QUANT’ E’ GRANDE L’UNIVERSO DELLE OPZIONI BARRIERA

Utilizzate per la costruzione di molte strutture, le Barrier Options nascondono insidie e segreti. Cosa bisogna sapere quando la volatilità aumenta

La volatilità, soprattutto in contesti di mercato fortemente ribassisti, è una variabile di mercato assai determinante nella formazione dei prezzi dei certificati di investimento. Dando seguito a quanto presentato nell’approfondimento di questa settimana, ovvero alla selezione di certificati sul FTSE Mib con barriere profonde, il Punto Tecnico concentrerà le proprie analisi sulle Barrier Options, ossia su quel genere di opzioni che consentono la creazione del profilo di rimborso asimmetrico rispetto all’andamento lineare del sottostante. La chiara comprensione del funzionamento di tali opzioni e della loro reattività alle diverse variabili di mercato, può consentire all’investitore un approccio più consapevole in ottica di rischio-rendimento atteso.

USO E DIFFUSIONE DELLE OPZIONI CON BARRIERA

Alcuni concetti già menzionati nelle pagine di questa rubrica, come la  popolarità dell’uso
delle opzioni esotiche a barriera, soprattutto con riferimento ai mercati non regolamentati OTC ( Over The Counter ), aiutano a ribadire alcune peculiarità di questi strumenti. In primo luogo  le opzioni a barriera vengono spesso utilizzate a copertura di flussi di cassa con analoghe caratteristiche. In seconda battuta l’investitore che abbia un’aspettativa moderatamente rialzista, e non creda quindi in forti rialzi del sottostante, può investire in uno strumento che comporti la rinuncia a guadagni illimitati in caso di esplosione del mercato sottostante al rialzo. Accettando questo compromesso l’opzione call up and out sarà mediamente meno cara rispetto alla call ordinaria.  In caso di limitati movimenti del sottostante, infatti, la performance sarà molto maggiore. Attenzione però, perché tanto più il prezzo del sottostante sarà vicino  al  valore barriera,  (meno caro sarà il premio da pagare) tanto più probabile sarà la possibilità che essa venga raggiunta.

Se le previsioni di apprezzamento limitato si saranno verificate ci si troverà a scadenza con il payoff di una call ordinaria, pagata in compenso molto meno.

L’esatto contrario avviene per le opzioni con facoltà “in”. Tanto più vicina sarà la barriera allo strike tanto maggiore sarà il valore del premio da pagare in quanto saranno molto alte le probabilità di attivazione del payoff della barriera “in”. Riassumendo, possiamo affermare che esistono due tipi fondamentali di opzioni barriera:

• Knocked – out, che pagano solo nel caso in cui la barriera non venga toccata o superata

• Knocked – in, che restituiscono il payoff normale di una plain vanilla solo nel caso in cui la barriera venga raggiunta o superata.

Un’ulteriore distinzione può essere fatta in base al livello della barriera rispetto al prezzo del sottostante al momento della conclusione del contratto

• Se il livello della barriera è superiore al prezzo del sottostante l’opzione sarà di tipo up

• Se il livello della barriera è inferiore al prezzo del sottostante ci troveremo in presenza di un’opzione down

Per chiudere il quadro generale delle opzioni barriera, come ultima importante differenziazione vi è il periodo di validità della barriera stessa, che può essere di tipo continuo, quindi sempre attiva, con finestre di validità, quindi definita discreta, oppure valida esclusivamente alla scadenza, ovvero di tipo terminale.

BARRIER OPTIONS E CERTIFICATI

Volgendo l’attenzione in modo particolare al mondo dei certificati di investimento, le opzioni barrier put di tipo Down & Out trovano spazio in strutture di tipo Bonus, Express e Twin Win . Come detto in precedenza il prezzo di tale opzione, contenuta nel portafoglio opzionale implicito al certificato, risulta essere particolarmente reattiva quando i prezzi dell’underlying si avvicinano pericolosamente al livello knock-out. Più in particolare i forti ribassi dei principali indici azionari, hanno provocato un rapido allontanamento dai minimi storici dei relativi indici di volatilità, così come segnalato nel CJ numero 270. Come accaduto in passato, anche questa volta sono stati i prodotti caratterizzati da una barriera disattivante a soffrire maggiormente del forte calo degli indici azionari. Infatti, ad una maggiore volatilità è intuitivamente associabile un maggior rischio che il livello invalidante possa venire raggiunto. Ecco sostanzialmente spiegato l’elevato vega, ovvero la reattività dei prezzi dell’opzione barrier, ai movimenti della volatilità implicita del sottostante.

Tale caratteristica non è di certo trascurabile, in quanto più difficoltosa risulta essere la gestione di una posizione ad esempio su un Bonus Certificate i cui prezzi tendono a correre al ribasso in maniera più che proporzionale, se soggetti alla duplice influenza del calo dei corsi del sottostante, che comporta quindi un avvicinamento del livello invalidante, e dell’aumento della volatilità. Di contro, tale circostanza può rilevarsi favorevole qualora i corsi dell’underlying girino al rialzo rapidamente. In questo caso i prezzi del certificato beneficerebbero in maniera più che proporzionale della crescita del sottostante e della conseguente diminuzione della volatilità implicita.

Prendendo ad esempio il certificato targato Banca Aletti con sottostante l’indice FTSE Mib (Isin IT0004543630) di cui si fa menzione dell’Approfondimento, proviamo ora a scomporre la struttura e ad analizzare la sua reattività alle diverse variabili di mercato. Tale certificato risulta oggi essere un valido tema di analisi con le reattività (delta e vega) assolutamente estremizzate per via della peculiare situazione di mercato che vede l’avvicinarsi della barriera in una situazione di forte aumento della volatilità a fronte di una scadenza piuttosto ravvicinata.

L’acquisto di tale certificato è finanziariamente equivalente all’acquisto di un’opzione call con strike pari a zero, per la replica del sottostante, unitamente all’acquisto di una put con facoltà down & out con strike pari al livello bonus (109% – 22.561,39 punti) e con barriera posizionata a 12897,55 punti. In base ai prezzi rilevati il 26 aprile, con lo spot a quota 14441 punti, ovvero con un buffer al lordo dei dividendi pari a circa l’11%, i prezzi del certificato risultano essere assolutamente esplosivi in caso di un forte rimbalzo del sottostante, in virtù anche della scadenza prevista per novembre 2012. Andando ad analizzare le greche si nota infatti un delta del 283% con un vega negativo pari a -0,55. Il grafico mostra il classico payoff di un certificato di tipo Bonus sprovvisto di cap e contestualmente consente di chiarire ancor più facilmente la reattività nel tempo della struttura ai movimenti del sottostante, con il fair value nel tempo riportato dalla tabella sottostante.