IL CALENDARIO DEI CERTIFICATI 2012

Dopo la brillante performance dei dodici certificati scelti per il calendario 2011, ecco la selezione 2012 delle migliori proposte quotate.

 

A GENNAIO SI TIFA PER ENEL

 La prima copertina del 2012 è dedicata al Bonus Cap su Enel di BNP Paribas (NL0009329002). Al 31 gennaio il certificato rimborserà 110 euro se Enel non sarà mai scesa sotto quota 2,797 euro. Se a scadenza supererà il livello Bonus di 4,39 euro, il certificato replicherà il rendimento del sottostante rispetto allo strike, rilevato a 3,995 euro, con un rimborso massimo a 120 euro.

Perché ci piace: Con Enel a 3,106 euro ( ai valori rilevati in data 11 gennaio), ad un margine del 9,95% dalla barriera, il certificato scambia a 106,45 euro, riconoscendo così, in caso di mancato evento knock out, un upside minimo del 3,33%, pari ad un rendimento del 59,94% su base annua.

 Cosa si rischia: La validità continua della barriera fa si che basti un unico crollo per perdere l’opzione bonus e ottenere una mera replica del sottostante. In caso di rottura, qualora Enel chiudesse ai valori correnti, il rimborso sarebbe pari a 77,75 euro, con una perdita del 26,96%.

A DENTI STRETTI PER UN MESE SUL FTSE MIB

 Il secondo certificato dell’anno è un Bonus Cap sul FTSE Mib di BNP Paribas (NL0009420959). Fissata la scadenza al 10 febbraio, il certificato riconoscerà un importo pari a 110 euro se l’indice FTSE Mib non sarà mai sceso al di sotto della soglia posta a 10651,49 punti. Per via di un cap pari all’importo Bonus, non sono previsti ulteriori upside ai rendimenti.

 Perché ci piace: Il certificato è esposto ad un prezzo di 109,05 euro per un valore dell’indice pari a 14916,40 punti, con un buffer dalla barriera del 28,59%. In caso di acquisto sulla lettera, il rimborso a 110 euro determina così un rendimento a un mese dello 0,87%, il 10,5% su base annua.

 Cosa si rischia: Anche se il margine di ribasso è ancora ampio, in caso di evento knock out, l’allineamento determinerebbe una perdita notevole sul valore del certificato dovuta alla profondità della barriera rispetto allo strike, posto a 21302,97 punti.

MARZO, MESE DEL PETROLIO

 Il certificato di marzo è l’Oil Booster sul S&P GSCI Crude Oil Er Sub Index di Société Générale (DE00SG0P9D1). Il certificato rimborserà alla scadenza del 19 marzo i 100 euro di nominale maggiorati del 130% della performance dell’indice sottostante dallo strike, rilevato a 432,414 punti, fino a un cap al rialzo del 50%, pari a 648,62 euro. L’Oil Booster prevede inoltre la protezione del nominale qualora a scadenza l’indice non sia al di sotto di 216,207 punti. Per valori inferiori il certificato replicherà linearmente la performance complessiva dell’indice.

 Perché ci piace: I 137,05 euro a cui è scambiato il certificato, riflettono l’apprezzamento registrato dal petrolio, commodity a cui è legato il sottostante. Il Booster è quindi indicato per chi volesse partecipare in maniera più che proporzionale ad un ulteriore rialzo dell’oro nero. A prescindere dalle prospettive future, l’Oil Booster è il certificato che merita la copertina di marzo per la brillante performance dall’emissione.

Cosa si rischia: Il cap non permette di partecipare a un incremento dell’indice superiore al 15% dai valori correnti, al quale corrisponde un rimborso di 165 euro. Espone tuttavia integralmente ad una flessione, ferma la protezione dei 100 euro in caso di valori di chiusura dell’indice superiori  a 432,414 punti.

 

BARRIERA A 11458 PUNTI PER IL BONUS DI APRILE SUL FTSE MIB

 Il mese di aprile segna la scadenza del Bonus sul FTSE Mib di Aletti (IT0004481831). Fissata la data di esercizio al 30 aprile, il certificato riconoscerà un importo pari a 125 euro se l’indice FTSE Mib non sarà mai sceso al di sotto della soglia invalidante posta a 11458 punti e non sarà superiore a 23872,5 punti, oltre i quali è invece prevista la replica della performance del sottostante dal valore  strike di 19098 punti.

