FERRAGAMO DEBUTTA AL SEDEX

Sotto la lente il Bonus Cap di Unicredit scritto sulla maison fiorentina. Ricco premio, breve durata e rischio moderato le principali caratteristiche.

Il Made in Italy non conosce crisi, almeno in borsa. Se i dati sui consumi lasciano i commercianti ancora una volta delusi, i top brand del settore della moda, secondo Raffaele Jerusalmi, ad di Borsa Italiana, starebbero scaldando i motori per lo sbarco a Piazza Affari entro l’anno. Sarebbero infatti tra 10 e 15 le aziende attive per la maggiore nel settore luxury ad essere pronte per un IPO entro il 2013, dopo l’ingresso in quotazione lo scorso anno di Brunello Cucinelli, unica debuttante sul listino milanese.  Anche se dal lato puramente tecnico i tempi sono maturi per la quotazione in Borsa, le incertezze legate agli sviluppi politici del Belpaese e il quadro macroeconomico globale pongono un freno all’allargamento dell’azionario italiano ad un settore sempre più richiesto dagli investitori in termini di diversificazione di portafoglio. Numeri alla mano infatti, la performance di mercato della macchina del lusso è risultata poco correlata con le problematiche che affondano i listini azionari. Su scala globale, l’apprezzamento complessivo a un anno è stato pari al 26,54%, di cui il 23,96% dato dal rialzo dei corsi. Un trend che sarà molto probabilmente replicato nel 2013 secondo quanto comunicato da Francois-Henri Pinault, ad di PPR, la società francese controllante di Gucci. Anche se nomi altisonanti del Made In Italy sono in mano francese, numerose sono le aziende della moda del Belpaese presenti sul listino di Milano, come Salvatore Ferragamo, unica IPO del 2011 sul MTA. Proprio alla maison di Firenze, Unicredit dedica uno spazio nell’ultima tranche sbarcata sul Sedex lo scorso 14 febbraio. Il Bonus Cap su Salvatore Ferragamo è peraltro ad oggi l’unico prodotto strutturato su single stock del lusso quotato su Borsa Italiana.

Breve durata residua, basso dividend yield atteso e ricco premio, fanno del certificato un interessante strumento da tenere sotto osservazione. Entriamo quindi nel dettaglio. Alla scadenza del prossimo 6 dicembre il Bonus Cap rimborserà 123 euro ogni 100 di nominale se il prezzo di riferimento di Ferragamo Spa non sarà mai risultato inferiore a 14,4375 euro, ovvero al 75% dello strike, rilevato a 19,25 euro. In caso contrario, la perdita della componente opzionale aggiuntiva determinerà un allineamento automatico con la performance effettiva del sottostante dal valore iniziale, fatto salvo un rimborso massimo a 123 euro. Passando agli scambi su Borsa Italiana, il certificato a una settimana da inizio negoziazioni è esposto in lettera a 104,25 euro a fronte di un valore spot del sottostante pari a 20,54 euro. Se quindi, dal livello corrente Ferragamo non perderà oltre il 29,71% che lo distanzia dalla barriera, ovvero non tornerà ai valori dello scorso settembre, il rimborso di 123 euro alla scadenza sarà equivalente ad un rendimento del 18% in meno di un anno. In caso di evento barriera, in virtù di una quotazione a sconto rispetto alla componente lineare del 2,4%, sarà necessario e sufficiente un prezzo di riferimento finale non inferiore a 20 euro per chiudere in pareggio l’investimento.

Al fine di valutare la bontà dell’investimento, si consideri che l’eccellente fatturato dello scorso anno, che sul mercato è valso un apprezzamento del titolo del 45,74%, ha portato gli analisti a prevedere anche per l’anno in corso una crescita degli utili del 20% a fronte del pagamento di un dividendo pari all’1,97% nel 2013. Le caratteristiche del Bonus Cap non permettono tuttavia di agganciarsi in maniera illimitata ad un ipotetico proseguimento del rally di breve periodo, che ha già prodotto un rialzo del 24,28% da inizio anno.  A porre un freno, non solo il cap a scadenza ma anche l’ingombrante presenza della barriera continua posta ad un livello toccato l’ultima volta lo scorso settembre.  Più che alternativo all’esposizione diretta sul sottostante, lo strumento risulta particolarmente utile in termini di diversificazione di portafoglio grazie alla scarsa correlazione del sottostante con il benchmark di mercato e ad una probabilità di circa il 90%, secondo l’indicatore CED|Probability, di ottenere a scadenza l’importo Bonus. Nel durante, infine, il progressivo allontanamento dalla soglia invalidante ed una conseguente riduzione della volatilità comporteranno un apprezzamento dello strumento, creando i presupposti per un trade di breve-medio termine agevolato da uno spread tra denaro e lettera piuttosto contenuto, pari a soli 20 centesimi.