L’ARGENTO FORNISCE IL SEGNALE

Gold Silver Ratio sotto stretta osservazione. Se l’argento va giù, le Borse seguono

 

Questa settimana vogliamo presentarvi una strategia che si distingue dallo spread trading in senso stretto, fin qui proposto per sfruttare l’allargamento o il restringimento del differenziale di performance tra il Brent e il WTI ( peraltro avviato nella direzione giusta ) o tra il Dax e il FTSE Mib, andando ad osservare le indicazioni fornite da un rapporto tra due attività finanziarie. Dopo i massimi dello scorso anno, per i metalli preziosi è iniziata una fase di consolidamento con spiccata tendenza correttiva, in particolare per l’argento, protagonista da agosto 2010 ad aprile 2011 di una cavalcata memorabile. Scambiato a 18 dollari l’oncia fino al 20 agosto di due anni fa, l’argento è stato capace di realizzare un rally di ben 30 dollari, raggiungendo un massimo di 48,44 dollari il successivo 28 aprile. In quelle fasi, il rapporto tra il prezzo di un’oncia d’oro e una d’argento raggiunse livelli estremamente bassi, suggerendo un’inversione di tendenza che infatti, di lì a qualche mese, prese corpo. Dai movimenti dei due metalli preziosi, ovvero dal rapporto tra i due, sarebbe stato possibile anticipare il movimento del mercato azionario, rappresentato più nello specifico dall’indice americano S&P500. Perché dunque tale indicazione non potrebbe tornare utile anche oggi?

Prima di vedere a che punto siamo, è bene ricordare che il Gold/Silver Ratio è un rapporto creato dividendo il prezzo dell’oro per quello dell’argento. Come possiamo notare dal grafico che mette a confronto l’andamento di tale rapporto con l’S&P500, si distingue chiaramente una certa controtendenza in alcune fasi di mercato. In particolare quando il “ratio” si muove in negativo, ovvero quando l’argento cresce più dell’oro, si evidenzia un chiaro sintomo di come il mercato si trovi in una situazione bullish, ovvero rialzista, in quanto è proprio l’argento che viene considerato un metallo ibrido a metà strada tra un bene rifugio e un metallo industriale, quindi influenzato dal contesto di mercato corrente. Viceversa, quando è l’oro a correre di più, è sintomatico di quanto il mercato azionario venga tenuto lontano dai portafogli, facendo affluire denaro nel bene rifugio per eccellenza. Commentando il grafico comparativo si possono trarre delle conclusioni interessanti. Se si osserva il punto massimo toccato dal Gold/Silver Ratio ( linea verde) il 17 ottobre 2008, corrispondente ad una fase in cui l’argento era molto basso rispetto all’oro, si nota anche come lo S&P500 ( linea blu) fosse su un’area di minimo, che portò poi ai 666 punti di marzo 2009. Da quel momento in avanti, fino al 27 aprile 2011, il progressivo e costante declino del “ratio”, ha accompagnato il recupero dell’indice azionario, cresciuto di oltre il 100%. Il successivo rialzo del Gold/Silver Ratio, coinciso con l’arretramento dell’argento, ha interrotto il trend rialzista dell’indice azionario, anticipando la correzione che da luglio a ottobre2011 hafatto perdere allo S&P500 circa 240 punti.

 

Attualmente il Gold/Silver Ratio sembra indicare la via del rialzo, seppure ancora del tutto contenuto. Di riflesso, lo S&P500 dovrebbe poter continuare la correzione dai massimi, che finora è stata peraltro assai modesta se confrontata con quella registrata dai mercati azionari del Vecchio Continente. Dal punto di vista operativo, una strategia attuabile potrebbe prevedere l’utilizzo di due strumenti derivati sull’argento e sull’indice S&P500, scegliendo ad esempio tra i tanti leverage certificates messi a disposizione da RBS sul mercato Sedex. Qualora l’argento dovesse continuare la propria discesa nei confronti dell’oro, ci sarebbero i presupposti per poter puntare su un Mini Short sull’indice americano. Viceversa, un recupero dell’argento potrebbe anticipare il segnale di ingresso su un Mini Long.