 Perché ci piace: Il certificato è esposto ad un prezzo lettera di 112,40 euro a fronte di un valore dell’indice pari a 14916,40 punti, con un buffer dalla barriera del 23,18%. In caso di mancata rottura, il rimborso a 125 euro determina  un profitto complessivo pari all’11,21%.

 Cosa si rischia: In caso di rottura della barriera, l’allineamento determinerebbe una perdita notevole sul valore del certificato dovuta alla profondità della barriera rispetto allo strike.

MAGGIO CARIOCA CON L’EXPRESS DI DB

 Il mese di maggio ci porta a parlare nuovamente del Reverse Express sul cambio tra euro e real brasiliano di Deutsche Bank ( DE000DB7LPB1). Scadute tutte le opzioni autocallable, il certificato rimborserà 120 euro alla naturale scadenza del 4 maggio, se il cambio  ufficiale euro/real  alla rilevazione  del 30 aprile sarà pari o inferiore allo strike, posto a 2,304 euro. Per valori superiori, ma contenuti entro la barriera up posta a 3,57 euro, sarà comunque garantito il rimborso del nominale pari a 100 euro.

 Perché ci piace: Ad un cambio corrente a 2,3075, il rimborso teorico sarebbe pari a 100, basterebbe tuttavia una minima flessione per ottenere a scadenza 120 euro. Data una lettera pari a 105,40 euro, il rendimento complessivo si attesta al 13,85%.

 Cosa si rischia:  Qualora il cambio dovesse invertire il trend ribassista che sta caratterizzando gli ultimi mesi, il rimborso massimo sarebbe pari a 100 euro, con una perdita minima del 5,12%.

A GIUGNO LA SCADENZA DEL PRIMO CERTIFICATO OLIMPICO

 E’ stato il primo certificato di investimento ispirato alle Olimpiadi di Pechino del 2008 e scadrà il 29 giugno 2012 l’Equity Protection Cap scritto su un basket di azioni internazionali riconducibili direttamente o indirettamente alle più spettacolari Olimpiadi della storia moderna. Identicicato da codice Isin NL0006295412, il certificato è stato emesso il 7 luglio 2008. L’idea di indicizzare il rendimento di uno strumento di investimento ad un evento sportivo di caratura internazionale è venuta all’emittente transalpina dopo aver osservato il risultato conseguito dalle aziende sponsor delle Olimpiadi di Spagna del 1992 o di Atene del 2004: in media, a seguito di un aumento degli utili, i titoli delle società impegnate nel business olimpico hanno registrato un aumento delle quotazioni di circa il 20%. La rilevazione dei livelli di riferimento iniziali degli 11 titoli selezionati per rappresentare il basket sottostante ( ad ognuno è stato assegnato un peso di partenza del 9,09%) è avvenuta in chiusura di seduta del 30 giugno. Per ciascun titolo è stato preso in considerazione solo il valore assoluto, ovvero senza la valuta di riferimento: questo perché il basket , e quindi il certificato, sono di tipo Quanto.  La scelta dei titoli è stata determinata dai seguenti criteri: in qualità di sponsor ufficiali della manifestazione sono state incluse nel basket Adidas, Coca Cola, Budweiser, Johnson&Johnson, McDonald’s, Kodak e Ups. Oltre agli sponsor sono stati poi inclusi i titoli della Nike, Air France-Klm, Lufthansa e Starbucks: aziende che hanno investito molto sulle Olimpiadi con l’intento principale di catturare quote di mercato in quella che risulta l’economia emergente più florida a livello globale. Alla data di scadenza, fissata per il 29 giugno 2012, verrà riconosciuto il rimborso dell’intero capitale nominale ( pari a 100 euro) se il basket di azioni avrà perso terreno rispetto al suo valore iniziale; se invece il basket avrà registrato a scadenza una performance positiva, oltre al valore nominale del certificato verrà riconosciuta tutta la percentuale di apprezzamento fino ad un rendimento massimo del 31% ( il Cap).

Analizzando le performance degli 11 titoli inclusi nel basket, spiccano da un lato le brillanti variazioni di Starbucks ( +197%) e MCDonald’s (+77%) e dall’altro il catastrofico -95% di Kodak. Nonostante quest’ultima sia ormai avviata al fallimento, il buon andamento complessivo delle blue chip selezionate ha consentito al basket di registrare un significativo apprezzamento, pari al 27,84%, in un periodo tutt’altro che positivo per i mercati azionari. In questo contesto appare quindi ancora più esaltante il cammino percorso dal certificato che, di conseguenza, è presentato dal market maker al Sedex a un prezzo di circa 125 euro, in rialzo del 25% dai 100 euro nominali.

