CP 45, A VOLTE RITORNANO

Il CP 45 Bonus Cap di Macquarie  supera l’empasse dell’emissione sui massimi grazie alla combinazione esplosiva del Bonus e della protezione del capitale.

I mercati “bearish”, dominati dall’alta volatilità, spingono gli investitori a svolgere un’attenta attività di “stock picking”, e quando la situazione diventa troppo bollente, a orientarsi verso gli indici, ritenuti meno rischiosi e meno volatili dei singoli titoli azionari. Ma in questo periodo anche questi ultimi sembrano soffrire della critica condizione economica in cui versa l’Eurozona, ed è proprio di lunedì mattina la notizia che lo S&P 500, il benchmark mondiale per antonomasia, viene scambiato a solo 10,2 volte gli utili previsti per il 2012, ben al di sotto del multiplo medio di scambio di 13,7 calcolato dagli analisti di Bloomberg durante i periodi di contrazione a partire dal 1957. Diventa quindi sempre più difficile per gli investitori individuare la direzione dei mercati, che appaiono sempre più “in balia di se stessi”,  e soprattutto il punto di svolta. Ad una simile incertezza, è possibile rispondere nel segmento dei certificati con il CP 45 Bonus Cap sull’Eurostoxx 50 emesso da Macquarie lo scorso 28 febbraio. Già oggetto d’analisi della rubrica Punto Tecnico del Certificate Journal numero 220, il certificato dell’emittente australiana è dotato di una particolare struttura, che coniuga, su un orizzonte temporale di medio termine, l’opzione Bonus alla protezione del capitale.

Entrando nel dettaglio, il CP 45 Bonus Cap, rimborserà a scadenza 118 euro se l’indice delle blue chip europee non avrà mai chiuso al di sotto di 1341,20 punti, ovvero se non avrà mai perso oltre il 55% dal suo valore di partenza, rilevato in 2980,44 punti.  L’evento knock-out, pur determinando la perdita dell’opzione Bonus, attiverebbe però la protezione del capitale per ribassi che dovessero spingersi oltre la soglia del 55%. Infatti, fissata il 28 febbraio 2014 la scadenza, per un valore di chiusura del sottostante pari o inferiore a 1341,20 punti, verrebbe garantito il rimborso di 45 euro per certificato. Tale cuscinetto è tuttavia bilanciato da un tetto all’upside dell’indice, posto a 3516,92 punti, valido anche in caso di rottura della barriera, che corrisponde ad un rimborso massimo di 118 euro. Dopo la breve descrizione del funzionamento, è facile intuire come, benché dotato di una barriera posizionata ben al di sotto della soglia psicologica dei minimi di marzo2009, aseguito del crollo dei mercati anche il certificato abbia sofferto, visto il prezzo d’esercizio del sottostante in prossimità dei massimi dell’anno, dell’ondata di sell off sulle piazze europee. Infatti, attualmente viene offerto dal market maker a 86,95 euro, prezzo che determina, nel best scenario, un rendimento a scadenza pari al 35,71%. Di conseguenza, alla luce di tale prezzo, si ridurrebbe anche la perdita massima derivante dall’evento barriera, dal 55% dell’emissione al 48%, tenendo conto di un buffer sulla barriera di 36,88 punti percentuali.

E’ bene, infine, sottolineare come la quotazione del certificato sia guidata non solo dall’andamento del sottostante ma anche dalla volatilità, quale fattore determinante del pricing delle due opzioni esotiche presenti nella struttura del certificato. La barriera ancora a distanza di sicurezza e l’opzione di protezione parziale del capitale, hanno permesso al certificato di Macquarie di contenere le perdite osservate dal sottostante fino a questo momento. Tuttavia in caso di ulteriore ribasso, la sola opzione di protezione del capitale non permetterà di frenare la caduta delle quotazioni, dal momento che rispetto alla sua componente lineare, il prezzo del certificato incorpora un premio del 21,95%. In caso invece di forte direzionalità positiva del sottostante, l’accelerazione della quotazione del certificato, come conseguenza di uno spot dell’indice al di sotto dello strike, sarà in parte frenata da una durata residua superiore a due anni.