al nuovo anno, che per gli analisti sarà di consolidamento dopo i rialzi dell’ultimo trimestre. E per i certificati il futuro potrebbe giocarsi anche sul canale OPV al Sedex.

Ancora poche sedute e il 2014 raccoglierà il testimone di un 2013 per molti nefasto, sotto molti punti di vista. L’economia a livello macroeuropeo stenta a ripartire e i segnali di maggiore rallentamento della ripresa sono tanto più evidenti tra i periferici, Italia in testa a causa dei continui ribaltoni politici e della cronica incapacità di attuare un credibile e serio progetto di riforme che riporti gli investitori internazionali ad avere fiducia in quello che per anni è stato definito Belpaese. L’exploit di Moncler, la quinta IPO a livello europeo del 2013, che nel suo primo giorno di quotazione ha messo a segno un rialzo del 47%, è di buon auspicio e fa ben sperare per un ritorno degli investimenti, in parte disincentivati anche dall’applicazione della Tobin Tax, che se sui certificati e i derivati ha inciso in misura del tutto marginale, sui titoli azionari ha prodotto il risultato di un gettito neanche pari al 20% di quanto atteso dal Tesoro ma nel contempo di un netto calo dei volumi che ha finito con l’emarginare ancor di più il mercato italiano. L’uscita di scena di Silvio Berlusconi, dopo un ventennio di discutibile condotta politica, verrà ricordata come uno dei fatti salienti del 2013, sebbene questa non abbia avuto particolari ripercussioni sull’andamento dei mercati finanziari, che sul fronte domestico si apprestano comunque a chiudere l’anno con la freccia verde sia sul fronte dei Titoli di Stato che su quello azionario. Il tutto mentre Oltreoceano, ma anche all’interno dell’area euro nella granitica Germania, si sono toccati ripetutamente nuovi massimi storici e in Oriente si è assistito al risveglio del Nikkei, dopo quattro anni di lateralità sui minimi. Il bilancio dei listini azionari, in termini di performance tra i principali indici mondiali, mostra un rialzo monstre ( +466%) per l’indice venezuelano, seguito a notevole distanza dal Merval argentino, che pure non fotografa correttamente l’andamento della relativa economia, in apprezzamento di quasi novanta punti percentuali dai valori di fine 2012. Il Nikkei 225 è nella top five, grazie al poderoso allungo progressivo e ininterrotto iniziato sin dai primi giorni di gennaio che ha prodotto un rialzo del 46,98%, mentre è preceduto da una serie di indici cosiddetti minori, con il suo 25,27% di apprezzamento, lo statunitense S&P500, capace durante l’anno di toccare i 1813,55 punti prima di correggere frazionalmente. Circa 4 punti in meno sono stati guadagnati dall’altro indice a stelle e strisce, il Dow Jones che per la prima volta nella sua storia ha oltrepassato la soglia dei 16000 punti. Si è fermato finora al 20,24% di rialzo, avendo peraltro toccato i 9425 punti intraday lo scorso 2 dicembre, il Dax di Francoforte che sin dai minimi storici del 2003 ha dimostrato di seguire più fedelmente il passo dei listini americani che quello dei cugini europei, che hanno visto nell’Ibex madrileno la sorpresa dell’anno, con un progresso fin qui del 15,02%. Poco più indietro si attesta il paneuropeo Eurostoxx 50 (+12,35%) , mentre solo al 59esimo posto tra i 91 indici primari si incontra il FTSE Mib, ad ogni modo in terreno positivo con un saldo dell’11,47%. Stanno per chiudere l’anno con il segno rosso una sparuta rappresentanza di indici emergenti, tra cui spiccano il Mexbol messicano (-3,78%) e l’Hang Seng China, sottostante di numerosi certificati (-4,74%).

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Cosa c’è da attendersi per il 2014? Come riporta il Wall Street Journal, l’impresa per i listini americani sarà quella di fornire una conferma, dal momento che dal 1927 solo in rari casi lo S&P 500 è stato in grado di guadagnare più del 6% l’anno successivo a quello in cui era cresciuto di oltre il 20% ( come accaduto quest’anno). Il sentiment è tuttavia positivo e le attese per l’anno in arrivo sono per un consolidamento dei livelli raggiunti. Diverso potrebbe essere il futuro prossimo dei mercati europei, per i quali molti analisti si trovano concordi nel ritenere il 2014 come l’anno del risveglio e della conferma del trend avviato nell’ultimo trimestre. Secondo Amundi Asset Management, ad esempio, nel 2014 il trend di crescita delle vendite delle società europee dovrebbe raddoppiare, con un incremento della redditività per azione pari al 12%, dopo il -1% del 2013.