 Perché ci piace: il rialzo del 25% dall’emissione, in un periodo storico in cui i mercati azionari hanno perso molto, fa guadagnare a questo certificato una medaglia d’oro. In prospettiva, data la presenza del Cap al 131% del nominale, appare ridotto il margine di apprezzamento in caso di ulteriore rialzo del basket.

 Cosa si rischia: per chi lo avesse in portafoglio o per chi fosse intenzionato ad entrarci a questi prezzi, il rischio massimo è rappresentato da un ritorno del basket al di sotto dello strike. In questo caso la massima perdita sopportabile sarebbe pari al 20%.

LUGLIO CON L’EASY EXPRESS SU TOTAL

 La copertina di luglio va all’Easy Express su Total di Macquarie ( DE000MQ2CFJ7). Fissata la scadenza al 6 luglio, il certificato riconoscerà un importo pari a 119 euro se il prezzo di chiusura di Total sarà pari o superiore a 33,18 euro. Per via di un cap pari all’importo Bonus, non sono previsti ulteriori upside ai rendimenti.

 Perché ci piace: Con Total a 39,70 euro, ad un margine dalla barriera del 16,42%, il certificato scambia a 111,7 euro, lasciando spazio ad un rendimento del 6,53%, pari al 13,29% su base annua. La nota caratteristica difensiva del petrolifero francese lascia ben sperare per un risultato positivo senza troppi patemi.

 Cosa si rischia: A fronte della barriera discreta, in caso di fixing inferiore al livello trigger il rimborso massimo sarà pari a 85 euro con una perdita minima del 23,90%. Inoltre in caso di forte rialzo, per via della presenza del cap non è possibile partecipare ad apprezzamento superiore al 6,53%.

AGOSTO A TESTA IN GIU’ SUL DAX

 Se si dovesse ripetere l’andamento del mese di agosto 2011, il Reverse Bonus su Dax di Deutsche Bank ( Isin DE000DE5CK83) sarà pronto a svolgere il compito per il quale è stato creato il 24 febbraio 2011. Alla scadenza del 31 agosto il certificato rimborserà 114 euro se l’indice, non avendo mai toccato gli 8476,88 euro di barriera up, avrà un valore superiore al livello bonus posto a 6339,23 euro. Come un benchmark short, in caso di valori inferiori il certificato tradurrà in positivo il ribasso segnato dal sottostante.

 Perché ci piace: Il certificato è scambiato a 120,40 euro, riflesso della correzione del Dax, ora a quota 6156,43 punti, dal valore strike rilevato a 7371,2 punti. Per chi ritenesse possibili ulteriori ribassi del Dax, il certificato offre la possibilità di parteciparvi con un plausibile stop loss alle perdite al 5,32%, per un rimborso a 114 euro, fintanto che non sarà violata la barriera ( attualmente molto distante a 8476,88 punti). Per questo motivo il certificato permette di coprire adeguatamente posizioni lunghe in essere, tramutando in profitto eventuali ribassi del mercato tedesco, potendo contare in caso di rialzo su un cuscinetto corrispondente ai 114 euro di Bonus.

 Cosa si rischia: Il certificato scambia a premio di circa il 3% rispetto al rimborso teorico, pari a 116,48 euro, determinando una perdita più che proporzionale rispetto alla performance del Dax qualora questo dovesse chiudere su valori superiori.

EXPRESS DI UC ALLA PROVA D’APPELLO

 Fallito il bersaglio del rimborso anticipato a settembre 2011, ( il certificato ha occupato la copertina del calendario 2011 del mese di settembre) l’ Express sul FTSE Mib di Unicredit identificato da codice Isin DE000HV78AW6 giunge alla sua scadenza naturale il 17 settembre. A questa data rimborserà 122 euro, se l’indice FTSE Mib sarà pari o superiore al livello trigger, posto a 20684,36 punti. Per valori inferiori ma compresi entro il livello barriera, fissata a 14479,052 punti, sarà comunque garantito il rimborso del nominale pari a 100 euro.

 Perché ci piace: Per i correnti 14916,40 punti a cui l’indice è quotato, il certificato scambia a 78,87 euro. Se l’indice si manterrà su tali valori, il rimborso del nominale riconoscerà un rendimento complessivo del 26,79%.

