OBIETTIVO DIVERSIFICAZIONE

Sotto analisi le ultime due proposte targate Banca IMI denominate in dollari americani e lire turche

Torna ad imperversare la volatilità sui mercati finanziari, dopo il neanche troppo sorprendente esito delle elezioni italiane. Secondo Moody’s, che si è affrettata a commentare il risultato elettorale, l’ingovernabilità del paese rischia di compromettere gli sforzi finora fatti e soprattutto interessa l’economia dell’intera area Euro. Gli effetti dello stallo in cui sembrerebbe costretto il governo italiano non si sono fatti attendere, tanto sui mercati azionari, con Piazza Affari a guidare l’affondo dei listini del Vecchio Continente, quanto su quelli obbligazionari, con lo spread balzato in poche ore di mezzo punto percentuale, e valutari, con l’euro che nel giro di poche sedute ha visto andare in fumo tutto il rialzo messo a segno da inizio anno.

Sono tornate così le correlazioni che legano storicamente i movimenti di mercato. Quella più evidente ha riguardato l’euro, in calo contro tutte le principali valute. Se fino a qualche settimana fa i mercati sembravano indirizzati lungo un trend rialzista duraturo, caratterizzati pertanto da un chiaro contesto di “risk on”, ecco che improvvisamente il quadro appare compromesso. Tuttavia la diversificazione dall’euro potrebbe apportare indubbi benefici soprattutto nell’ottica della gestione del rischio, considerando come le obbligazioni in valuta scoperta, proprio per un’ulteriore esposizione al rischio tasso di cambio, consentano di puntare a rendimenti superiori alla media di mercato, in un contesto caratterizzato da tassi compressi ancora su livelli storicamente bassi, guardando sia al mercato sovereign che corporate investment grade.

In tale ottica, con l’ultima emissione targata Banca IMI si amplia ancor di più il ventaglio di opzioni  per il risparmiatore privato. L’emittente italiana ha infatti emesso a partire dallo scorso 12 febbraio ben due nuove obbligazioni in valuta scoperta a tasso fisso. Più nello specifico si tratta della Obbligazione Banca IMI Collezione Tasso Fisso 5 anni Dollaro Statunitense 3,40% ( Isin IT0004892755) e della Obbligazione Banca IMI Collezione Tasso Fisso 2 anni Lira Turca 6,4% ( Isin IT0004892763).

L’investitore più attento potrà immediatamente comprendere come i rendimenti offerti, anche in relazione all’orizzonte temporale, siano molto allettanti ma anche come, per la classica relazione rischio-rendimento atteso, l’esposizione valutaria renda aleatorio il conseguimento del risultato. Infatti, è doveroso precisare come il rischio connesso a tali bond sia molto più elevato di una classica obbligazione a tasso fisso denominata in euro, in quanto le cedole annuali al pari del rimborso a scadenza sono parametrite in valuta estera e pertanto influenzate dai movimenti del tasso di cambio sottostante, ovvero l’Eur/Usd per quella denominata in dollari statunitensi e l’Eur/Try per quella in lire turche. Si comprende pertanto come forti movimenti avversi della valuta estera potrebbero compromettere anche la protezione del nominale a scadenza, soprattutto per ciò che riguarda l’emissione in valuta emergente.

Analizzati i principali rischi, guardiamo anche alle potenzialità e ai fattori di maggior interesse. Tra tutti sicuramente è da menzionare l’elevato facciale, capace, in particolare per l’emissione in lire turche, di mettere al riparo l’investitore anche in caso di forti discese del tasso di cambio sottostante.

Ora, al fine di valutare l’impatto dei movimenti del tasso di cambio sottostante sullo yield to maturity dei bond, abbiamo ipotizzato differenti scenari di prezzo delle valute in oggetto, associando ai canonici scenari positivi e negativi (-10% e +10% del corrente livello del tasso di cambio), anche la distribuzione dei prezzi insita nelle curve forward e la media della attese degli analisti interpellati da Bloomberg.

Facendo riferimento alla tabella degli scenari presente in pagina, andando per ordine iniziamo analizzando la proposta in dollari americani.

Stando all’attuale quotazione in lettera pari a 101,1 dollari, nello scenario positivo ovvero nel caso in cui il dollaro dovesse apprezzarsi progressivamente del 10%, da oggi fino alla naturale scadenza dell’obbligazione targata Banca IMI (5 anni), il ritorno annuo del bond salirebbe al 5,33% lordo su base annua. Diversamente qualora il trend di deprezzamento della valuta statunitense dovesse proseguire, con un ulteriore apprezzamento del tasso di cambio Eur/Usd del 10%, il ritorno dell’obbligazione scenderebbe all’1,23% lordo annuo.

Guardando invece alle attese degli analisti, che danno un tasso di cambio nel range compreso tra 1,27 e 1,25 nel corso dei prossimi 5 anni, il ritorno del bond sarebbe pari al 4,26% lordo su base annua. Diversamente il rendimento potrebbe essere del 2,76% lordo annuo, tenendo conto delle attese del mercato forward (range di prezzo 1,33 – 1,35).

Per ultimo, volgiamo l’attenzione alla proposta denominata in lire turche, la più interessante in prospettiva di rendimento potenziale. Anche qui sono stati applicati i medesimi scenari sopra indicati tenendo conto del corrente prezzo esposto in lettera al MOT pari a 100,21 lire turche. Il rendimento pertanto varia dal 12,16% lordo annuo nello scenario positivo (-10% del tasso di cambio Eur/Try), fino al -0,59% qualora dovessero venir confermate le correnti attese del mercato forward, calcolate tenendo conto dei forward sul cross valutario Usd/Try e poi Eur/Usd.