UNICREDIT: SCAMBIO ALLA PARI

Con l’esordio del nuovo Bonus Cap di Unicredit, la formula Recovery è ora disponibile anche sul Cert-X.

Pensati per velocizzare il recupero delle perdite subite dai portafogli azionari in seguito alla crisi finanziaria del 2009, i Bonus caratterizzati da formula Recovery, si prestano anche come valida opportunità di switch per quei certificati le cui barriere sono rimaste travolte dalle ondate ribassiste dei sottostanti. Due sono le caratteristiche principali di questi certificati. La prima è un prezzo d’emissione inferiore al classico nominale di 100 euro che invece rappresenta invece il rimborso bonus percepibile a scadenza. La seconda è il posizionamento della barriera knock out a livelli prossimi ai minimi raggiunti dal sottostante durante la fase più acuta della crisi finanziaria.

Tra le ultime emissioni giunte al mercato si segnala il Bonus Cap di Unicredit sull’Eurostoxx 50, entrato in negoziazione sul Cert-X il 18 luglio scorso con codice Isin DE000HV8F397 che si presta alle cosidette strategie “recovery”.

In dettaglio questo strumento emesso lo scorso 19 maggio ad un prezzo di 67 euro per certificato ha rilevato lo strike a 2867,3 punti indice. Benchè nell’ultimo trimestre il sottostante abbia subito una variazione negativa pari al 4%, se il prezzo di chiusura dell’indice dall’ emissione a quello antecedente la scadenza non sarà mai al di sotto della soglia invalidante, posta a 1862, 75 punti, il certificato rimborserà a scadenza 100 euro rispetto ai 64,18 euro a cui oggi si può acquistare in lettera. Da questo ne deriva un premio totale pari ad un corposo 55,81% che rappresenta un rendimento del 10,8% su base annua vista la scadenza fissata per il 19 novembre 2015.

Per fare un esempio di una strategia applicabile a questo certificato, ipotizziamo di aver acquistato nell’aprile 2008 200 Benchmark Open End sull’indice ad un prezzo unitario di 100 euro, con l’indice europeo a  3828,46 punti. Oggi ci si troverebbe con una perdita del 34% circa dato che lo stesso strumento avrebbe un valore di circa 66 euro.

Eseguendo lo switch dal Benchmark al Bonus non si subirebbe alcuna penalizzazione sotto il profilo del prezzo potendo acquistare lo stesso numero di certificati  assicurandosi non solo il totale recupero di quanto perso ma anche un ulteriore guadagno del 3,77% anche in caso di lateralità o ribasso del sottostante.

Infatti, grazie ad una barriera sull’area del bottom di marzo 2009, il margine di perdita dai correnti 2752,19 punti indice di quotazione del sottostante è del 32,28%.  Tuttavia, in caso di rottura della barriera o di rialzi superiori al 44%, lo switch sul Bonus perderebbe il suo vantaggio rispetto al Benchmark. Il tetto ai rendimenti è infatti anche in caso di evento knock out. In questo caso infatti, il certificato perderà l’opzione Bonus ma non il Cap, ovvero in ogni caso il rimborso non potrà mai essere superiore ai 100 euro.