 Cosa si rischia: E’ sufficiente una perdita complessiva superiore al 2,93% dai valori correnti, per perdere la protezione del nominale, ed ottenere un rimborso massimo pari a 70 euro, con una perdita minima sulla lettera corrente pari all’11,25%. In tal senso va considerata la perdita attesa sull’indice dovuta ai dividendi, stimati in circa 4 punti percentuali.

BARRIERA A 8405 PUNTI SUL FTSE MIB PER OTTOBRE

 Il mese di ottobre vede la scadenza del Bonus Cap sul FTSE Mib di BNP Paribas ( codice Isin  NL0006299646). Al 26 ottobre il certificato riconoscerà un importo di 120 euro se l’indice FTSE Mib non sarà mai sceso sotto quota 8405 punti. Se a scadenza supererà il livello Bonus di 18338,4 punti, il certificato replicherà il rendimento del sottostante rispetto allo strike, rilevato a 15282 punti, con un rimborso massimo a 150 euro.

 Perché ci piace: Per un FTSE Mib a 14916,40 punti, il buffer dista ancora il 43,65%, mentre il certificato, in lettera a 110 euro, riconosce in caso di mancato evento knock out, un upside minimo del 9,09%.

 Cosa si rischia: Anche se il prezzo spot è di poco inferiore allo strike rilevato a 15282 punti, il premio sul nominale fa si che per valori di chiusura dell’indice superiori a 16272,3 punti, il profitto di 9,09 punti del certificato sarà inferiore a quello ottenuto dall’investimento diretto. In caso di evento barriera, inoltre, si sarà esposti alla perdita del sottostante con l’aggravante del premio implicito di oltre il 10% dato dall’attuale quotazione.

 ARRIVA AL CAPOLINEA IL COMMODITY ACCELERATOR

 E’ stato uno dei primi certificati su commodity ad essere proposto sul mercato italiano con una struttura caratterizzata da opzioni accessorie e il 5 novembre 2012, dopo sei anni di cammino, giungerà a scadenza. Si tratta del Commodity Accelerator di Société Générale, identificato da codice Isin XS0268113684, scritto su un basket di cinque materie prime ( alluminio, nickel, zinco, rame e petrolio). Il certificato, alla scadenza riconoscerà i 100 euro nominali per valori del paniere inferiori a quelli di partenza; diversamente, per variazioni positive anche minime, consentirà di conseguire un rendimento minimo pari al 45% sul nominale senza alcun cap per performance eccedenti. Come mostrato dalla tabella, ai prezzi dell’11 gennaio 2012 pesano sulla performance media del basket il 55,92% perso dallo zinco e il 40,58% lasciato sul campo dal nickel. A tenere vive le speranze di un rimborso a premio è il petrolio Brent, in rialzo del 91,26% dai 59,15 dollari dell’emissione.

 Perché ci piace: Quotato al Sedex a 115 euro, il certificato può offrire un rendimento minimo del 26% a condizione che il basket recuperi il 4,68% di perdita dalla parità. Dati i valori molto bassi dei metalli industriali e la buona vena del petrolio, l’impresa potrebbe non essere improba.

 Cosa si rischia: In caso di mancato recupero della parità da parte del basket, la quotazione al Sedex di 115 euro esporrà ad una perdita del 13%.

 

 EASY EXPRESS SU UNICREDIT SOTTO L’ALBERO

 L’ultimo certificato dell’anno è l’Easy Express Rebate su Unicredit di Macquarie ( codice Isin DE000MQ4JRT2). Emesso di recente e fissata la scadenza al 24 dicembre, il certificato riconoscerà un importo pari a 115,50 euro se il prezzo di chiusura di Unicredit sarà pari o superiore a 2,63 euro. Per valori inferiori, il rimborso sarà pari alla performance del sottostante dallo strike, fissato a 5,27 euro, maggiorato dell’importo aggiuntivo di 15,5 euro.

 Perché ci piace: Per valori di Unicredit pari a 2,57 euro, il certificato scambia a 79,39 euro. Se il sottostante recuperasse il 2,33%, l’importo riconosciuto determinerebbe un rendimento del 45,48%.

 Cosa si rischia: Qualora il titolo non recuperasse il gap dalla barriera, il rimborso massimo sarebbe pari a circa 65,5 euro, con una perdita minima sull’acquisto in lettera del certificato pari al 17,37%.