SULLA MONETA DI SUA MAESTA’

Prosegue l’appuntamento con le opportunità di diversificazione valutaria. Sotto la lente la sterlina inglese

 Nonostante l’esito del voto greco, da cui ne è scaturita una maggioranza in grado di guidare il Paese nel difficile rispetto del Memorandum, la situazione in Eurolandia permane molto complicata. Ecco che il focus non può che concentrarsi sulla divisa unica e in particolare sulla necessità di una discreta diversificazione valutaria del proprio portafoglio, come andiamo suggerendo ormai da diverso tempo.

Prendendo a riferimento un recente sondaggio, infatti, i principali analisti consigliano per l’investitore europeo una diversificazione valutaria in media pari al 40%, contro ad esempio un consensus del 20% del proprio portafoglio del 2011. Di questa importante percentuale, un ruolo chiave viene giocato dalle divise “core”, con le valute emergenti che, nonostante continuino a presentare interessanti opportunità anche a livello di yields offerti dai bond in valuta scoperta, si contraddistinguono per una volatilità nettamente maggiore che nel medio-lungo termine può incidere anche in maniera significativa sulle sorti dell’investimento.

Proprio sulle valute “core” vuole concentrarsi l’appuntamento odierno del Bond Corner, in particolare rivolto alla sterlina inglese. Oltre alle obbligazioni denominate in dollari americani, più diffuse nel panorama dei bond studiati per il retail, infatti, anche quelle in divisa britannica hanno permesso fino ad oggi di garantire discreti ritorni agli investitori, con il cambio contro l’euro rapidamente sceso sui minimi degli ultimi quattro anni.

Considerata la corsa del cambio, con l’Eur/Gbp capace di passare da inizio 2012 dal livello di 0,845 alle attuali 0,80 sterline per euro, prendere una posizione unidirezionale al ribasso potrebbe rappresentare un ostacolo soprattutto a livello emotivo. Ecco che guardare alle obbligazioni denominate in valuta inglese potrebbe essere una valida alternativa, in quanto la cedola promessa costituisce di fatto un vero e proprio cuscinetto di sicurezza, in grado potenzialmente di mettere al riparo l’investitore da eventuali perdite in conto capitale derivanti dall’esposizione valutaria.

In particolare, tra le obbligazioni più interessanti dotate di tali caratteristiche, si segnalala RBS Sterlina5,80 (Isin XS0574620513), un’obbligazione a tasso fisso targata RBS Plc denominata in sterline inglesi. Focalizzandoci sul rischio cambio, è nuovamente doveroso ricordare come chi acquista tale obbligazione, si esponga implicitamente alla variazione del cambio Eur/Gbp, dato che le cedole e l’ammontare del rimborso a scadenza, sono di fatto parametrati in valuta britannica. Si comprende, quindi, come tale bond risulti adatto a coloro che prevedano un futuro apprezzamento della sterlina contro l’euro. A tal proposito, è utile fare riferimento ad alcune previsioni di mercato, riportate graficamente in pagina, le quali vedono ad oggi una sostanziale lateralità dei corsi del cambio intorno ad area 0,8.Tornando al bond,la RBS Sterlina5 e 80 erogherà fino alla naturale scadenza prevista per il 14 febbraio 2021, una cedola del 5,8% con cadenza semestrale. Uno dei rischi principali  al quale si espone il possessore dello strumento è quello legato all’andamento del tasso di cambio, che può incidere in maniera consistente sulla performance finale dell’investimento. Infatti, nel caso in cui si assista a un incremento del rapporto di cambio Eur/Gbp, il rendimento in euro dell’obbligazione sarà penalizzato. Diversamente, qualora sia la divisa di sua maestà ad apprezzarsi, il ritorno della RBS Sterlina 5 e 80 aumenterà.

Al fine di fornire un’analisi più accurata della relazione cambio-rendimento, si è provveduto ad effettuare una simulazione volta ad evidenziare la variazione dello yield to maturity in corrispondenza di diverse evoluzioni del cross a parità di tassi di mercato, fatto salvo che in base ai correnti livelli di prezzo dell’obbligazione (101,42), l’attuale rendimento in valuta si attesta oggi al 5,589% lordo su base annua. Come è possibile notare facendo riferimento alla tabella degli scenari, sono state effettuate quattro simulazioni in base ad altrettanti distinti scenari del tasso di cambio sottostante. In particolare, nel caso peggiore per l’investitore in cui si dovesse assistere ad un progressivo recupero nel tempo dell’euro contro la sterlina nell’ordine del 20% da oggi fino alla naturale scadenza, il ritorno annuo lordo dell’obbligazione targata RBS Plc scenderebbe al 3,37%, ovvero il 4,46% nel caso in cui il recupero della divisa unica dovesse attestarsi al 10%. Diversamente, nello scenario più favorevole per l’investitore, un ulteriore deprezzamento dell’euro nell’ordine del 10% farebbe salire il rendimento lordo su base annua al 7,02%, che salirebbe all’8,54% nel caso in cui il tasso di cambio Eur/GBP scendesse progressivamente fino ad un -20% dagli attuali corsi.