CERTIFICATI, ANNO RECORD

Come si è già avuto modo di raccontare in uno degli ultimi Approfondimenti, il 2013 è stato ( nei primi tre trimestri) un anno record per il mercato primario dei certificati, con un controvalore collocato di poco inferiore ai 4 miliardi di euro. Cifre che rappresentano una conferma della tendenza in atto dall’ultimo trimestre del 2012 e che fanno ben sperare per un proseguimento del trend anche per il 2014, anche in considerazione della crescente affermazione del segmento dei certificati cosiddetti Digital Annual, che proprio nel corso dell’anno hanno messo la freccia, in termini di raccolta, sui sempreverdi Bonus. Il fenomeno delle emissioni autocallable non dovrebbe conoscere pause, dato il gradimento mostrato dal mercato e il filotto di rimborsi anticipati che ha caratterizzato i dodici mesi, mentre quello dei Credit Linked appare condizionato dall’andamento del mercato del credito e dei CDS, attualmente in chiara direzione correttiva rispetto ai massimi di qualche mese fa.

L’EVOLUZIONE DEL MODELLO BTP ITALIAUna novità che potrebbe però caratterizzare l’attività delle banche emittenti riguarda invece il canale di distribuzione dei certificati. Dopo il successo del BTP Italia, che il Tesoro ha lanciato utilizzando la piattaforma MOT di Borsa Italiana anziché il tradizionale meccanismo dell’asta, in modo tale da consentire la sottoscrizione tramite qualsiasi conto di banca online abilitato al trading, anche i certificati di investimento sono stati oggetto per la prima volta di una OPV diretta. Il nuovo canale di distribuzione permette di aderire all’offerta qualsiasi sia l’intermediario con cui si intrattiene il deposito titoli, semplicemente aderendo online in un periodo prestabilito e ad un prezzo prefissato di 100 euro e ottenendo subito la possibilità di liquidazione grazie alla quotazione sul Sedex quasi immediata. Il primo emittente sul mercato a proporre questa inedita modalità di distribuzione è stato lo scorso 2 dicembre BNP Paribas, con l’offerta di tre certificati caratterizzati da differenti profili di investimento. Più in particolare, la sottoscrizione online ha avuto luogo dal 2 al 13 dicembre, giorno in cui è stato fissato lo strike dei tre certificati; cinque giorni più tardi è avvenuta l’emissione mentre dal 19 dicembre ha avuto inizio la negoziazione sul segmento Sedex.

app352_3Uno dei tre prodotti distribuiti è un classico Bonus Cap scritto sul titolo Fiat, identificato da codice Isin NL0010399200, di durata pari a un solo anno, al termine del quale prevede la restituzione dei 100 euro nominali maggiorati di un bonus pari al 13%, a condizione che nel corso della vita del certificato non sia mai stato violato il livello barriera fissato a 3,4093 euro, ovvero al 65% dei 5,245 euro rilevati come strike iniziale. Diversamente, prevede il rimborso dei 100 euro nominali diminuiti o maggiorati dell’effettiva performance di Fiat dallo strike, fermo restando il cap a 113 euro.
app352_2Ha una durata massima di due anni ed è legato al titolo Intesa Sanpaolo, il secondo certificato offerto da BNP Paribas, ovvero un Fixed Premium Athena identificato da codice Isin NL0010399192. Per questo prodotto, il profilo di investimento prevede il riconoscimento di un premio fisso del 7% dopo il primo anno, a cui potrebbe aggiungersi il rimborso del nominale a patto che il sottostante rilevi una quotazione non inferiore al valore iniziale, fissato a 1,654 euro. In caso di mancata verifica della condizione richiesta, alla scadenza del secondo anno il rimborso dei 100 euro maggiorati di un ulteriore premio fisso del 7% si avrà in caso di rilevazione di Intesa Sanpaolo non inferiore alla barriera posta al 70% dello strike, ovvero a 1,1578 euro, altrimenti verrà liquidato un importo commisurato alla performance del sottostante oltre al premio fisso.

app352_4E’ infine scritto sull’indice Eurostoxx 50 e presenta una durata massima di tre anni, l’Athena identificato da codice Isin NL0010399218, studiato per consentire di massimizzare uno scenario di lateralità del mercato azionario europeo nei prossimi mesi. In particolare, al termine del primo e secondo anno si potrà ricevere il rimborso dei 100 euro maggiorati di un premio a memoria dell’8% annuo ( 8% per il primo e 16% per il secondo quindi), alla condizione che l’Eurostoxx 50 rilevi in un predeterminato giorno un valore di chiusura non inferiore ai 2921,92 punti fissati come strike. Alla scadenza naturale, il rimborso di 124 euro si otterrà alla stessa condizione; la protezione dei 100 euro si avrà per valori dell’indice non inferiori ai 2045,34 punti della barriera ( pari al 70% dello strike); un ammontare pari alla performance del sottostante dallo strike in caso di rilevazione inferiore alla barriera.